Diventare un numero uno non è mai semplice, men che meno negli sport individuali. Quelli in cui la competizione è vastissima e basta una sconfitta per ritrovarsi a mangiare la polvere. Eppure la sensazione di guardare tutti gli altri dall’alto al basso, di aver raggiunto il picco della propria disciplina, è una delle motivazioni più citate da qualsiasi sportivo.
Sinner numero 1 del ranking ATP
Persino da uno che ai numeri non sembra proprio guardare, come Jannik Sinner. Il tennista azzurro si è commosso quando gli è stato comunicato che ha raggiunto la vetta del ranking ATP, un qualcosa che dal 1973, quando è stato istituito, è accaduto solo ad altri 28 colleghi.
Dunque, dopo la vittoria agli Australian Open e quella in Coppa Davis, il campione di San Candido, prossimo favorito anche a Parigi per le scommesse Olimpiadi, è diventato anche il leader del tennis mondiale per la classifica. Per l’Italia è la prima volta. Ma il nostro paese ha avuto i suoi picchi di eccellenza anche in tanti altri sport.
L'Italia è un'eccellenza nell'atletica
Basterebbe gettare lo sguardo a tre anni fa, quando a Tokyo un italiano si è imposto in quella che è LA gara per eccellenza dei Giochi Olimpici: i 100 metri piani. Marcell Jacobs ha fatto quello che nessun azzurro avrebbe mai neanche sognato di ottenere, diventando l’uomo più veloce del mondo, un qualcosa di confermato anche dallo splendido oro della staffetta 4x100m assieme ai compagni.
Al massimo gli italiani avevano ottenuto l’oro nei 200, prima con Livio Berruti e poi con Pietro Mennea, ma mai nella gara regina. E che dire dell’altro grande protagonista di quella giornata nipponica, Gianmarco Tamberi? Lui può certamente dire di essere il numero uno del salto in alto, considerando che attualmente è campione olimpico, mondiale ed europeo in carica. E scusate se è poco!
Vale il più grande Campione di sempre
Le individualità italiane si sono viste eccome anche nel mondo dei motori, in particolare quando si parla di moto. Impossibile non pensare a Valentino Rossi, unico pilota di sempre in grado di vincere il mondiale in quattro classi, oltre che nove volte iridato, di cui sette, sempre, per lustri, da strafavorito per le scommesse live, tra classe 500 e MotoGP.
Per non parlare di Giacomo Agostini, che tra anni Sessanta e anni Sessanta ha imposto il suo dominio in ben due categorie, 350 e 500, vincendo un totale di 13 mondiali e stabilendo un record difficilmente scalfibile di 20 vittorie consecutive in classe 500 tra 1968 e 1969.
Nella Formula 1 l’eccellenza tricolore è ovviamente la Ferrari, ma guardando l’albo d’oro del Mondiale si nota come nelle prime edizioni ci sia una certa preponderanza italiana, con Nino Farina, primo campione del mondo di tutti i tempi, e Alberto Ascari, che ha portato a casa il titolo in due occasioni.
L'Italia riscopre lo sci con Tomba
Tra le altre discipline in cui i nostri atleti sono spesso stati i numeri uno ci sono gli sport invernali. Lo sci alpino racconta in particolare due storie, quella di Gustav Thoeni e quella di Alberto Tomba.
L’altoatesino negli anni Settanta è stato assoluto dominatore del circuito, vincendo quattro volte la Coppa del Mondo (con un secondo posto dietro a un altro italiano, Piero Gros) e portando a casa anche cinque coppe di specialità e un oro ai Giochi Olimpici di Sapporo nel 1972.
Il suo erede è stato lo sciatore bolognese, che di Coppe del Mondo ne ha vinta una sola, che però vale parecchio considerando che Tomba gareggiava solo nelle due discipline tecniche (slalom speciale e slalom gigante).
E in quelle era certamente il numero uno al mondo, come dimostrano i tre ori olimpici, ma soprattutto la leggendaria doppietta a Calgary nel 1988, con le vittorie sia in slalom che in gigante che hanno reso “Tomba la Bomba” una stella a livello mondiale.
E anche nello slittino l’Italia ha avuto il suo fenomeno, il meranese Armin Zöggeler, che in una carriera più che ventennale ha vinto sei ori mondiali, dieci coppe del mondo e due ori olimpici, guadagnandosi il soprannome di “Cannibale”.
Quante medaglie olimpiche dal nuoto
E poi c’è il nuoto, altra fucina di campioni in maglia tricolore. A spiccare è ovviamente la Divina Federica Pellegrini, che tra 2007 e 2008 prima diventa primatista mondiale dei 200 metri stile libero e poi si aggiudica l’oro nella stessa distanza ai Giochi Olimpici di Pechino.
A Sydney 2000 era toccato a Domenico Fioravanti dominare il mondo, diventando il primo nuotatore, anche per gli esperti di numeri relativi alle scommesse sportive, in grado di vincere sia i 100m che i 200m rana nella stessa edizione dei Giochi.
E di recente Gregorio Paltrinieri si è dimostrato il miglior fondista al mondo, tra piscina (con l’oro nei 1500m stile libero a Londra 2016) e anche le acque libere, con i titoli europei e mondiali sulle lunghe distanze (5 e 10 km).
Rimanendo in piscina, impossibile non menzionare Klaus DiBiasi, in grado di vincere l’oro olimpico nei tuffi dalla piattaforma da 10 metri in tre edizioni consecutive dei giochi, dal 1968 al 1976.
La leggenda di Marco Pantani
Un altro sport in cui spesso gli italiani si sono distinti è il ciclismo. E sebbene si possa pensare che sia il campionato del mondo a incoronare il migliore, probabilmente a indicare quello che sta dominando è la difficile accoppiata Giro d’Italia-Tour de France, un qualcosa che nella storia delle due ruote è riuscita solo 12 volte, tre delle quali a un ciclista italiano.
Il primo azzurro a fare l’impresa è Fausto Coppi, il Campionissimo che poi si ripete nel 1952. L’altro, neanche a dirlo, è Marco Pantani.
Il Pirata nell’anno di grazia 1998 prima si aggiudica la corsa rosa e poi indossa la maglia gialla a Parigi sotto l’Arc de Triomphe. Per non parlare della scherma, soprattutto del fioretto femminile, in cui l’Italia non ha avuto solo una campionessa immensa come Valentina Vezzali (6 ori olimpici e 16 mondiali), ma anche una capace di tenerle testa come Giovanna Trillini (4 ori a cinque cerchi e 9 mondiali).
E nel calcio? Se a stabilire il migliore al mondo è la consegna del Pallone d’Oro, il nostro paese ha avuto quattro giocatori in grado di portarlo a casa: Gianni Rivera (1969), Paolo Rossi (1982), Roberto Baggio (1993) e Fabio Cannavaro (2006).
Tra questi, quello che probabilmente è stato il migliore per un periodo prolungato è il Divin Codino, che se gli azzurri avessero vinto i Mondiali nel 1994 probabilmente avrebbe anche fatto il bis.
Ma in ogni caso, è stato un grande numero 10 e un vero numero 1!
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