Vincere e vincere subito. Per quanto il calcio dimostri con una certa costanza che per creare grandi squadre ci vogliono tempo e pazienza, c’è sempre qualcuno che prende una strada diversa, quella dell’instant team.
Ovvero quelle squadre costruite nel giro di una o due stagioni, attraverso sessioni di mercato quasi bulimiche, il cui obiettivo dichiarato è competere immediatamente per il campionato o per i trofei europei. E pazienza se la squadra che si tira su non è sostenibile dal punto di vista economico, perché una volta ottenuto il risultato, si può smantellare anche a cuor leggero…
Il Chelsea di Mou
Senza citare i soliti Los Angeles Rams nella NFL che hanno vinto da favoriti per le scommesse sportive il Super Bowl californiano del 2022, il concetto di instant team è legato ai cambi di proprietà, soprattutto a quelli di un certo livello. L’esempio più concreto è certamente quello del Chelsea di Roman Abramovich. Anno 2004: i Blues, che nella stagione precedente sono arrivati secondi in Premier League con Claudio Ranieri, mutano decisamente marcia.
In panchina arriva Josè Mourinho e Stamford Bridge non si risparmia sui cartellini: vengono acquistati, tra gli altri, Didier Droga, Arjen Robben, Ricardo Carvalho, Paulo Ferreira e Peter Cech, che saranno in gran parte la spina dorsale del nuovo Chelsea targato Special One. Arriva la Premier League e i Blues non lasciano, anzi, raddoppiano.
Nella stagione successiva gli acquisti di grido sono Michael Essien e Shaun Wright-Phillips e Mourinho fa il bis, vincendo di nuovo il campionato. Se l’obiettivo di Abramovich era quello di portare subito a casa l’argenteria, impossibile dire che non sia riuscito.
L'Inter di Antonio Conte
L’instant team è invece a volte una reazione a una mancata vittoria. È il caso dell’Inter targata Antonio Conte. Il tecnico leccese arriva in nerazzurro sperando di competere con il suo vecchio amore, la Juventus, ma per approfittare di una Signora che si avvicina alla fine del suo ciclo servono spese importanti.
Nel 2019 arrivano ad Appiano Gentile Romelu Lukaku, Nicolò Barella e Stefano Sensi, che si rivelò per le quote Serie B in una grande stagione a Cesena, e tanti altri, per un esborso totale che supera di gran lunga i 100 milioni di euro.
Nella prima stagione però arriva solo un secondo posto.
Nell’estate 2020, quindi, il club è a un bivio e l’instant team si completa per gli acquisti Inter con la firma di Achraf Hakimi dal Real Madrid ma anche di calciatori che costano poco ma hanno ingaggi importanti come Arturo Vidal e Alexis Sanchez.
Risultato, l’Inter vince lo scudetto dopo 11 anni, ma l’instant team è smantellato in fretta: assieme a Conte, se ne vanno sia Lukaku che Hakimi e la stagione successiva i nerazzurri, nonostante i chiari favori dei pronostici Serie A, sono costretti ad abdicare in favore del Milan.
Il PSG degli sceicchi
Impossibile poi non menzionare il Paris Saint-Germain, che con l’arrivo degli sceicchi del Qatar comincia…a fare compere in giro per l’Europa. Il momento in cui i parigini (che già nel 2011 acquistano Javier Pastore per 42 milioni e affidano la panchina a Carlo Ancelotti) decidono che è il ora di allestire su una squadra pazzesca è l’estate 2012. Al Parco dei Principi arrivano Zlatan Ibrahimovic, Thiago Silva, Marco Verratti ed Ezequiel Lavezzi.
E la Ligue 1, che nella stagione successiva era sfuggita, viene messa in bacheca. Nel 2013 le spese continuano, con l’approdo nella Ville Lumiere di Edinson Cavani, che il Calendario Mondiali ha messo davanti alla Corea del Sud all'esordio, Marquinhos e Lucas Digne.
Nonostante almeno un grande colpo a stagione (come David Luiz e Angel Di Maria), il PSG non riabbraccia il concetto di instant team fino al 2017, quando deve reagire al titolo vinto dal Monaco e lo fa…col botto.
Nel giro di poche settimane i parigini acquistano sia Neymar che Kylian Mbappè, gente che non ha di certo stipendi Serie B... Ma sebbene i grandi acquisti abbiano funzionato quasi sempre in campionato, ai francesi continua a sfuggire la Champions League, persino ora che hanno aggiunto persino Leo Messi alla rosa. Ennesima dimostrazione, qualora ce ne fosse il bisogno, che l’instant team non è una scienza esatta…
*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.