Si scrive “Lorenzo Insigne”, ma in fondo si legge “Napoli”. Un rapporto biunivoco e inscindibile quello tra l’attaccante cresciuto a Frattamaggiore e la società partenopea. Basterebbe considerare che Insigne, classe 1991, è di casa a Castelvolturno da ormai quasi vent’anni, con un breve intermezzo di due anni e mezzo passati in giro per l’Italia per farsi le ossa.
Nel 2012 Lorenzo Il Magnifico è tornato a Napoli e da allora è stato bandiera ma anche ago della bilancia delle fortune degli azzurri. Senza di lui, ai partenopei manca qualcosa: la fantasia che è caratteristica principale del numero 24. E da questo punto di vista il Napoli non è fortunatissimo, perché Insigne, soprattutto nelle ultime stagioni, si è scoperto particolarmente tendente agli infortuni, seppure di lieve entità.
La stagione al Pescara
E dire che nelle prime stagioni, quelle passate in prestito tra Cavese, Foggia e Pescara, il giovanissimo Lorenzo non ha quasi mai dovuto dare forfait. Il primo infortunio risale infatti alla trionfale stagione all’Adriatico con il Pescara di Zeman. In quella squadra Insigne giocava nel tridente offensivo con Ciro Immobile e a lanciare i due a centrocampo c’era Marco Verratti.
Quasi logico dunque che nella Serie B 2011/12 i ragazzi del Boemo abbiano staccato con una certa facilità il biglietto per la massima categoria, con puntate davvero semplici di Gol&Over per le scommesse calcio . In quel campionato Insigne salta cinque partite, tre delle quali perché convocato con l’Under 21.
Le uniche mancate per problemi fisici sono quelle tra gennaio e febbraio contro Crotone e Albinoleffe a causa di una contrattura.
2013/2014: sempre in campo
Tornato a Napoli dopo il secondo posto con gli abruzzesi, Insigne trova sulla panchina azzurra Mazzarri, che gli dà fiducia. E il fisico lo coadiuva, perché le uniche partite saltate sono per squalifica e per scelte del tecnico, che gli risparmia alcuni match di Europa League per averlo fresco per il campionato, in cui gli azzurri terminano secondi.
La stagione successiva, quella 2013/14, da questo punto di vista va anche meglio: in nessun caso Insigne resta fuori dall’elenco dei convocati e l’annata è quasi trionfale. Arrivano la prima volta con la fascia di capitano e la Coppa Italia vinta all’Olimpico, seppur in una serata davvero amara.
L'infortunio al crociato
La sfortuna però si sta preparando, perché dopo 24 minuti del match contro la Fiorentina del novembre 2014, Insigne esce per infortunio. La diagnosi è di quelle che non si vorrebbero mai ascoltare: rottura del legamento crociato del ginocchio destro.
La convalescenza e il recupero sono lunghi, con il trequartista che può tornare in campo soltanto a inizio aprile, saltando praticamente metà campionato. E il Napoli ne risente, perdendo all’ultima partita il terzo posto, l’ultimo utile per entrare in Champions League. In Europa League va anche peggio, perché gli azzurri, da favoriti per le scommesse si fermano in semifinale contro il Dnipro, nonostante la presenza in campo del numero 24 in entrambi i match.
Lollo con Sarri
Il Napoli 2015/16 è il primo di Sarri, che si gode il miglior Insigne e per più di qualche mese è primo in classifica, complice una partenza pessima della Juventus. Per l’attaccante l’unico match saltato per infortunio è quello (ininfluente) contro il Bruges in Europa League a causa di un affaticamento muscolare.
La cura Sarri funziona benissimo sia per la squadra che per Insigne che, nella stagione 2016/17, quasi non si perde un minuto: sempre convocato, resta in panchina in una sola partita e termina l’annata con 20 reti all’attivo.
Il trittico delle stagioni con l’allenatore toscano si conclude con il 2017/18, che per Insigne è sulla falsariga di quelle precedenti: a rovinare lo score delle presenze c’è soltanto un affaticamento muscolare che gli fa saltare la sfida di campionato con la Fiorentina e quella di Champions League contro il Feyenoord.
I numeri con Ancelotti
I problemi per Insigne arrivano l’anno dopo. Nella stagione 2018/19 sulla panchina del Napoli c’è Carlo Ancelotti, che spesso è costretto a rinunciare al suo numero 24. Nell’ottobre 2018 un affaticamento muscolare lo tiene fuori dal match con l’Udinese, mentre tra metà marzo e aprile 2019 i muscoli fanno ancora scherzi: Insigne salta di nuovo a sfida con i friulani, ma anche la Roma e l’Empoli.
Non basta, perché alcuni problemi agli adduttori lo tengono fuori anche contro Frosinone e SPAL, a chiusura di un’annata per niente fortunata. Paradossalmente, va molto meglio nella stagione 2020, visto che l’unico infortunio è traumatico, al gomito, e costringe Insigne a uno stop di una sola partita in Champions League, che sarà anche ininfluente nel cammino degli azzurri.
Amuleto nel 2021
Nel campionato 2020/2021 Insigne ha confermato la sua solita affidabilità, ma non si è fatto mancare alcuni piccoli stop. Il primo, a ottobre, con un problema al bicipite femorale che lo ha tenuto fuori dal match con l’Atalanta. Il secondo, una lieve contrattura alla coscia, lo costringe a saltare il Sassuolo.
E forse non è un caso che senza il suo capitano il Napoli abbia perso sia con i neroverdi che con la Lazio, quando Insigne era squalificato dopo gli insulti all’arbitro nel match con l’Inter. Insomma, se il Napoli vuole puntare in alto, non può non augurare buona salute al suo Lorenzo Il Magnifico. Che quando c’è si vede e quando manca…anche.
*Le immagini dell'articolo, entrambe distribuite da AP Photo, sono di Luca Bruno e Kerstin Joensson.