Quando si parla di fuoriclasse che non sono mai riusciti a vincere il Pallone d’Oro, uno dei nomi che viene sempre inserito nella lista è quello di Thierry Henry. Ma del resto, il più importante riconoscimento individuale è uno dei pochi che gli mancano, perché l’attaccante francese classe 1977, attualmente tecnico dell’Under-21 dei Bleus, ha vinto praticamente tutto (o quasi) quello che poteva.
Henry ha segnato 417 reti in 936 partite
In una carriera cominciata al Monaco e passata per Juventus, Arsenal, Barcellona e New York Red Bulls, Titì (questo il suo soprannome da sempre) ha vinto 17 trofei a livello di club, un Mondiale, un Europeo e una Confederations Cup con la nazionale francese (di cui è il secondo miglior marcatore di sempre con 51 gol in 123 presenze) e ha ottenuto un elenco di premi individuali troppo lungo per essere riportato.
Basterebbe dire che è stato per quattro volte capocannoniere della Premier League, che è entrato a far parte della Hall of Fame del calcio di Sua Maestà, che è stato votato come miglior straniero di sempre del campionato inglese e che è uno dei pochi ad aver vinto la Scarpa d’Oro per due anni di fila.
Del resto, si parla di un calciatore da 417 reti in 936 partite tra club e nazionale.
Con il Monaco 28 gol in 141 partite per Titì
Come quella di Mbappè, la carriera da professionista di Henry comincia al Monaco nella stagione 1994/95, quando il giovane attaccante si mette in mostra sia con la maglia della seconda squadra (19 presenze e 6 reti) e viene lanciato dall’allenatore, Arsene Wenger, che gli regala le prime apparizioni tra i grandi (3 gol in 8 partite).
Il club del Principato dà subito fiducia al calciatore originario delle Piccole Antille, che nella seconda stagione scende in campo 18 volte e segnando in 3 occasioni. Al Monaco Wenger schiera Henry come ala per sfruttarne il passo e il dribbling e l’idea dell’alsaziano viene premiata. Nella stagione 1996/97 il club vince il campionato francese anche grazie ai suoi 9 gol in 36 presenze.
Nell’annata 1997/98 il Monaco porta a casa la Supercoppa francese, ma soprattutto arriva in semifinale di Champions League, grazie alle 7 reti di Henry in 9 partite. Che il francese sia destinato ad altri palcoscenici è quasi scontato e quindi nel gennaio 1999 arriva la Juventus, che lo acquista per 21 miliardi per sostituire l’infortunato Del Piero. L’esperienza al Monaco termina così con 28 gol in 141 partite.
Il passaggio alla Juve di Henry
I sei mesi a Torino sono decisamente i peggiori nella carriera di Henry, che capita in una stagione sfortunata e non riesce a mettersi in luce.
Dopo appena 20 presenze e 3 reti, i bianconeri lo cedono per 10 milioni di sterline all’Arsenal, dove nell’agosto 1999 l’attaccante ritrova Wenger.
Henry bomber dell'Arsenal degli invincibili
Stavolta l’alsaziano non ha un bomber puro come David Trezeguet e decide di utilizzare Henry come attaccante centrale, invece che come esterno. È la mossa che cambia la carriera del calciatore e la storia recente dell’Arsenal.
Basterebbe pensare che con i Gunners gioca 377 partite segnando 228 reti, scendendo solo in una stagione sotto i 20 gol (e a causa degli infortuni): il suo tiro a giro di destro è leggenda!
Il suo arrivo ad Highbury e poi all’Emirates rappresenta l’inizio dell’ultimo grande ciclo del club londinese, che grazie al numero 14 vince due volte il campionato, tre FA Cup e due Charity Shields.
È l’Arsenal degli invincibili, che nella stagione 2003/04 porta a casa la Premier senza subire neanche una sconfitta e con il francese capocannoniere con 30 gol, che in totale fanno 39 comprese le coppe.
Tra 1999/2000 e 2006/07 i numeri del transalpino sono incredibili per le quote Premier League: i gol sono rispettivamente 26, 22, 32, 32, 39, 30, 33 e 12, in quella che temporaneamente è l’ultima stagione in Inghilterra.
Henry vince la Champions con il Barcellona
Nel 2007 Henry si trasferisce per 24 milioni al Barcellona, alla ricerca di quella Champions League che gli è sfuggita con i Gunners (perdendo in finale proprio contro il Barça).
Risultato ottenuto, perché nei tre anni passati al Camp Nou il francese riempie ulteriormente il suo palmares. Sotto la guida di Pep Guardiola Titì vince due volte la Liga, una Coppa di Spagna, una Supercoppa spagnola, ma soprattutto la Champions 2008/09 nell’anno del primo leggendario triplete blaugrana, a cui si aggiungono poi la Supercoppa UEFA e il Mondiale per Club per una sestina clamorosa, anche per le scommesse calcio!
A questi trionfi Henry contribuisce con 49 gol in 121 partite, soprattutto i 26 complessivi nella stagione del Triplete.
Thierry Henry negli States
A giugno 2010 il francese decide di provare una nuova avventura, quella in MLS. Firma per i New York Red Bulls, con cui termina la prima stagione con 2 gol in 12 presenze, per poi migliorare decisamente in quella successiva, chiusa con 15 marcature in 29 match.
Nel gennaio 2012 Henry fa un tanto breve quanto romantico ritorno all’Arsenal in attesa di cominciare la stagione negli USA, segnando gli ultimi due dei 228 gol con la maglia dei Gunners.
La sua carriera poi termina con altre tre stagioni a New York, vincendo anche l’MLS Supporters’ Shield e segnando un totale di 52 gol in 135 presenze, che gli fanno appendere gli scarpini al chiodo con 366 marcature in 813 partite con i club.
Henry fenomeno anche nei Bleus
Ma non si può raccontare la storia di Henry prescindendo dalla nazionale francese, in quel momento non ancora la favorita d'obbligo per le scommesse sportive. Dal momento del suo debutto, a fine 1997, l’attaccante transalpino diventa subito titolare fisso dell’attacco dei Bleus, facendo coppia anche nella selezione con l’amico Trezeguet.
Titì è Campione del Mondo nel 1998, segnando tre reti e giocando in tutte le partite tranne la finale. Tempo due anni e arriva un altro trofeo, il campionato europeo.
Il francese stavolta gioca da titolare tutte le partite e firma il trionfo continentale della Francia con tre reti, compresa quella che permette ai transalpini di pareggiare la semifinale con il Portogallo, poi vinta in rimonta.
Dopo il pessimo mondiale 2002, la Francia vince anche la Confederations Cup, di cui Henry si laurea capocannoniere con 4 reti. È l’ultimo trionfo con la nazionale per l’attaccante, che però fa in tempo a essere presente anche agli Europei del 2004 e del 2008, così come ai mondiali 2006 (uscendo in finale subito dopo il rosso a Zidane) e a quelli del 2010, dove gioca le sue ultime partite con la selezione.
Con i suoi 51 gol è stato a lungo il miglior marcatore della storia della Francia, prima di essere superato da Olivier Giroud e in attesa di vedersi passare avanti anche Kylian Mbappè. Ma di certo, la sua impronta sulla nazionale Henry l’ha lasciata. Così come (quasi) in ogni club con cui ha giocato!
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