Quando si parla di Formula 1, si dice spesso che la differenza in un Gran Premio o in una stagione la fanno il pilota e/o la macchina.
Verissimo, ma manca una componente fondamentale, ovvero le gomme. E a volte la prestazione degli pneumatici può essere ciò che trasforma una gara anonima in una cavalcata trionfale, o una vittoria sicura in un dramma sportivo.
Dal 2010 Pirelli fornitrice unica degli pneumatici F1
Certo, sono passati gli anni in cui c’erano due produttori di gomme, quando tra il 2000 e il 2009 erano la Bridgestone (che riforniva la Ferrari) e la Michelin (che riforniva McLaren, Williams e Renault) a contendersi la vetta assieme alle scuderie.
Ormai dal 2010 è l’italiana Pirelli che fornisce le gomme a tutte le scuderie, ma questo non significa certo che gli pneumatici si comportino in maniera uguale per ogni monoposto.
Anzi, ogni vettura è disegnata in maniera diversa e questo si ripercuote non poco sull’usura delle gomme, come dimostra lo strapotere, anche per le scommesse sportive, Red Bull nel campionato 2023 anche grazie alla capacità della macchina di Verstappen e di Perez di affaticare poco o nulla gli pneumatici, permettendo ai piloti di gestirli al meglio e al muretto di pensare strategie diverse dagli altri.
Le sei tipologie di mescole
Ma quali sono le regole per l’utilizzo delle gomme durante i giorni di gara in Formula 1? I regolamenti sono in continuo aggiornamento e nel 2023 c’è anche stato il collaudo di una nuova formula che riguarda le prove e che potrebbe essere introdotta a breve.
Bisogna comunque partire dicendo che la Pirelli per la stagione 2023 ha preparato sei tipologie di mescole, dalla più morbida (la C5) alla più dura (la C0, introdotta in questa stagione).
Durante un weekend di gara, le scuderie hanno a disposizione tredici set di pneumatici slick, ovvero quelli senza scanalature: otto set di gomme morbide, tre di gomme medie e due di gomme dure. Ma nonostante le mescole diverse siano sei, ne vengono scelte dalla casa produttrice solamente tre, che vengono annunciate all’inizio della settimana in cui si svolge la gara.
Le diverse tipologie di pista e le condizioni atmosferiche in cui si gareggia fanno inoltre sì che quella che per un Gran Premio è considerata la mescola più dura può diventare quella media o addirittura quella morbida nel GP successivo.
I colori delle gomme in Formula Uno
Dal punto di vista visivo, la Pirelli ha aiutato i tifosi a casa, codificando con l’utilizzo dei colori le diverse mescole che vengono utilizzate durante un Gran Premio.
La mescola più morbida (detta la soft) è rappresentata da un cerchio rosso attorno alla gomma. Si tratta del pneumatico che garantisce le migliori prestazioni sul giro secco, ma anche quello che si consuma con più facilità.
La mescola media (la medium) è di colore giallo e rappresenta il punto di equilibrio tra velocità e longevità, mentre quella più dura (la hard) è bianca ed è quella che tiene per un maggior numero di giri, peccando però nei tempi sul giro.
In questo modo gli spettatori possono sempre sapere quali pneumatici monta in quel momento una determinata vettura.
Quali sono gli pneumatici da pioggia
Ma non sono solo questi i colori, perchè esistono anche gomme con il cerchio verde e quelle con il cerchio celeste. Le verdi sono le gomme intermedie, quelle utilizzate in situazione di pioggia leggera, che hanno delle leggere scanalature e che di solito si utilizzano con pista appena bagnata o che si sta asciugando.
E infine ci sono quelle celesti, quelle da pioggia, anche dette full-wet, con scanalature più pesanti, che garantiscono il grip migliore anche in condizioni di pista totalmente bagnata.
Va sottolineato però che nelle ultime stagioni le situazioni che una volta avrebbero visto l’utilizzo delle full-wet sono spesso state neutralizzate dai commissari di gara con la bandiera F1 che segnala lo stop alla corsa.
Il numero di pneumatici intermedi e full-wet previsti per ogni weekend di gara è rispettivamente di 4 e 3.
Ma passiamo all’utilizzo delle gomme nel weekend di gara. Dei tredici set di gomme lisce (8 soft, 3 medium e 2 hard) con cui si parte, si arriva alle qualifiche con solo sette, perchè due vengono restituiti al termine di ogni sessione delle prove libere.
Uno di questi set viene poi riconsegnato alle vetture che raggiungono la Q3 (dove ovviamente si utilizza la mescola più veloce), il che dà un vantaggio anche alle macchine più lente, che così si ritrovano un set di gomme soft in più durante la gara.
L'obbligo di due mescole diverse per la gara
Per quanto riguarda la formula della gara Sprint, per le prove si utilizza un set di soft, mentre per la corsa Sprint vera e propria non c’è obbligo di mescola e neanche di cambio gomme.
E nel Gran Premio domenicale, che succede? Che in regime di pista asciutta tutte le vetture devono usare almeno due mescole diverse, costringendo così tutti a effettuare almeno un pit-stop F1. Se invece la gara viene definita “bagnata”, non c’è più l'obbligo di utilizzo di mescole diverse.
Il futuro è per il risparmio di un set
La grande novità che potrebbe poi essere inserita in futuro si chiama Alternative Tyre Allocation ed è stata provata nel Gran Premio d’Ungheria 2023. Si tratta di un cambio regolamentare che è fatto nell’ottica di risparmiare set di gomme.
Con la nuova struttura, che ha effetto sulle prove ufficiali, non c’è più la possibilità di scegliere quale mescola usare nelle qualifiche in situazione di pista asciutta.
Le monoposto devono dunque obbligatoriamente affrontare il Q1 con la gomma hard, il Q2 con la medium e il Q3 con la soft. Il primo tentativo, quello all’Hungaroring, non è piaciuto troppo ai piloti, ma il ragionamento è quello di riuscire a risparmiare due set di gomme per vettura a GP, che fanno quindi 40 ogni weekend di gara.
Altro elemento che andrà man mano a scomparire è quello delle termocoperte, quelle che le scuderie utilizzano per tenere in temperatura le gomme. Intanto ne è stato diminuito l’utilizzo possibile e poi le temperature, che prima raggiungevano i 100 gradi, sono state portate a 70 per le gomme slick, a 40 per le intermedie e a 30 per le full-wet.
La possibile eliminazione però piace poco ai piloti, che temono che gomme poco in temperatura possano rappresentare un pericolo di incidenti. Dunque, tutto è ancora in divenire. Un po’ come la maggior parte delle regole che vanno a toccare le gomme…
*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.