Quando a inizio novembre del 2022 Gerard Piquè ha annunciato il suo ritiro dal calcio, molti sono stati sorpresi.
Del resto il catalano è un classe 1987, ha la stessa età di Leo Messi e qualche anno in meno di altri campioni come Modric o Ibrahimovic, che invece di appendere gli scarpini al chiodo non ne vogliono ancora sapere, anzi, come nel caso dello straordinario attaccante svedese continuano a collezionare record di longevità!
L'incredibile bacheca di Gerard Piquè
Ma c’è anche chi ha compreso benissimo la scelta dell’ex difensore. Intanto perchè il suo livello agonistico era sceso e Piquè aveva già fatto capire che non avrebbe accettato di fare panchina.
Poi perché, a ben vedere, il catalano aveva già vinto tutto quello che poteva vincere: nella sua sterminata bacheca ci sono otto campionati spagnoli, sette coppe di Spagna e sei supercoppe con il Barcellona, nonché un campionato inglese, una coppa di lega e una Community Shield con il Manchester United.
Se poi si passa alle competizioni internazionali, spuntano quattro Champions League (una con lo United e tre con il Barcellona), tre Supercoppe, tre Coppe del Mondo per Club.
E volendo metterci in mezzo anche la nazionale spagnola, è difficile dimenticare il Mondiale del 2010 e l’Europeo del 2012.
Piquè e la società di investimento Kosmos
Ma la realtà è che probabilmente Piquè ha capito di essere…troppo impegnato. Già, perchè anche quando era ancora un calciatore, il catalano ha cominciato a creare un vero e proprio impero economico, fondando la società di investimento Kosmos, che ha cominciato una crescita esponenziale in diversi settori, soprattutto in quello dello sport e in quello, in rapida espansione, degli e-sports.
Il primo grande impatto della Kosmos (e di Piquè) è arrivato quando nel 2018a c’è stato un accordo con la Federazione Internazionale Tennis per la trasformazione della leggendaria Coppa Davis.
Si tratta di una partnership che nelle idee iniziali sarebbe dovuta durare 25 anni e del valore di tre miliardi di dollari. La nuova Davis, però, non ha ottenuto il riscontro di pubblico e mediatico che ci si aspettava ed è stata parecchio criticata in particolare da giocatori e addetti ai lavori.
Il risultato è stato che a inizio 2023 la partnership è saltata, quando la ITF ha accusato la Kosmos di non aver rispettato gli obblighi finanziari previsti dal contratto.
Piquè proprietario della FC Andorra
Un altro intervento nello sport sembra invece andare a gonfie vele per Piquè. Sempre attraverso la Kosmos, il catalano ha infatti acquistato a fine 2018 l’FC Andorra, che nonostante rappresenti il piccolo stato dei Pirenei è inserito nella piramide calcistica spagnola.
Il club, che all’epoca era nella sesta serie iberica, è costato appena 200mila euro e ora vale molto di più, considerando che è già arrivato in Segunda Division, la Serie B spagnola, e che la rosa a disposizione di Eder Sarabia, ex vice allenatore di Piquè al Barcellona ai tempi di Quique Setien, è valutata 16 milioni.
Di mezzo c’è stato il controverso passaggio nella Segunda Divison B avvenuto nella stagione 2019/20, quando l’Andorra ha “comprato”, pagandolo oltre 400mila euro, il titolo sportivo del Reus, che era stato escluso dal campionato per problemi finanziari, di fatto saltando una categoria.
Nella stagione 2021/22 è arrivato il primo posto nella Primera Division RFEF (ovvero la Serie C iberica), che ha portato alla storica promozione in Segunda. E se l’obiettivo di Piquè è davvero quello di portare, anche per le quote Serie A l’Andorra tra le big del calcio spagnolo, non è così improbabile che l’ex difensore non ce la faccia in tempi molto brevi.
Piquè Re Mida
Del resto, se si esclude la complicata avventura con la Coppa Davis, Piquè sembra un novello Re Mida, in grado di trasformare in oro tutto quello che tocca. Basta pensare a Sorare, un mix tra i videogiochi, il fantacalcio e la raccolta di figurine.
Questo concetto, su cui lo spagnolo ha investito circa 4 milioni di euro, è poi stato supportato finanziariamente anche da aziende di prima fascia e da altri imprenditori (come il secondo uomo più ricco del Giappone, Masayoshi Son), portando l’azienda a valere 3 miliardi di dollari.
Per non parlare di quando la Kosmos ha acquistato i diritti di trasmissione spagnoli della Copa America 2021 o della sua partnership con lo streamer Ibai Llanos, che ha portato alla nascita di un team di esports, che ha permesso a Piquè e ai suoi di competere nel campionato europeo di League of Legends.
La Kings League di Piquè
L’ultima grande impresa di Piquè è però certamente la Kings League, un nuovo format calcistico, che ha messo insieme grandi ex calciatori come Iker Casillas o Sergio Aguero, mischiandoli a diversi content creator social.
Il torneo di calcio a sette ha regole che differiscono da quelle tradizionali e che richiamano più ai concept dei videogiochi, includendo persino “armi speciali”, possibilità illimitate di sostituzioni, giocatori mascherati e con un passato tra i pro e novità sempre più incredibili che vengono implementate di volta in volta e annunciate ovviamente via social.
Il successo della Kings League è stato enorme, con numeri impressionanti per le trasmissioni live delle partite, al punto che la TV pubblica catalana ha trasmesso uno dei match su uno dei suoi canali. La Final Four del torneo si è disputata al Camp Nou di Barcellona e ha visto la presenza di oltre 92mila spettatori sugli spalti dell’impianto del Barça.
Gerard Piquè ha patrimonio di 90 milioni di euro
I circa 3 milioni di euro generati dalla Final Four della Kings League si vanno ad aggiungere al patrimonio netto personale stimato di Piquè, che è di circa 90 milioni di euro.
Bisogna infatti considerare che, oltre agli investimenti attraverso la Kosmos, ci sono anche oltre 15 anni di carriera ad altissimi livelli per il catalano, che nel corso delle stagioni ha sempre ricevuto stipendi importantissimi.
Anzi, a volte ci sono state persino polemiche tra l’ex calciatore e la stampa, che sosteneva che il difensore guadagnasse quasi 30 milioni a stagione, con la risposta social di Piquè che nel 2022 è arrivato a mostrare un bonifico di metà del suo stipendio annuale, dimostrando che invece il totale era di circa 6 milioni.
Ma se gli ultimi anni, tra la crisi del Barça, la riduzione degli ingaggi concordata con la società e la possibilità che il club avesse dei debiti nei confronti del calciatore, sono di difficile ricostruzione, di certo c’è che fino al rinnovo firmato nel 2018 Piquè guadagnava oltre 10 milioni di euro a stagione e che negli anni tra il 2008 e il 2014 non è mai sceso sotto i 5.
Dunque, anche se non sono veri i 30 a stagione più recenti, di certo tra gli stipendi del Barcellona, il catalano non ha mai avuto un ingaggio basso al Camp Nou!
*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.