Negli ultimi anni è diventato decisamente impossibile parlare dell’Atalanta senza nominare Gian Piero Gasperini. Il tecnico piemontese ormai non è più un “semplice” allenatore, ma parte integrante della storia della Dea.
Sotto la sua guida la squadra si è trasformata da provinciale ostica in un club in grado di poter lottare con frequenza per la qualificazione alle coppe europee, fino ad arrivare addirittura a stagioni in cui i nerazzurri hanno raggiunto la Champions League e sognato addirittura di poter vincere lo scudetto o fare una sorpresa pazzesca a tutta Europa.
Il traguardo delle 300 panchine del Gasp a Bergamo
Il primato di Emiliano Mondonico
Il legame tra il tecnico e l'Atalanta
L'irraggiungibile record del Trap
Il traguardo delle 300 panchine del Gasp a Bergamo
E per il Gasp la stagione 2022/23 è importantissima anche per un motivo molto personale: il muro delle 300 partite sulla panchina dell’Atalanta.
Un numero che è uno spartiacque in quanto cifra tonda, ma anche per un altro paio di motivi. Il primo è che Gasp, che a Bergamo è arrivato all’inizio della stagione 2016, vede l’Atalanta superare…il Genoa nella sua personalissima classifica delle panchine.
Al timone del Grifone in due diversi periodi (2006/10 e poi 2013/16), l’allenatore di Grugliasco è stato 297 volte, un numero molto alto, che forse lui stesso non pensava avrebbe mai raggiunto dalle parti di Zingonia, tanto da essere protagonista di una vera e propria Era Gasp!
Il primato di Emiliano Mondonico
E 300 significa anche…una in più di 299.
Logico, vero, ma anche molto significativo, perché 299 era il primato di panchine della storia dell’Atalanta, detenuto, prima dell’approdo di Gasperini, da una leggenda nerazzurra come Emiliano Mondonico.
Il legame tra il tecnico e l'Atalanta
Si capisce dunque con facilità l’eccezionalità di una tale longevità alla guida di un club, soprattutto in un calcio che solitamente fagocita i tecnici con una velocità impressionante a dir poco.
Del resto, di Bergamo ormai Gasperini è cittadino onorario, una decisione che la città ha preso nel 2019, l’anno del primo dei tre terzi posti consecutivi della squadra. E proprio in virtù della scommesse vincente di ingaggiarlo e dei risultati mai visti da quelle parti, il tecnico è diventato letteralmente intoccabile.
Persino quando ci sono state frizioni con simboli della squadra, come nel caso di Alejandro “Papu” Gomez, la società e i tifosi si sono sempre schierati con l’uomo che ha trascinato la Dea a lottare per il tricolore e a sfiorare le semifinali di Champions League.
E sebbene si parli spesso di un possibile finale del rapporto tra l’Atalanta e l’allenatore piemontese, non è poi così improbabile che l’era Gasperini possa continuare ancora a lungo, fino a poter sognare magari di fare qualche altro primato.
L'irraggiungibile record del Trap
Quale? Beh, ci sarebbero le 600 panchine con la Juventus di Giovanni Trapattoni. Il tecnico di Cusano Milanino è colui che ha lanciato il Gasperini calciatore negli anni Settanta.
Il Trap ha guidato i bianconeri in due periodi diversi (dal 1976 al 1986 e poi di nuovo dal 1991 al 1994), vincendo 7 campionati, due Coppe Italia, la prima Coppa dei Campioni della storia juventina, una Coppa delle Coppe, due Coppe UEFA e una Coppa Intercontinentale.
Il Gasp può vantare appena la metà delle panchine alla guida di una sola squadra e una bacheca vuota, se si escludono i premi ricevuti per il lavoro svolto.
Ma considerando che ormai si gioca molto di più e che l’Atalanta quando prende parte alle Coppe Europee gioca quasi sempre 50 match a stagione, potrebbero bastarne 6 al tecnico per raggiungere quella cifra.
Certo, difficile immaginare di raggiungere altre leggende come Sir Alex Ferguson (1.500 panchine con il Manchester United) o Guy Roux (1.631 con l’Auxerre), ma già avvicinarsi al Trap sarebbe un titolo di merito non indifferente per Gasperini.
Con la vittoria a Dublino, Gasperini nella Top 10
Ma di fronte a pietre di paragone così importanti, la domanda si pone: qual è il posto di Gian Piero Gasperini nel calcio italiano? Intanto si parla del secondo allenatore di quelli attualmente nella massima serie per numero di panchine in Serie A, preceduto soltanto da Luciano Spalletti. E considerando che rispetto al toscano Gasp ha iniziato dieci anni dopo, a causa della lunga gavetta nelle giovanili della Juventus, si tratta di un risultato considerevole.
Al termine della stagione l’allenatore dell’Atalanta, tra i top stipendi anche dei tecnici del campionato, avrà anche fatto irruzione nella top 10 di tutti i tempi, mettendo nel mirino mostri sacri come Fulvio Bernardini o un collega dalla carriera lunghissima come Francesco Guidolin. Insomma, dal punto di vista dei numeri, poco da dire sull’importanza di Gasperini per il pallone tricolore.
Il discorso però si sposta inevitabilmente sui risultati. Gasp sembra aver trovato la sua dimensione soltanto a Genova, sponda rossoblù, e a Bergamo, luoghi in cui ha potuto lavorare senza l’assillo del risultato a tutti i costi e in cui si è trovato a lavorare con calciatori che probabilmente hanno recepito meglio il suo modo di pensare e di lavorare.
L’unica esperienza in una big, quella brevissima all’Inter, è stata fallimentare e ha lasciato qualche dubbio sulla capacità di Gasperini di gestire giocatori con un ego che li porti al contrasto con la guida tecnica della squadra.
D’altro canto però trasformare l’Atalanta in un club rispettato nell'elaborazione delle quote delle scommesse Serie A, capace di giocarsela ad armi pari con le migliori squadre d’Italia e d’Europa non è un risultato da poco. Dunque, possibile che prima o poi qualche altro top club gli dia un’occasione. Anche se dovesse significare…non poter provare a raggiungere il Trap!
*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo. Prima pubblicazione 16 settembre 2022.