Tanta storia, ma poca gloria. Il Tottenham Hotspur Football Club è facilmente riassumibile in questa maniera. La società londinese è sempre una delle prime che viene in mente quando si parla di Premier League, ha avuto nelle sue fila calciatori leggendari come Paul Gascoigne e Gary Lineker, ma guardando alla bacheca le gioie sono rare e anche abbastanza sporadiche. Basterebbe pensare che in quasi 140 anni gli Spurs hanno vinto solo due volte il campionato e che l’ultimo trionfo risale al 1961.
La difesa a tre di Antonio Conte
I centrocampisti all'Enfield Training Centre
Non va meglio nelle coppe, nonostante una Coppa delle Coppe e due Coppe UEFA, perché l’ultima vittoria è una League Cup nel 2008, unico successo del nuovo millennio. E nonostante il Tottenham si sia solidamente posizionato tra le big inglesi, arrivando addirittura a giocarsi la finale di Champions League nel 2019, al club manca qualcosa. Quel qualcosa, il presidente Levy spera possa darlo Antonio Conte, da poco assunto come allenatore. Ma con quale materiale umano si ritrova a lavorare l’ex CT azzurro? Da chi è composta la rosa degli Spurs?
I portieri degli Spurs
In porta c’è una sicurezza e forse è anche riduttivo definire così il portiere campione del mondo in carica. Hugo Lloris è il capitano del Tottenham e anche della nazionale francese ed è la pietra angolare degli Spurs che negli ultimi anni hanno lanciato l’assalto al mondo. Il transalpino, nonostante sia un classe 1986, è ancora fondamentale per il club, che però ha comunque voluto puntare su un dodicesimo importante.
E quindi ecco Pierluigi Gollini, ex Atalanta, alla sua seconda esperienza inglese dopo le giovanili dello United e un periodo all’Aston Villa. L’estremo difensore tricolore, che ha fatto anche esperienza in Champions con la Dea, è il perfetto rincalzo del transalpino, con la possibilità di imporsi poi come numero uno quando l’età di Lloris lo costringerà a fermarsi più spesso o…definitivamente.
Chiude il tris dei portieri il giovane Brandon Austin, prodotto del vivaio.
La difesa a tre di Antonio Conte
Per la sua classica difesa a tre, Conte avrà l’imbarazzo della scelta per quanto riguarda i centrali. A partire da Cristian Romero, grande acquisto estivo degli Spurs.
L’argentino ha fatto benissimo in Copa America, vinta a Rio contro i padroni di casa, da sfavorito come quota calcio scommesse ed è volato a Londra, in prestito ma con un obbligo di riscatto allo scattare di determinate condizioni da 50 milioni più bonus. E l’ex Atalanta ha già fatto capire che quei soldi saranno ben spesi.
Tra i compagni di reparto spicca anche il colombiano Davinson Sanchez, scuola Ajax, che se nelle prime stagioni non aveva convinto troppo, ora è uno dei pilastri della retroguardia degli Spurs. Così come Eric Dier, che da mediano ha ormai terminato la sua trasformazione in difensore e può rappresentare il centrale dai piedi buoni che imposta la manovra dei londinesi da dietro.
Chi di certo ha un futuro roseo è Japhet Tanganga, altro prodotto del vivaio, spedito nella mischia da Mourinho in un periodo complicato e che ha dato parecchie garanzie, guadagnandosi la stima dei compagni e della società. E a chiudere il pacchetto dei centrali c’è il gallese Joe Rodon, che non viene chiamato in causa spesso, ma che dà sempre il suo contributo.
I centrocampisti all'Enfield Training Centre
La differenza, nelle idee di Conte, la deve fare il centrocampo, sia che si parli di centrali che di esterni a tutta fascia. Tra questi ultimi, il tecnico sarà felice di creare una sana competizione… A destra ci sono due tipologie di calciatori totalmente diverse. Il brasiliano ex Barça Emerson Royal è il classico terzino arrembante, che in a centrocampo può essere devastante vista la copertura alle spalle.
L’irlandese Matt Doherty, invece, è più guardingo e può offrire ottime opzioni quando bisogna essere più attendisti. Stessa situazione a sinistra, ma con numeri aumentati. I due terzini offensivi sono Sergio Reguilon e Ryan Sessegnon, entrambi considerati stelle del futuro qualche anno fa. Lo spagnolo a 24 anni sta trovando la sua dimensione, mentre l’inglese, classe 2000, sta faticando un po’ di più. Il laterale difensivo, invece, è l’affidabile gallese Ben Davies, che non avrà il dribbling dei due colleghi, ma può certamente dire la sua nei contrasti e nei ripiegamenti.
L’unico dubbio che riguardava il modulo all’arrivo di Conte era legato al numero dei centrocampisti centrali: due oppure tre? Al momento il tecnico sembra aver optato per un 3-4-3 (o 3-4-2-1 a seconda degli interpreti), anche perché la scelta al centro del campo non è molto ampia.
Il nuovo pretoriano del leccese è certamente il danese Pierre-Emile Höjbjerg, centrocampista di lotta e di governo, con quelle caratteristiche di dinamicità e coraggio che tanto piacciono all’ex allenatore dell’Inter.
Se si cerca il talento, invece, meglio puntare su Giovanni Lo Celso, argentino dalla classe abbagliante che con Conte potrebbe fare il salto di qualità definitivo. Gli altri a disposizione in mediana sono il più difensivo Harry Winks, ennesimo prodotto del florido vivaio del club, così come il giovane Oliver Skipp.
E poi c’è l’oggetto finora misterioso, Tanguy Ndombele. Il francese, pagato 60 milioni al Lione, non ha convinto né Mourinho né Espirito Santo e dovrà riuscire a far vedere attraverso il lavoro al nuovo allenatore che in questa squadra ci può stare.
Gli attaccanti del Tottenham
E poi si arriva all’attacco, dove Conte trova i calciatori di maggior talento della rosa. Sul centravanti, non si può fare molto meglio di Harry Kane. Il centravanti degli Spurs, nonché capitano dei Tre Leoni, voleva andare via in estate, ma alla fine chissà che rimanere controvoglia non sia stata la sua fortuna. Il tecnico conta su di lui e, visto il rendimento di Lukaku all’Inter, chissà che non riesca addirittura a migliorare i numeri dell’inglese.
L’altra stella del reparto è ovviamente Heung-min Son, forse il più costante di tutti per impegno e per rendimento: il coreano rappresenta sempre un'opzione valida come marcatore nelle quote Premier League!
Se il tecnico conta su uno dei calciatori del tridente affinché si sacrifichi in copertura, con Son è una botte di ferro. Per l’altro posto tra i titolari la lotta è comunque molto serrata, perché in rosa ci sono calciatori che farebbero comodo a tantissime altre squadre.
Come il brasiliano Lucas Moura, l’eroe che ha spedito il Tottenham in finale di Champions nel 2019 o due esterni dal futuro assicurato come lo spagnolo Bryan Gil (acquistato in estate) e l’olandese Steven Bergwijn, arrivato ormai da quasi due anni.
E infine il grande cruccio degli Spurs: Dele Alli. Il trequartista, se si parla di giocatori inglesi e talento puro, è tra i migliori della squadra e dell’intera Premier League. Peccato per il poco impegno, già sottolineato da Mourinho e che con Conte dovrà sparire, perché il tecnico non guarda in faccia nessuno. E per l’inglese il messaggio sembra abbastanza chiaro: o l’ex CT lo farà esplodere, o gli mostrerà serenamente la porta…
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