Giocare in uno stadio pieno per i calciatori è certamente una marcia in più. Sono tante le situazioni in cui il supporto dei tifosi gioca un ruolo decisivo nello svolgimento di una partita o, perché no, di un’intera competizione.
Come nei ripetuti sold out dell'Olimpico, il ruggito di decine di migliaia di persone quando la squadra di casa sta tentando una rimonta può far ribollire il sangue di chi è in campo. Allo stesso modo, anche il canto dei pochi supporter in trasferta è in grado di ricordare a chi gioca lontano da casa l'importanza del match per la propria tifoseria.
Ma che succede quando i tifosi invece di incitare fischiano? Si tratta di una situazione abbastanza comune e non soltanto limitata al tentativo di destabilizzare gli avversari. Dagli stadi più scalcinati alle cattedrali del pallone, ovunque succede di sentire fischi anche per i giocatori della squadra che il pubblico in teoria dovrebbe sostenere.
E se fischiano gli 80mila di San Siro di uno dei record d'incassi italiani quando Leao non entra in partita o quelli del Santiago Bernabeu, persino i giocatori mentalmente più forti rischiano di risentirne.
Lukaku ed Icardi avversari dell'Inter
Un esempio relativamente recente è quello che riguarda Romelu Lukaku. Il centravanti belga è tornato a San Siro con la maglia della Roma dopo un’estate in cui sembrava destinato prima a rimanere all’Inter e poi ad andare alla Juventus.
Il pubblico nerazzurro non ha apprezzato il “tradimento” del centravanti e l’ha accolto con bordate di fischi nel match del girone d’andata della Serie A 2023/24. Risultato, il bomber giallorosso è stato impalpabile, forse anche perché subire il pubblico ogni volta che si tocca il pallone non è il massimo della vita.
San Siro però non perdona neanche i propri idoli. E su questo possono testimoniare sia un giocatore dell’Inter che uno del Milan. Il nerazzurro in questione è Mauro Icardi, ex bomber e capitano interista, prima opzione di capocannoniere per le quote Serie A quando giocava in Italia. Nel 2016 l’argentino pubblica la sua biografia, in cui racconta un diverbio con i tifosi della Curva Nord in maniera non proprio lusinghiera.
Risultato, fischi a San Siro alla partita successiva e richiesta di togliergli la fascia. Nel 2019 va anche peggio. Il centravanti attacca a brutto muso la tifoseria dopo i fischi piovuti in seguito a una sconfitta casalinga e in capo a poche settimane la situazione precipita.
Luciano Spalletti gli toglie il simbolo del comando del gruppo e la curva lo addita di nuovo, fischiando a ogni pallone toccato. Alla fine di quella stagione Icardi lascia l’Inter dopo sei anni ad Appiano Gentile per accasarsi al Paris Saint-Germain.
Donnarumma il più fischiato di sempre
Stessa destinazione ma problemi diversi per Gianluigi Donnarumma. A fargli ricevere quintali di fischi (e anche di banconote finte) sono le diverse trattative per il suo rinnovo con il Milan.
Quella del 2017 è la prima, con il portiere appena diciottenne che ottiene un rinnovo importantissimo, da 6 milioni a stagione più l’ingaggio in rossonero di suo fratello Antonio. Cifre che secondo la tifoseria sono eccessive per chi arriva dalle giovanili e professa amore per il club. A fine anno, durante un match con il Verona, la curva contesta l’estremo difensore, che scoppia in lacrime.
La frattura viene ricomposta, ma nel 2021 quel quadriennale da 6 milioni all’anno è in scadenza. E stavolta Donnarumma non rinnova, preferendo volare al PSG al termine della stagione. Una scelta legittima, ma che fa infuriare il tifo milanista.
Da quel momento ogni apparizione a San Siro del portiere è contornata da fischi e striscioni, ma anche di lanci di banconote (dette, con una certa ironia, “Dollarumma”), come nel caso del match tra i rossoneri e il PSG in Champions. E persino quando Donnarumma si è presentato a Milano nelle vesti di portiere della nazionale non sono mancate le contestazioni.
I fischi nervosi dell'Old Trafford
In certi casi poi non si salva nessuno, né i giocatori, né il tecnico né la dirigenza. È il caso del Manchester United, che da quando ha visto ritirarsi Sir Alex Ferguson non ha più vinto la Premier League e che, soprattutto, si è visto superare dai cugini del City come club più importante della città di Manchester.
Praticamente tutti gli allenatori che sono succeduti allo scozzese hanno ricevuto la loro porzione di fischi, così come la società e in particolare la famiglia Glazer.
L’ultima contestazione di massa a Old Trafford in ordine di tempo è arrivata nell’ottobre 2023, in seguito all’ennesimo derby perso. Il City di Guardiola è passato in casa dei cugini per 0-3 con una doppietta del solito Haaland, scatenando l’ira dei supporter dei Red Devils, che non hanno risparmiato la squadra in campo, il tecnico Erik Ten Hag e la proprietà.
Del resto i tifosi dello United non le hanno mandate a dire neanche a Cristiano Ronaldo, soprattutto nella sua seconda esperienza a Old Trafford. Nel periodo finale, prima del controverso addio con l’approdo in Arabia Saudita, il cinque volte Pallone d’Oro spacca la tifoseria, che in parte fischia Ten Hag per la sua gestione, mentre altri accusano il portoghese di avere più a cuore se stesso che lo United.
Ma siccome si parla pur sempre di CR7, il campionissimo di Madeira ha spesso risposto ai fischi a suon di gol, quasi…caricato dall’ostilità del proprio pubblico.
Al Santiago Bernabeu si deve vincere con il bel gioco
E poi ci sono stadi molto, molto difficili da accontentare. È decisamente il caso del Santiago Bernabeu, capace di fischiare sonoramente il Real Madrid dopo la qualificazione ai quarti di finale di Champions League 2023/24.
La squadra di Carlo Ancelotti ha infatti rischiato grosso contro i tedeschi dell’RB Lipsia e il pubblico di fede madrilena non le ha mandate a dire ai suoi, spedendoli negli spogliatoi nel bel mezzo di una mini-contestazione sia al termine del primo tempo, dominato dai sassoni, che della ripresa, nonostante il pareggio avesse permesso alle Merengues di passare il turno, come da pronostico per le scommesse calcio.
Del resto, chi lavora al Real sa bene che da quelle parti vincere è fondamentale, ma bisogna anche farlo con un certo stile di gioco. E quando la squadra non dà lo spettacolo che il palcoscenico del Bernabeu merita, scattano i fischi e le classiche pañolade, il gesto con cui l’intero stadio contesta sventolando semplicemente fazzoletti bianchi. Anche da quelle parti, comunque, si fischiano eccome anche gli avversari, specialmente se hanno tradito.
Come nel caso di Alvaro Morata, a cui da quando è passato all’Atletico Madrid non viene mai risparmiato un trattamento…di favore quando torna alla Casa Blanca da grande ex o, addirittura, quando gioca con la maglia delle Furie Rosse, come nello splendido, anche per le relative opportunità di scommesse sportive, 3-3 tra Spagna e Brasile!
Ma almeno lo spagnolo può consolarsi: beccarsi i fischi personalizzati in quello che forse è lo stadio più iconico del mondo non è mica da tutti!
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