Un oro e un argento da favorita per i pronostici Giochi Olimpici. Sette ori, sei argenti e sei bronzi mondiali. Quattordici ori, otto argenti e dieci bronzi europei. Due ori ai Giochi del Mediterraneo, altrettanti (più un argento e un bronzo) alle Universiadi, due argenti agli Europei giovanili.
Ancora, centoventisette ori (sì, non è un errore), trentacinque argenti e quindici bronzi ai campionati italiani.
E poi, tanto per non farsi mancare nulla, anche il record mondiale nei 200 m stile libero, quello europeo nei 400 m e quello nazionale sui 100 m. Numeri alla mano, difficile sorprendersi del fatto che Federica Pellegrini, nata a Mirano il 5 agosto 1988, sia soprannominata “La Divina” e che sia unanimemente considerata la miglior nuotatrice tricolore di tutti i tempi.
Fede, la stella delle acque!
Di diverso da moltissime altre colleghe (e anche rispetto a nuotatori di sesso maschile), Federica Pellegrini ha una longevità agonistica che fa spavento. In uno sport massacrante come il nuoto, è facile esplodere da giovanissimi, rimanere in cima per una manciata di anni e poi arrendersi al tempo che passa e alla fatica. Le eccezioni sono rare e la veneta in questo fa decisamente il paio con il leggendario Michael Phelps, considerando che a 32 anni compiuti non ha alcuna intenzione di abbandonare le corsie.
Anzi, la federazione le ha già concesso il pass automatico per le Olimpiadi di Tokyo 2021, le quinte della sua lunga e incredibile carriera, per permetterle di preparare al meglio l’appuntamento a cinque cerchi. Il segreto? Come ha spiegato lei stessa, sentirsi costantemente come quella quindicenne che nel 2003 ha cominciato ad affacciarsi alle grandi competizioni e non ha smesso più di nuotare e di vincere anche da outsider per le scommesse.
Tra Atene e Pechino
Del resto, ne aveva compiuti sedici da pochi giorni quando ad Atene 2004 ha provato a stupire il mondo. Miglior crono in semifinale dei 200 m con tanto di primato italiano, ma al momento della verità l’inesperienza si fa sentire. L’oro lo vince la romena Potec per 19 centesimi, un’inezia. Ma l’argento basta e avanza per diventare la più giovane medagliata individuale della storia tricolore.
E per vincere ci sarà tempo eccome. Il primo oro è all’Europeo in vasca corta nel 2005, dopo aver sfiorato la vittoria ai mondiali, stavolta per appena 13 centesimi. Il 2006 è caratterizzato da un infortunio e dal cambio di allenatore: nelle mani di Pierluigi Castagnetti, la Pellegrini diventa la Divina.
Nel 2007 arriva addirittura il record mondiale dei 200 m stile libero nella semifinale iridata a Melbourne, ma dura poco: l’oro lo vince la rivale Manadou, togliendole anche il primato. Ma nel 2008 nessuno può fermare Federica: oro nei 400 m con record mondiale agli europei, ma soprattutto il gradino più alto del podio a Pechino, con un altro primato del mondo, stavolta nella gara giusta. Il primo oro olimpico del nuoto femminile italiano. E per quanto possa sembrare assurdo, il meglio deve ancora venire.
2009: l'anno d'oro di Fede!
L’anno d’oro, in tutti i sensi, della Divina è infatti il 2009. Si comincia con i Giochi del Mediterraneo, in cui arrivano due ori (400 m, con record del mondo, e staffetta 4x100 m stile libero). E poi arriva Roma. I Mondiali si tengono nella Città Eterna e non c’è posto migliore per entrare nel mito. Oro sia nei 200 m che nei 400 m, entrambe le volte con record mondiale.
E il primato sui 200 m resiste ancora, per il live betting undici anni dopo l’impresa. In realtà arriva anche la vittoria nei 200 m agli europei in vasca corta, ma c’è poco da festeggiare: a ottobre viene a mancare lo straordinario maestro Castagnetti e il 2010 è quindi un’annata particolare, sotto la guida di Stefano Morini.
Federica si dedica anche agli 800 m, con un buon terzo posto agli europei (dove vince invece i 200 m) e l’oro a quelli in vasca corta. A fine anno “rompe” con Morini e si allena con Philippe Lucas, che era stato tecnico della sua rivale Manadou. I risultati non mancano, perché a Shanghai nel 2011 ripete la doppietta di Roma, ma non basta per continuare il rapporto. Nel 2012 arrivano altri due ori europei, ma anche una delusione profonda: a Londra solo due cinque posti e parecchie critiche, che la portano a decidere di prendere un anno sabbatico e di affidarsi di nuovo a Lucas.
Gli anni successivi sono un susseguirsi di imprese e risultati al di sotto delle attese. Nel 2013 la Pellegrini si presenta ai mondiali per difendere i suoi due titoli, ma ottiene solo l’argento nel 200 m. Va meglio agli europei in vasca corta, con l’oro nella sua distanza preferita e il bronzo nei 400 m. L’anno successivo gli europei regalano due ori, nei 200 m e nella staffetta 4x200 m stile libero, ma arriva la seconda rottura con Lucas.
Portabandiera a Rio
L’ennesimo cambio di tecnico la porta a lavorare con Matteo Giunta, già vice dello stesso francese. Nel 2015 doppio argento ai mondiali di Kazan e due ori europei in vasca corta. Un buon viatico per il 2016, in cui a Londra ci sono gli Europei: arriva il quarto oro consecutivo nei 200 m, con tris di argenti nelle staffetta.
Ma a Rio, dove arriva da portabandiera della rappresentativa italiana, altra delusione olimpica: nella gara dei 200 m, l’unica individuale a cui si presenta, arriva quarta. Negli anni successivi l’altalena continua. Il 2017 porta l’oro mondiale nei 200 m, così come il 2019. Nel mezzo, un altro anno sabbatico nel 2018, oltre a quello (forzato) targato 2020. E adesso si punta a Tokyo.
Ma parlando di Federica Pellegrini non ci si può soffermare solo sulle medaglie e sui primati. C’è anche la Divina fuori dalle corsie. Dove, neanche a dirlo, è comunque una stella. La sua vita privata ha visto parecchio interesse, soprattutto per quello che riguarda il fidanzamento con Filippo Magnini, una storia durata sei anni. Ma anche il rapporto con Luca Marin, ex della sua rivale Manadou, ha condito ulteriormente lo scontro tra due delle migliori nuotatrici della loro generazione.
Tra TV, pubblicità e contratti
Non le sono mancate le esperienze in TV, tra cui quella a Sanremo a Italia’s Got Talent, ospitate di livello come a C'è Posta per Te ma soprattutto gli sponsor. Sono tante le holding internazionali che l’hanno voluta come testimonial: Audi, Enel, Michelin, Yamamay, Swarowksi, Procter&Gamble, oltre ovviamente alle sponsorizzazioni tecniche come Mizuno e Jaked.
Video tratto dalla pagina YouTube della JAKED FRANCE
Il tutto per introiti annuali che nel 2012 hanno toccato i 4 milioni annui e che nel 2019 sono comunque valutati sui due milioni, anche grazie ai 300mila euro guadagnati con uno spot Enel.
Perché Federica Pellegrini è sì una nuotatrice, ma rappresenta molto di più: è lo sport italiano al femminile, bello, vincente e famoso. E, come le è accaduto molto spesso in carriera, anche in questo la Divina…vale oro.
*Le immagini dell'articolo, entrambe distribuite da AP Photo, sono di David J. Phillip e Matt Slocum.
Prima pubblicazione 17 febbraio 2021.