Per i tifosi più giovani, Enrico è solamente… il papà di Federico Chiesa.
Ma quelli che hanno qualche anno in più saranno d’accordo nel dire che al momento il calciatore della Juventus non ha ancora raggiunto le vette toccate dal padre, che nel corso della sua lunga e prestigiosa carriera ha vestito le maglie (tra le altre) di Sampdoria, Parma, Fiorentina e Siena, realizzando 216 reti in 599 partite con le squadre di club, a cui vanno aggiunte le 7 marcature nelle 17 presenze in nazionale.
Tanta gavetta in C all'inizio per Enrico Chiesa
Nato a Genova nel 1970, Chiesa inizia la sua carriera nel Pontedecimo, arrivando in prima squadra prima di compiere 17 anni. Viene quindi notato dalla Sampdoria, che lo inserisce nel suo settore giovanile e che nella stagione 1988/89 lo fa esordire in prima squadra, nel match che vede i blucerchiati affrontare la Roma.
Per trovare il campo tra i grandi però l’attaccante deve aspettare una serie di prestiti che lo vede girare lo Stivale in diverse categorie. Si comincia con la C2, giocata nella stagione 1990/91 con la maglia del Teramo, che Chiesa conclude con 35 presenze e 7 reti. Si sale di livello, con la C1 sempre in Abruzzo, stavolta a Chieti, ma i numeri rimangono simili: 27 match giocati e 7 marcature.
Nella stagione 1992/93 la Samp decide di tenere in rosa il suo gioiellino, ma l’impatto con la Serie A non è semplice, anche perché Sven-Goran Eriksson lo schiera da esterno di centrocampo.
Dunque, il genovese nella prima annata completa nella massima categoria fa registrare 26 presenze e solo un gol, il primo in A, segnato nel 3-1 contro l’Ancona.
Ci vogliono altri due prestiti per far sbocciare definitivamente il suo talento. Prima quello al Modena, in Serie B, dove l’attaccante segna 14 gol in 37 partite, ma soprattutto l’annata 1994/95, in A con la maglia della Cremonese, quella in cui il mondo del calcio tricolore si accorge di Enrico Chiesa. Per lui 38 match in grigiorosso e 14 reti, decisive per la salvezza del club lombardo.
La stagione top alla Samp ed il passaggio al Parma
Rotto il ghiaccio ai massimi livelli, Chiesa torna alla Sampdoria, giocando una stagione 1995/96 memorabile, conclusa con 22 reti in 27 partite che gli valgono il secondo posto in classifica marcatori (che sarebbe primo senza calci di rigore).
A quel punto arriva il Parma, che individua in lui il perfetto partner di attacco di Hernan Crespo.
I ducali lo pagano 25 miliardi di lire, una cifra molto importante che risulterà però ben spesa. Già nella prima stagione al Tardini l’attaccante classe 1970 realizza 16 gol in 31 partite, che diventano 21 in 46 match in quella successiva. L’annata più importante della carriera del ligure è però certamente quella 1998/99, in cui il Parma si aggiudica due coppe con il suo fondamentale contributo.
Nella bacheca del club emiliano arrivano infatti la Coppa Italia, vinta ai calci di rigore contro la Fiorentina, ma soprattutto la Coppa UEFA, sollevata al cielo di Mosca dopo un 3-0 all’Olympique Marsiglia.
La rete che chiude la finale è l’ottava in altrettante partite in Europa per Chiesa, che si aggiudica anche il titolo di capocannoniere della competizione e chiude la stagione con 18 gol in 43 partite. Nella primavera 1999 termina anche la sua esperienza al Parma, che parla di 55 marcature in 120 presenze.
Chiesa alla Fiorentina e le altre squadre toscane
La tappa successiva della carriera di Chiesa è Firenze. La Viola lo acquista per 30 miliardi, ma la prima stagione non è molto positiva, complice una collocazione tattica che non lo valorizza. I numeri parlano di 12 reti in 39 partite, in un’annata in cui la Fiorentina non solo lotta per lo scudetto, ma fa bene anche in Champions League.
Va molto meglio nella stagione 2000/01, in cui Chiesa si prende la centralità nella rosa dei toscani anche visto l’addio di Gabriel Omar Batistuta. Si tratta della migliore annata della carriera di Chiesa, che chiude con 27 gol in 40 partite in tutte le competizioni, 22 dei quali in Serie A, che gli valgono, a sorpresa per le quote Serie A, il terzo posto nella classifica marcatori, ma anche con la conquista della sua seconda Coppa Italia.
La stagione 2001/02 inizia benissimo per l’attaccante ligure, ma termina con 6 gol in 8 partite, visto il grave infortunio al ginocchio che lo terrà fermo a lungo. Nella stessa stagione la Fiorentina, senza le reti del suo calciatore, retrocede e fallisce in seguito a parecchi problemi finanziari. Chiesa dunque rimane senza squadra dopo tre anni all’Artemio Franchi in cui segna 45 gol in 87 match.
Nell’estate 2002 si trasferisce alla Lazio, e dopo una stagione da 7 gol in 29 presenze, compreso il gol qualificazione al Maraka di Belgrado, accetta l’offerta del Siena. In bianconero Chiesa, che all’epoca ha 33 anni, trova una nuova giovinezza, giocando per 5 anni, pur segnando meno. Il totale con la maglia del club toscano parla di 34 gol in 134 partite, andando però tre volte in doppia cifra nelle prime tre stagioni.
Nell’estate 2008, lasciato il Siena, il ligure decide di chiudere la carriera ancora in Toscana, stavolta con la maglia del Figline.
Nella prima delle due stagioni in maglia gialloblù Chiesa segna 8 gol in 25 match, contribuendo alla vittoria del campionato di Lega Pro Seconda Divisione e alla conseguente promozione nella categoria superiore. L’ultima stagione della sua carriera, quella 2009/10, termina con 2 reti in 13 presenze, che portano il suo totale tra i professionisti a 216.
I numeri di Enrico Chiesa in Nazionale
C’è infine da considerare l’esperienza di Enrico Chiesa con la maglia della nazionale italiana. Il suo esordio arriva nel 1996, al termine dell’ottima stagione con la maglia della Samp, con Arrigo Sacchi che lo fa giocare contro il Belgio, match in cui l’attaccante segna il primo dei suoi 7 gol in azzurro.
Si ripete alla seconda presenza, agli Europei contro la Repubblica Ceca in un gironcino nel quale Nedved e soci di minoranza si qualificano a sorpresa per le scommesse calcio per i quarti di finali, ma negli anni successivi il suo utilizzo è sporadico da parte sia di Cesare Maldini (che comunque lo porta ai Mondiali 1998 in un roster offensivo clamoroso) che di Dino Zoff, con una dozzina di presenza, ma quasi sempre da subentrato.
L’ultima partita con la maglia della nazionale è la numero 17, giocata nel 2001 a Perugia, mentre l’ultima rete è quella segnata nel 1999 contro il Galles in un match valido per la qualificazione agli Europei del 2000.
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