Nel mondo del ciclismo, solitamente, ci si trova davanti a scelte difficili. Quella principale è certamente… il terreno di caccia. Arrivati a un certo punto, se non ti chiami Filippo Ganna bisogna decidere se dedicarsi alla strada oppure alla pista.
Viviani e Rossi, i portabandiera
Quante medaglie in carriera per Viviani
Certo, si possono fare entrambe le cose, ma è quasi sempre complicato riuscire ad eccellere quando si devono conciliare due mondi all’apparenza così simili, ma in realtà diversissimi.
Viviani e Rossi, i portabandiera
La storia degli azzurri, però, dimostra che non è esattamente così. Ai più avanti con gli anni viene sicuramente in mente il grande Silvio Martinello, velocista in grado di vincere alcune tappe nei grandi giri, ma soprattutto oro olimpico nella corsa a punti ad Atlanta.
Ma, palmares alla mano, il suo erede Elia Viviani sta facendo decisamente meglio. Al punto che mentre Paola Egonu sfilerà con il vessillo del CIO, sarò lui, assieme a Jessica Rossi, uno dei portabandiera dell’Italia a Tokyo.
Le sei discipline dell'Omnium
Gran parte del merito della scelta va certamente alla prestazione dell’atleta veneto a Rio, quando si è imposto nell’Omnium facendo esultare tutto quanto il Paese. Un trionfo cercato e guadagnato attraverso la fatica, perché si parla della disciplina più lunga e complicata del ciclismo su pista.
Come suggerisce il nome stesso, l’Omnium premia il migliore… in tutto, anzi in sei diverse specialità. E non è semplice battere tutti quando l’avversario principale si chiama Mark Cavendish, un altro che fra pista e strada è una leggenda del ciclismo mondiale. Nei due giorni di gara, Viviani si è difeso nello scratch (corsa su pista da 15km), arrivando settimo.
Poi ha cominciato a recuperare il terreno perduto nell’inseguimento individuale, non la sua specialità ma un punto di forza, arrivando terzo.
La differenza poi l’azzurro l’ha fatta vincendo la corsa a eliminazione, di cui è stato campione europeo nel 2019. Il resto è stata ottima gestione, con il terzo posto nella corsa a cronometro, il secondo nel giro lanciato e una tranquilla sesta posizione nella corsa a punti finale a oro pressoché già ottenuto.
Quante medaglie in carriera per Viviani
Il degno coronamento di una carriera che in pista ha sempre regalato a Viviani grandissime soddisfazioni a livello continentale, ma che quando si parla di campionati mondiali racconta di parecchie delusioni.
Agli Europei nel corso degli anni il veneto ha davvero sbancato, vincendo sette ori per le scommesse Italia, un argento e tre bronzi a partire dal 2011, tra competizioni individuali e quelle a squadre.
Ai campionati iridati, però, la storia è spesso stata diversa. Già nel 2011 Viviani si è dovuto accontentare dell’argento nello scratch, mentre nel 2015, un anno prima di Rio, la delusione è stata doppia e cocentissima: un argento e un bronzo, rispettivamente nell’Americana e nell’Omnium.
Logico dunque che l’azzurro sia arrivato sulla pista brasiliana con parecchia voglia di rivincita, incanalata nelle sei gare dell’Omnium e terminata con l’oro al collo e con l’onore di portare la bandiera nella spedizione Azzurra da record a Tokyo 2021.
Elia Viviani tra Giro e Tour
Giochi in cui Viviani, nonostante una carta di identità che segna ormai 32 primavere, resta comunque da tenere d’occhio, perché negli ultimi anni ha continuato a vincere con continuità e si è preparato alla perfezione per le gare di Tokyo.
Ma anche quando si passa dalla pista alla strada, Viviani sa benissimo come si fa a vincere. Basterebbe pensare che nel 2019 si è imposto ai campionati europei nella prova in linea, dopo che due anni prima aveva raggiunto l’argento.
L’annuncio del ruolo da portabandiera, del resto, gli è arrivato mentre era in sella, durante una tappa del Giro d’Italia.
Una competizione che ovviamente il veneto ama particolarmente e di cui ha vinto in carriera cinque tappe, più la maglia ciclamino (la casacca che spetta al ciclista che raccoglie il maggior numero di punti) nell’edizione 2018, quella in cui ha portato a casa addirittura quattro frazioni. Negli altri grandi giri, il palmares di Viviani parla anche di tre vittorie di tappa alla Vuelta de España e di una frazione conquistata al Tour de France nel 2019.
Senza poi dimenticare la vittoria nei campionati italiani in linea nel 2018.
Elia: obiettivo Tokyo 2021
Negli ultimi mesi l’azzurro ha ovviamente dovuto diminuire l’allenamento su strada, visto che come ha spiegato lui stesso soltanto gli ultimi venti minuti di una corsa su strada allenano davvero anche per le specialità della pista. Ma questo non gli ha impedito comunque di vincere due tappe dell’Adriatica-Ionica race che si sono disputate a giugno.
Insomma, nonostante un anno di ritardo, Elia Viviani arriva a Tokyo con grandissime speranze per le scommesse ciclismo e con un tricolore da sventolare assieme a Jessica Rossi. La speranza è che la bandiera la veda anche salire dal gradino più alto del podio come accaduto ormai cinque anni fa.
Del resto, considerando che anche la sua compagna Elena Cecchini è un talento del ciclismo tricolore, che suo fratello Attilio è anche lui professionista e che Viviani gestisce anche un negozio di bici nella sua Vallese di Oppeano, un altro oro Olimpico nella bacheca sarebbe decisamente…di casa.
*L'immagine di apertura è di Victor R. Caivano (AP Photo).