A volte, nel nome c’è davvero scritto un destino. In altre, invece, il futuro è incastonato nel cognome. Ed è decisamente il caso di Domenico Tedesco, allenatore nato in Calabria, ma che ha vissuto sin dalla tenera età, neanche a dirlo, in Germania.
Tedesco nelle giovanili dello Stoccarda
Domenico Tedesco: che impresa allo Erzgebirge Aue
Domenico Tedesco allenatore dello Schalke 04
Spartak Mosca: il viaggio di Tedesco in Russia
La sua famiglia si è trasferita dalla provincia di Cosenza quando il piccolo Domenico aveva appena due anni per seguire suo padre, che aveva trovato un impiego nel land del Baden-Württemberg. Il calcio è subito una passione, al punto che Tedesco fa tutta la trafila delle giovanili con la maglia di un club locale, l’ASV Aichwald, che gli offre anche l’occasione di cominciare ad allenare. Ma il pallone non sembra poter dare al classe 1985 il futuro sognato, quindi meglio studiare.
Tedesco nelle giovanili dello Stoccarda
Dunque, Domenico Tedesco è laureato in ingegneria industriale e, tanto per non farsi mancare nulla, prende anche un master che sarà particolarmente premonitore: gestione dell’innovazione.
A offrirgli la possibilità di vivere di calcio arriva lo Stoccarda, che lo incarica di allenare le formazioni giovanili. È l’opportunità sognata da una vita, che convince Tedesco ad abbandonare il futuro nell’ingegneria per gettarsi a capofitto nella sua passione.
Ma siccome l’amore per il proprio lavoro non basta, bisogna studiare. Tedesco non se lo fa ripetere due volte e, mentre ha l’incarico di tecnico dell’Under-17 all’Hoffenheim decide di frequentare i corsi della federazione tedesca.
Nella Coverciano teutonica ci va con un collega che è destinato a diventare altrettanto famoso. Julian Nagelsmann all’epoca è l’allenatore dell’Under-19 del club di Sisenheim e i due ottengono assieme il patentino che permette loro di guidare squadre di primo livello.
E quando escono le graduatorie, il voto più alto non è quello del mini-Mourinho di Landsberg am Lech, bensì quello del figlio dell’immigrato che arriva dalla Calabria. Una bella soddisfazione, che porta anche delle conseguenze pratiche. Quando Nagelsmann viene promosso alla guida della prima squadra dell’Hoffenheim, a Tedesco viene assegnata l’Under-19 che era del tecnico bavarese.
Domenico Tedesco: che impresa allo Erzgebirge Aue
Se in giro è libero un allenatore così promettente, in Germania non è che si facciano poi troppi problemi a dargli fiducia. E quindi nel 2017 arriva la prima panchina vera e propria per Tedesco, che ad appena 32 anni prende la guida dell’Erzgebirge Aue, club della Sassonia che milita in Zweite Bundesliga. La situazione quando il tecnico arriva è pressoché disperata.
I viola sono a un passo dalla retrocessione, ma l’italo-tedesco riesce in un vero e proprio miracolo: da inizio marzo a fine maggio la squadra ottiene i punti necessari non solo per evitare la discesa diretta in 3. Liga, ma anche per non finire invischiata nei sempre complicati spareggi. La posizione finale è il quattordicesimo posto, che fa tirare un sospiro di sollievo ai sassoni, ma che soprattutto proietta immediatamente Tedesco tra i migliori giovani tecnici di Germania.
E da lì a guidare un club dalla tradizione importante e con una tifoseria tanto calda, quanto esigente, il passo è decisamente breve.
Domenico Tedesco allenatore dello Schalke 04
A puntare su di lui è il glorioso Schalke 04, che gli affida una rosa piena di talenti e di giovani interessanti. Basterebbe pensare che Tedesco, che nel frattempo diventa l’allenatore più giovane della storia del club di Gelsenkirchen, si ritrova a guidare Weston McKennie, Leon Goretzka, Thilo Kehrer, Alexander Nübel, Breel-Donald Embolo e un altro “paisà” italo-tedesco come Daniel Caligiuri.
La scommessa dei Minatori, che poi così qualificabili come scommesse non sono, paga eccome. Alla sua prima stagione in Bundesliga, Tedesco porta lo Schalke al secondo posto in classifica, anche se ovviamente a distanza siderale (21 punti di distacco) dal Bayern Monaco pigliatutto. Ma il fatto che lo Schalke riesca a tenere dietro in classifica i vicini e rivali del Borussia Dortmund vale moltissimo per la tifoseria del club.
E in uno strano scherzo del destino, Tedesco si mette alle spalle praticamente tutto il suo passato: al terzo posto c’è l’Hoffenheim, guidato dall’amico Nagelsmann, mentre al settimo c’è lo Stoccarda, la squadra che ha dato al tecnico nato in Calabria la prima opportunità di vivere di calcio, seppur giovanile. E visto che è annata di esordi, c’è anche la possibilità per la prima cavalcata in Coppa di Germania, in cui lo Schalke perde in semifinale contro l’Eintracht di Francoforte, che poi vincerà il trofeo.
La stagione successiva inizia con un altro tuffo nel passato. Tra le amichevoli dello Schalke spunta quella con l’Erzgebirge Aue, che dà un dispiacere a Tedesco battendo la sua squadra per 1-0. Ma il match del cuore è quello con la Fiorentina, che lo stesso tecnico ha sempre indicato come la sua squadra preferita. Un amore nato ai tempi in cui al Franchi regnava…l’Imperatore Terim, un collega per cui Tedesco nutre un’enorme ammirazione.
Il 3-0 alla Viola sembra di buon auspicio, ma la stagione non inizia per nulla bene. Per lo Schalke arrivano cinque sconfitte consecutive e la panchina del tecnico traballa non poco. A salvarlo c’è la qualificazione agli ottavi in Champions League, grazie al secondo posto nel girone.
In Bundesliga però le cose continuano ad andare male. Tra gennaio e marzo la squadra inanella una serie di risultati negativi e gli ottavi di finale di Champions sono la goccia che fa traboccare il vaso: lo Schalke viene sepolto di gol dal Manchester City di Pep Guardiola, che vince 2-3 in Germania ma soprattutto 7-0, risultato "altro" per le quote calcio all’Etihad, portando il club alla decisione di esonerare Tedesco.
Spartak Mosca: il viaggio di Tedesco in Russia
Che però non si perde d’animo e decide di nuovo di…emigrare. Stavolta il destino lo porta in Russia, alla guida dello Spartak Mosca, dove con gli italiani hanno un buon rapporto dopo il campionato vinto con in panchina Massimo Carrera. Anche l’esperienza moscovita, però, è avara di soddisfazioni. Tedesco prende la squadra in nona posizione nell’ottobre 2019 e riesce a traghettarla al settimo posto nella Premier Liga.
La stagione successiva le prestazioni sono decisamente migliori, visto che lo Spartak ottiene il secondo posto dietro allo Zenit campione e così facendo si guadagna la possibilità di accedere alle qualificazioni per la Champions League. Ma la Russia non è nel futuro del tecnico, che nel maggio 2021 decide di lasciare il club per motivi personali.
La lontananza dalla famiglia lo convince a tornare in Germania. I tifosi dello Spartak, comunque, gli riservano tributi e onori, a dimostrazione dell’ottimo lavoro svolto anche da quelle parti. E chissà quale sarà il prossimo club a puntare sul giovane prodigio del calcio italo-tedesco, uno che in fondo alla scuola per allenatori…aveva voti migliori dell’attuale allenatore del Bayern Monaco!
*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.