Esordire in Champions League contro il Barcellona ad appena 18 anni e ritrovarsi dopo tre minuti sul dischetto un certo Leo Messi, subendo così il primo gol della propria carriera nella massima competizione europea. Quella del Camp Nou poteva essere una serata terrificante per Ruslan Neshcheret, portiere della Dinamo Kiev. Il giovanissimo estremo difensore è finito in porta per carenza di altre opzione da parte di Mircea Lucescu, ma non ha per nulla demeritato.
Anzi, se gli ucraini sono tornati a casa perdendo solo 2-1 il merito è in gran parte suo. E se Messi ci ha provato eccome ad aumentare il proprio bottino personale, Neshcheret non si è certamente fatto spaventare, salvando un calcio di punizione della Pulce che sembrava destinato ad insaccarsi.
Oltre ad… una serie di altre conclusioni del Barcellona, che per raddoppiare ha dovuto tirar fuori dal cilindro un colpo di testa di Piquè su cui il diciottenne non è davvero potuto arrivare. E alla fine i dati parlano di una prestazione maiuscola, con 12 parate e soli due gol al passivo, quando gli expected goal blaugrana… erano oltre sei.
Sensazionale per attenzione e sicurezza la prestazione dell'ucraino Anatoliy Trubin contro l'Inter!
Il mito Casillas
È nata una stella? È abbastanza presto per dirlo, ma di certo l’esordio di Neshcheret ha ricordato quelli di alcuni grandissimi del ruolo. Come Iker Casillas, primatista per numero di partite, che il 15 settembre 1999 fa la sua prima presenza in Champions League a 18 anni e 118 giorni, addirittura più giovane dell’ucraino, che è nato a gennaio del 2002.
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— 888Sport.it (@888sport_it) November 9, 2020
John Toshack lo spedisce in campo dall'inizio nonostante in rosa ci sia un certo Bodo Illgner come titolare e un secondo affidabile come Albano Bizzarri. Ma il giovanissimo spagnolo si fa valere, anche se la prima partita non è poi così memorabile. Il match tra il Real Madrid e l’Olympiakos finisce 3-3, con Casillas che prende due gol dal brasiliano Giovanni e uno da Zlatko Zahovic.
Abbastanza per togliergli il posto, ma sia il tecnico gallese che Vicente del Bosque, che sostituisce Toshack dopo undici giornate, sono cocciuti. Tempo neanche un anno, il 24 maggio 2000 Iker Casillas diventa il portiere più giovane a giocare e a vincere la finalissima, nel 3-0 dei Blancos al Valencia di Cuper.
Il record di Mile Svilar
Per molti anni l’esordio di Casillas è stato da record, prima che nel 2017 arrivasse Mile Svilar. Il debutto del belga di origini serbe però è da ricordare in tutti i sensi. L’estremo difensore scende in campo a 18 anni e 52 giorni con la maglia del Benfica contro il Manchester United e fa…davvero la storia. Il match finisce 1-0 per i Red Devils, che violano l’Estadio Da Luz proprio grazie a Svilar.
Il portiere delle Aquile non solo non trattiene un calcio di punizione di Rashford, ma riesce anche a spedirselo da solo in porta. Attualmente, il portiere più giovane della storia della Champions League (e va ricordato che si parla di presenze a partire dalla fase a gironi) è un altro belga, Maarten Vandevoordt, sceso in campo nella edizione 2019/2020 con la maglia del Genk a 17 anni e 287 giorni.
Per lui esordio complicato contro il Napoli, che al San Paolo non ha pietà del giovanissimo portiere: finisce 4-0 con tripletta di Milik e rete di Mertens. Ma a discolpa del belga, va sottolineato che due delle reti partenopee arrivano da calcio di rigore.
Il non... esordio!
Storie altalenanti dunque per i giovanissimi portieri che esordiscono in Champions League. Ma Neshcheret, oltre a Casillas, può buttare ancora un occhio alla Spagna per altri modelli certamente fortunati. Tra i più “verdi” ad essere gettati nella mischia nella massima competizione europea spuntano infatti anche Reina e De Gea. L’attuale portiere della Lazio viene lanciato nel 2001 dal Barcellona contro il Fenerbahce a 19 anni e 61 giorni, in un match che i blaugrana vincono per 1-0.
La carriera dello spagnolo poi racconta di parecchie soddisfazioni sia con i club (Liverpool, Bayern e Napoli) che, soprattutto, con la nazionale spagnola (un mondiale e due europei, anche se non certo da protagonista). Anche De Gea arriva presto sotto i riflettori: l’Atletico Madrid lo spedisce in campo a 18 anni e 327 giorni in un match contro il Porto. Finirà 2-0 per gli avversari, ma la storia professionale del basco è comunque talmente buona che è complicato dire che l’esordio non gli abbia portato fortuna.
Fuori dai più giovani, ma non certo per colpa loro, due fenomeni del ruolo. Gigi Buffon fa due turni preliminari, poi esordisce nella fase a girone nel settembre 1997, quando ha già 19 anni e quasi otto mesi, essendo nato nel gennaio 1978. Per lui la prima tra i grandissimi arriva in un pareggio contro lo Sparta Praga.
Il Parma non andrà avanti nella competizione, facendo presagire quella che sarà una vera e propria maledizione per SuperGigi nei confronti della Champions: per lui, che ha vinto praticamente tutto, zero affermazioni continentali. E neanche la gioia di essere… il più vecchio calciatore della storia della competizione, considerando che ha ancora davanti Marco Ballotta.
Clamoroso anche il caso di Gigione Donnarumma che, al 30 giugno 2021, non avrà ancora esordito in Champions!
Parlando di precocità, va anche peggio a Manuel Neuer, che fa il suo debutto (in una sconfitta dello Shalke contro il Valencia) nel settembre 2007, quando ha già più di vent’anni. Non che sia stato un problema per il Panzer, che da quel momento di strada ne ha fatta eccome e ora, assieme al Mondiale 2014, ha in bacheca anche due Champions League con tanto di doppio triplete ed è ancora favorito per le scommesse sportive online per l'edizione corrente!
Un qualcosa a cui forse il giovanissimo Neshcheret non potrà aspirare. Ma come dimostrano certe storie, nella vita mai dire mai…
*Le immagini dell'articolo, entrambe distribuite da AP Photo, sono di Joan Monfort e Luca Bruno.