Spesso la storia si fa lontano dai riflettori e il calcio non fa certamente eccezione. Gli occhi di mezzo mondo sono puntati sulla Champions League, ma ad eccezione dei tifosi delle due squadre saranno pochi quelli davvero interessati al match tra Juventus e Dinamo Kiev, con i bianconeri già qualificati alla fase ad eliminazione diretta.
Eppure all’Allianz Stadium avverrà qualcosa di mai visto prima: Stephanie Frappart, francese, classe 1983, sarà la prima donna ad arbitrare un match della massima competizione continentale. Stavolta guiderà una squadra di colleghi tutta maschile, a differenza di quando ha scritto il suo nome nella storia del calcio, arbitrando la finale di Supercoppa Europea 2019 tra Liverpool e Chelsea assieme ad altre quattro colleghe.
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— 888Sport.it (@888sport_it) December 1, 2020
All’epoca Klopp dichiarò che se i Reds avessero giocato come il quintetto in rosa aveva arbitrato, avrebbero vinto per 6-0. Il che spiega la fiducia nella UEFA nei confronti della francese, che in questa stagione ha anche diretto il match di Europa League tra Leicester e Zorya Lugansk. E a tutto questo va aggiunto che si parla anche del primo arbitro donna della storia della Ligue 1, arbitrando il pareggio per 0-0 tra Amiens e Strasburgo del 28 aprile 2019
La prima ad arbitrare la Coppa Uefa
Stephanie Frappart non però è stata il primo arbitro donna a dirigere un match di una competizione UEFA, perché guardando al passato la transalpina ha un modello a cui ispirarsi. A rompere le barriere è stata la svizzera Nicole Petignat, che nel 2003 è stata designata per il match del turno preliminare della Coppa UEFA 2003/04 tra gli svedesi dell’AIK e gli islandesi del Fylkir.
Per lei in carriera anche la finale della Coppa del Mondo femminile nel 1999 e dell’Europeo del 2001, ben 91 incontri di Super League Svizzera e anche la finale della coppa nazionale nel 2007. Oltre ovviamente al ruolo da internazionale, ottenuto dalla FIFA nel 1998.
La prima internazionale
Anche in questo caso, però, c’è qualcuno che ha fatto di meglio. La prima donna a ottenere la qualifica di internazionale è infatti la canadese Sonia Denoncourt, che è stata promossa al top della gerarchia arbitrale nel 1994.
Per lei c’è anche la distinzione di essere il primo arbitro donna ad aver diretto un match professionistico maschile in Brasile, nel 1997. Ai suoi ordini, per il Campionato Paulista, c’erano il Sao Josè e il Palmeiras di Cafu. E proprio il due volte campione del mondo si ricorderà bene di quel match, considerando che ha, il non certo apprezzato primato, di essere il primo calciatore mai espulso da una donna nel calcio verdeoro.
Storie tedesche
Uno degli arbitri donna più celebri di sempre ha invece da poco annunciato il suo ritiro. Bibiana Steinhaus ha diretto la Supercoppa tedesca 2020 tra Bayern Monaco e Borussia Dortmund e poi ha… appeso il fischietto al chiodo, tornando a tempo pieno alla sua occupazione da poliziotta. Per lei il record di essere l’unica direttrice di gara della storia della Bundesliga, la prima in carica di una partita della massima divisione, il match del 10 settembre 2017 tra Hertha Berlino e Werder Brema, dopo una gavetta durata dieci anni nelle categorie inferiori e nella coppa di Germania.
Il nome di Bibiana Steinhaus è anche legato a un paio di controversie che hanno segnato nel corso degli anni l’evoluzione dell’arbitraggio al femminile. La prima è il celebre caso Demirbay, quando l’attaccante del Fortuna Dusseldorf nel 2015 l’ha insultata dopo aver ricevuto il secondo giallo. Per il tedesco sono arrivate cinque giornate di squalifica, più l’obbligo di arbitrare un match di calcio femminile giovanile.
Ancora più scalpore ha fatto la decisione da parte della TV di stato iraniana di non trasmettere la partita tra Bayern Monaco e Augsburg del febbraio 2019 proprio perché a dirigere il match c’era una donna. Alla luce dei riflettori, comunque, la tedesca è abituata, anche considerando che da ormai quattro anni ha una relazione con un collega, l’inglese Howard Webb, ex internazionale che ha diretto la finale di Champions 2010 (quella del Triplete) e poche settimane dopo anche quella di Coppa del Mondo tra Spagna e Olanda.
Appunto, e in Inghilterra? Anche la patria del calcio ha aperto le porte alle donne col fischietto, anche se l’esordio assoluto in un match professionistico è del tutto…casuale. Amy Rayner, classe 1977, era il quarto… uomo nel match di Championship tra Coventry e Nottingham Forest del 9 febbraio 2010. Peccato che l’arbitro titolare, Tony Bates, si sia fatto male e sia stato costretto a lasciare il posto alla collega, che ha diretto gli ultimi venti minuti della partita.
Il caso Aguero
Al momento però la direttrice di gara più celebre oltremanica è certamente Sian Massey-Ellis, finita sotto i riflettori per il “caso Aguero”, avvenuto mentre fungeva da assistente nel match tra Manchester City e Arsenal. Il Kun l’ha abbracciata dopo una decisione non condivisa, scatenando un dibattito sul possibile significato sessista del gesto dell’argentino. Anche Sian Massey-Ellis ha fatto il suo debutto europeo, sempre come guardalinee, nella partita di Europa League tra PSV e Linzer nel 2019.
In Italia invece a cambiare i paradigmi è stata Cristina Cini, assistente arbitrale nella CAN di A e B, prima della scissione nel 2010. Per lei il 24 maggio 2003 è arrivato il debutto nel campionato di Serie A, come guardalinee in una quaterna guidata da Tiziano Pieri nel match tra la Juventus e il Chievo Verona terminato 4-3, con un'incredibile tripletta, per le scommesse calcio, di Oliver Bierhoff, all'ultima da professionista!
Assieme a Trefoloni diventa anche la prima italiana impegnata nella direzione di un match continentale maschile, quando, sempre da guardalinee, prende parte alla partita tra Bate Borisov e Steaua Bucarest per il preliminare della Champions League 2007/08. Non è però ancora stato possibile vedere una donna arbitrare un match di Serie A, finora al massimo si è arrivati alla Serie C. Ma non è detto che vedere Stephanie Frappart fare di nuovo la storia non serva anche a far cambiare le cose in Italia…
*Le immagini dell'articolo, entrambe distribuite da AP Photo, sono di Emrah Gurel e Laurent Gillieron.