Due finali, notti magiche e un trofeo che, per ora, manca nella bacheca di Massimiliano Allegri. La Champions è parte integrante della carriera del tecnico livornese, andato due volte vicinissimo al diventare l’ottavo tecnico italiano a vincere la Champions League.
Fin dai tempi del Milan però Allegri aveva dimostrato una certa dimestichezza con alcune “notti magiche”, anche se con i rossoneri non è mai andato oltre i quarti di finale.
La prima volta non si scorda mai, e risale al febbraio del 2013. A San Siro i rossoneri ospitano il Barcellona di un inarrestabile Leo Messi, autore di sessanta reti in cinquanta partite in quella stagione. Un Milan perfetto riuscì a bloccare l’argentino, che non calciò in porta mentre l’unico tiro verso lo specchio dei blaugrana fu di Xavi, innocuo per Abbiati.
Dopo un primo tempo chiuso sullo 0-0 nella ripresa è Kevin Prince Boateng a far esplodere San Siro con un sinistro dal limite dell’area che non lascia scampo a Victor Valdes. Il Milan tiene, lascia il possesso al Barça di Villanova ma non va mai in difficoltà, anzi riesce addirittura a raddoppiare a dieci minuti dalla fine. Un contropiede iniziato da Niang, gestito perfettamente da El Shaarawy permette a Muntari di realizzare il gol del 2-0 che fa sognare i tifosi rossoneri in vista del ritorno.
Peccato che al Camp Nou si scatena il ciclone Messi, autore di una doppietta nel 4-0 che porta i blaugrana, favoriti per le scommesse online ai quarti di finale di Champions.
Le notti bianconere
Alla prima stagione in bianconero è subito finale di Champions, grazie soprattutto al 3-0 di Dortmund dove, però, la Juve dimostra di essere semplicemente la squadra più forte.
Il capolavoro tattico di Allegri arriva l’anno successivo, quando il tecnico livornese va a un passo da un’impresa leggendaria. Negli ottavi di finale del 2015/16 i bianconeri devono affrontare il Bayern di Guardiola, forse la favorita alla vittoria della Champions. A Torino nel match d’andata non c’è storia nei primi 60 minuti, ma il Bayern non la chiude e la Juve recupera lo 0-2 andando a Monaco con un positivo 2-2 rimediato in casa.
Al ritorno manca Dybala e Mandzukic non è al meglio, per questo Allegri punta su Morata in un tridente “di corsa” con Alex Sandro e Cuadrado. La Juve domina all’Allianz, segna subito con Pogba e dopo mezz’ora è avanti di due gol grazie a Cuadrado. Prima del raddoppio del colombiano, la Juve avrebbe trovato un’altra rete annullata a Morata in evidente posizione regolare.
L’errore costò alla Juve la qualificazione, dato che negli ultimi 15 minuti il Bayern prima riapre la partita con Muller, poi segna il 2-2 nel recupero con Lewandowski su errore pesantissimo di Evra. Nel supplementare poi il Bayern ne ha semplicemente di più e vince 4-2 grazie ai gol di Thiago e dell’ex Coman.
“La partita perfetta che aprì le porte di Cardiff”, questa fu la notte dell’undici aprile del 2017 per i bianconeri. Allo Juventus Stadium arriva il Barcellona e nel match dove tutti attendevano Messi, è un altro argentino a fare la differenza. Con il suo 4-2-3-1 compatto e pronto a ripartire Allegri domina il Barça di Luis Enrique, e il resto lo fa Dybala con due gol gioiello nei primi 25 minuti. Ad inizio ripresa il 3-0 di Chiellini regala ai bianconeri una notte difficile da dimenticare, legittimata poi dallo 0-0 di Barcellona nel match di ritorno che porta la Juve in semifinale.
Il miss match fisico
Altra impresa sfiorata nel 2018, quando la Juve va a Madrid per il ritorno dei quarti dopo che l’uragano CR7 si è abbattuto su Torino nella gara d’andata vinta 0-3 dai Blancos. Sembra tutto finito, ma non per Allegri che presenta una Juve spregiudicata e aggressiva a Madrid, capace di andare subito in vantaggio con Mandzukic di testa dopo due minuti.
Allegri la gioca in “stile basket”, cerca un vantaggio fisico o tecnico e lo trova proprio nel croato. È lui che ha una stazza nettamente superiore a Carvajal, per questo deve rimanere a sinistra e sfidare fisicamente lo spagnolo sui cross provenienti da destra. Il raddoppio arriva sempre di testa, sempre grazie a Mandzukic e la Juve all’intervallo è viva e ci crede. Lo 0-3 di Matuidi ad inizio ripresa fa sognare i tifosi bianconeri e aggiorna totalmente le scommesse e quote Champions League , ma al 91esimo il rigore fischiato da Oliver che fa infuriare Buffon condanna la Juve a una cocente eliminazione.
Quel doppio confronto ha portato CR7 in bianconero, e il portoghese è stato l’assoluto protagonista dell’ultima impresa targata Allegri in Europa. La Juve dopo il 2-0 incassato a Madrid contro l’Atletico di Simeone sembra già fuori dagli ottavi di finale di Champions, ma il piano rimane lo stesso dell’anno precedente. Con un’aggiunta, il passaggio improvviso alla difesa a 3 con Emre Can sulla linea difensiva che ribalta i progetti tattici di Simeone.
La Juve domina, l’Atletico non esce mai dalla pressione bianconera che è finalizzata al far arrivare palloni giocabili in area di rigore a Cristiano Ronaldo. Il portoghese, come Mandzukic un anno prima contro il Real, deve sfruttare la sua maggior fisicità e dopo 50 minuti arriva, puntuale, la doppietta di CR7 sempre rigorosamente di testa.
Nel finale di partita il 3-0 che fa impazzire lo Stadium e le scommesse calcio arriva su calcio di rigore procurato da Bernardeschi, altra intuizione geniale di Allegri che lo schiera da mezzala offensiva in appoggio a Ronaldo e Mandzukic per attaccare alle spalle il centrocampo dell’Atletico.
Cinque notti da urlo, in attesa della prossima avventura. Max Allegri e una Coppa che ancora deve diventare sua.
*Le immagini dell'articolo, distribuite da AP Photo, sono di Francisco Seco.