Quando si parla delle migliori nazionali d’Europa è impossibile escludere la Spagna. Le Furie Rosse hanno un parco calciatori di primissimo livello e dopo il 2000 si sono affermate come la selezione, con la Francia, più vincente del Vecchio Continente, con un Mondiale (2010), due inediti Europei consecutivi (2008 e 2012) e una Nations League in bacheca.
Quando però si va a vedere nel dettaglio la rosa iberica, spunta sempre un particolare non di poco conto: alla Spagna manca un attaccante. E non un attaccante qualsiasi, ma un bomber capace di garantire gol pesanti e di impegnare le difese avversarie con continuità.
A chi l'eredità di David Villa
E dire che nel ciclo vincente firmato da Luis Aragones e Vicente del Bosque, gli spagnoli un giocatore del genere ce l'avevano eccome: David Villa.
El Guaje è stato grande protagonista dei primi due decenni del nuovo millennio con le maglie di Valencia e Barcellona, ma è soprattutto il capocannoniere di sempre delle Furie Rosse, con 59 gol in 98 partite.
E non sembra certo un caso che le grandi vittorie spagnole siano arrivate nel suo momento di massimo splendore, anche se al centravanti non è mai mancata la sfortuna. Nel 2008 si laurea capocannoniere degli Europei, ma salta la finale per infortunio, mentre nel 2012 è costretto a mancare l’intera manifestazione.
Va decisamente meglio ai Mondiali, quando gioca tutti i match, segnando anche 5 reti, comprese le due decisive agli ottavi e ai quarti contro Portogallo e Paraguay. Dopo Villa, però, c’è stato il nulla o quasi, dal punto di vista di contributo di reti importanti!
Un po’ per scelta, perché ispirandosi ai dettami tattici del Barcellona di Guardiola, quello in cui l’attaccante principale…è lo spazio, anche la Spagna ha cominciato a giocare con il falso nueve.
A dimostrarlo c’è lo schieramento nella finale di Euro 2012, con Villa assente per infortunio, con Del Bosque che ha puntato su un tridente assai atipico con Iniesta, David Silva e Fabregas.
L'esperimento Diego Costa
Ma anche per una certa mancanza di opzioni, perché terminata l’era del Guaje i suoi sostituti spesso non si sono rivelati all’altezza. L’esempio più importante è certamente Diego Costa.
Il centravanti è stato naturalizzato nel 2013 ed è diventato immediatamente il punto di riferimento per Del Bosque. Ai Mondiali 2014 però la Spagna fallisce, uscendo al primo turno, e il CT decide di escludere Costa da Euro 2016. Lo convoca di nuovo Julen Lopetegui nel ciclo successivo e l’attaccante all’epoca al Chelsea gioca da titolare anche i Mondiali 2018 sotto la guida di Fernando Hierro, segnando tre gol, ma non trovando comunque più spazio nel ciclo successivo con Luis Enrique.
I numeri di Alvaro Morata con le Furie Rosse
Un altro calciatore che con la maglia della nazionale spagnola ha avuto meno fortuna del previsto è Alvaro Morata. L’attaccante classe 1992 ha un rapporto perlomeno altalenante con le Furie Rosse. Il suo esordio è arrivato nel 2014 con Del Bosque, che a Euro 2016 lo promuove attaccante titolare.
Le prestazioni di Morata sono positive, con tre gol in quattro partite, ma la sconfitta agli ottavi con l’Italia pone fine all’epoca Del Bosque. Al suo posto arriva Lopetegui, che pure conosce Morata dai tempi delle nazionali giovanili, ma decide di usarlo con il contagocce. Anzi, non lo convoca neanche per i Mondiali 2018 a causa di una stagione non brillantissima al Chelsea.
Chi invece lo ha usato parecchio è Luis Enrique, che lo ha scelto come centravanti titolare sia a Euro 2022 che ai Mondiali in Qatar, così come ha fatto il nuovo CT De La Fuente nella Nations League 2022/23, l’unico trofeo vinto dal centravanti. Insomma, l’avventura di Morata con la Spagna è fatta di alti e bassi, nonostante i 30 gol in 64 partite suggeriscano che quando viene chiamato in causa non sempre tradisce le attese.
Le similitudini tra Morata e Fernando Torres
Una storia simile a quella di Fernando Torres, uno che in bacheca ha tutti e tre i grandi tornei tra 2008 e 2012, ma il cui score con la Spagna è relativamente basso, visti i 38 gol in 110 partite.
A creare problemi al Niño è spesso stata la posizione, perché in molte delle sue presenze con la maglia della Spagna non ha giocato nel ruolo che gli era più congeniale, quello di attaccante centrale.
E dire che quando è stato utilizzato in quella maniera, Torres ha sempre risposto presente, come dimostra il gol decisivo nella finale di Euro 2008 o quello nell’ultimo atto dell’edizione successiva, la rete contro gli Azzurri che gli ha permesso di diventare il primo e unico giocatore in grado di segnare in due finali del Campionato Europeo.
Ma nonostante una bacheca strapiena, risulta difficile definire Torres uno dei grandi centravanti della Spagna. Forse perché, in fondo, al centro dell’attacco ci ha giocato davvero poco. In Italia, per le quote Serie A lo ricordiamo per un gol ad Empoli con la maglia del Milan.
Il futuro numero 9 della Spagna
E il futuro, cosa riserva alle Furie Rosse? Con Morata che si avvicina a un’età in cui per forza di cose il suo rendimento comincerà a scendere, la Spagna deve trovare un centravanti a cui affidare il suo attacco. Già, ma c’è da decidere anche la tipologia di attaccante che dovrà sobbarcarsi il peso offensivo degli iberici.
Se non serve un vero e proprio bomber ma un falso nueve, De La Fuente potrebbe già avere la risposta, che si chiama Ferran Torres. Il calciatore del Barcellona non è esattamente una prima punta, ma i suoi numeri con la nazionale spagnola parlano chiaro: 15 gol in 35 partite, una media non certo trascurabile.
Quando è stato schierato come terminale offensivo il catalano è sempre stato molto pericoloso, o segnando (come nella semifinale di Nations League 2020-21 contro l’Italia, decisa da una sua doppietta) oppure aprendo spazi per i compagni di reparto.
Se invece gli spagnoli cercano un centravanti con tutti i crismi, dovranno per forza di cose guardare altrove. Al momento il prospetto migliore da quelle parti si chiama Abel Ruiz, scuola Barcellona e grandissimo protagonista con tutte le nazionali giovanili. Per lui è già arrivato il debutto con la selezione maggiore, dove però non ha impressionato.
E c’è anche da dire che il classe 2000 anche con la sua squadra di club, il Braga, ha numeri tutto sommato, normali. Dunque, il rischio che la Spagna resti di nuovo senza un vero centravanti è alto. Ma del resto verrebbe da sottolineare che ormai da quelle parti…sono abituati!
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