Italiani, stranieri, comunitari, extracomunitari. Termini che al giorno d’oggi, calcisticamente, non si utilizzano quasi più. In Serie A non esistono limiti per quello che riguarda l’utilizzo di calciatori non italiani. L’unico vincolo riguarda il tesseramento degli extracomunitari, ma per il resto via libera sia agli acquisti che alle presenze sul terreno di gioco.
Molta differenza con il passato, quando il numero degli stranieri, in campo e in rosa, era consentito con regole rigide. Quando nel 1980 la Serie A riapre le frontiere, a 14 anni dalla disfatta contro la Corea del Nord al mondiale 1966, viene permesso il tesseramento di un calciatore non italiano. Nel 1982 gli stranieri diventano due, nel 1988 passano a tre.
Tre che resta il massimo numero schierabile in campo contemporaneamente fino al 1996, nonostante vengano allargati a cinque i posti in rosa. Nell'immaginario collettivo, lo straniero era il campione della sua squadra, il bomber, il giocatore con il maggior tasso tecnico, quello che sul campo era chiamato a fare la differenza...
Poi arriva la sentenza Bosman e cambia tutto. Si comincia a parlare di italiani, comunitari, che possono essere tesserati e schierati senza limitazioni, ed extracomunitari. L’esclusione della Nazionale dal mondiale 2018, però, ha creato qualche dubbio. Forse, come avvenuto nel 1966, è il caso di tornare a delle limitazioni?
Difficile se non impossibile, viste le normative europee, ma questo non impedisce di fantasticare. Se la situazione in Serie A tornasse improvvisamente a quella del 1988, con tre posti in rosa per gli stranieri, chi sceglierebbero di tenere le big del nostro campionato? Quesito semplice solo all’apparenza…
Basterebbe pensare che la Juventus, otto volte campione in carica e ancora favorita per le scommesse calcio, avrebbe i suoi bei problemi nel decidere. Partendo dal presupposto che Cristiano Ronaldo è intoccabile, per gli altri due posti la competizione è enorme.
Alla fine, la Signora per prospettive e valore, dovrebbe optare per tenere De Ligt e Pjanic, ma si ritroverebbe…quasi senza centrocampo. Rimarrebbero fuori, per fare qualche nome, Matuidi, Bentancur, Ramsey e Rabiot, per non parlare di Sczesny, Demiral, Douglas Costa e Higuain. Nessun problema per Dybala, che invece ha anche il passaporto italiano.
La Juventus piange, ma l’Inter non ride. Anche Conte avrebbe più di qualche dubbio nell’effettuare la riduzione a tre stranieri. Difficile pensare che i nerazzurri rinuncino alla coppia composta da Lukaku e Lautaro Martinez, ma per il terzo posto in rosa è bagarre. Mantenendo fede al criterio della futuribilità, vince Skriniar, che però tiene fuori dalla lista altri nomi importanti: Handanovic, De Vrij e Brozovic.
Va molto meglio alla terza in classifica. La Lazio può andare sul sicuro o quasi, grazie a un’ossatura abbastanza tricolore. Rimarrebbero dunque gli imprescindibili Luis Alberto e Milinkovic-Savic. In più entra nella lista di Inzaghi Strakosha, che soffia il posto a Luiz Felipe, Leiva e Correa, se non altro perché tutti e tre hanno il passaporto italiano e quindi potrebbero scendere comunque in campo. Fuori tra gli altri, certamente a malincuore per i tifosi, Lulic e Radu.
Problemi maggiori di scelta per la Roma. Considerando la sua inamovibilità nello scacchiere tattico giallorosso, il primo posto in rosa va a Dzeko. Poi però cominciano i dubbi. Per un discorso di bilanciamento tra presente e futuro, assieme al bosniaco dovrebbe rimanere Pau Lopez, giovane ma esperto. Solo un altro posto a disposizione per pedine del calibro di Smalling, Kolarov, Diawara, Veretout e Under.
Complicatissimo scegliere anche per l’Atalanta, la squadra decisamente più frizzante in A per le scommesse live! Gasperini può salvare soltanto Gomez, che ha passaporto tricolore, ma per il resto si troverebbe in una posizione poco invidiabile. Dei tanti stranieri in rosa, il trio di chi resta è composto da Ilicic, Zapata e De Roon, i tre con la maggiore dimensione internazionale della rosa della Dea.
I nomi di chi resta fuori, però, sono pesanti: tra gli altri, Djimsiti, Gosens, Castagne, Hateboer, Freuler, Malinovskyi, Pasalic, Muriel.
Chi avrebbe un mare di problemi è il Napoli, che di titolari italiani ne ha tre (Meret, Di Lorenzo e Insigne), di cui uno in porta. Scelta complicata, dunque. Meglio affidarsi al valore di mercato per stabilire chi resta: Koulibaly, Fabian Ruiz e Allan. Ci sono però esclusi più che eccellenti in ogni zona del campo: Manolas, Zielinski, Milik, Lozano e Mertens, giusto per nominarne qualcuno…
Più delusioni, meno problemi. Paradossalmente, la pessima stagione faciliterebbe la scelta dei tre stranieri al Milan. Ibrahimovic non è minimamente in discussione, così come Theo Hernandez, l’unico a salvarsi in un’annata finora disastrosa. Il terzo slot è per Suso, che se ha giocato sia con Giampaolo che con Pioli un motivo ci sarà.
Fuori quasi tutto il mercato recente: i due acquisti boom dello scorso gennaio, Piatek e Paquetà, ma anche Krunic, Bennacer, Leao e Duarte, senza dimenticare Kessiè e Calhanoglu.
Presente contro futuro, questo il dubbio della Fiorentina, che farà più punti nel girone di ritorno secondo le quote delle scommesse sportive. Intoccabile per palmares Ribery, gli altri due posti se li aggiudicano Milenkovic e Dragowski, pedine futuribili in ruoli fondamentali. Salvo capitan Pezzella, italo-argentino, restano esclusi i due giovani serbi Terzic e Vlahovic, assieme a Caceres, Dalbert, Lirola e Boateng.
Insomma, molte scelte complicate per le nostre squadre. E le società non possono che ringraziare il cielo che il ritorno ai tre stranieri sia solo una fantasia…
*La foto di apertura è di AP Photo; la seconda di Claudio Luffoli (AP Photo).