In principio fu Donadoni. Almeno nell’era moderna. Era l’estate del 1986, e fu uno “scippo di mercato” clamoroso. Perché fino a quel momento, la Juventus era l’unica squadra ad avere le risorse necessarie per vincere qualsiasi braccio di ferro con gli altri club per avere la meglio nelle trattative di mercato. Ma alla fine arrivò Silvio Berlusconi - imprenditore televisivo di professione - che mise alle corde anche la Famiglia Agnelli.
Il patron di Canale5 era diventato presidente del Milan da pochi mesi, e volle presentarsi ai suoi nuovi tifosi con un biglietto da visita strabiliante; l’estate del 1986 aveva visto sfiorire del tutto i campioni del mondo di Spagna: i Mondiali del Messico furono il canto del cigno per numerosi campioni, tra cui Cabrini, il Mito Scirea, Rossi, Tardelli, Conti e Altobelli. La nouvelle vague del Verona - con Di Gennaro e Tricella - aveva fallito la prova internazionale. E allora, meglio puntare sul nuovo che avanza.
La Juventus considera Donadoni l’erede deputato di Michael Platini, Berlusconi - dopo una serie di rilanci - convince il presidente atalantino Cesare Bortolotti: il neo presidente del Milan rompe le gerarchie consolidate dal tempo, spacca il fronte, offre una cifra indecente: quattro miliardi e mezzo, più i cartellini di Andrea Icardi e Giuseppe Incocciati. Donadoni va al Milan, e da questo momento in poi nulla sarà come prima.
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Il caso Baggio
La storia quasi si ripete nel 1990: il braccio di ferro è sempre tra Juventus e Milan, il giocatore conteso si chiama Roberto Baggio, ed ha tutte le carte in regola per diventare un fuoriclasse; vincerà il Pallone d’Oro appena tre anni dopo. Ma questa volta il blitz non riesce, perché la Juventus mette in atto un contro scippo: quando il Milan irrompe sulla scena, la Juventus ha già avviato i contatti con il conte Pontello, proprietario della Fiorentina.
L’Avvocato Luca Cordero di Montezemolo ha trovato un accordo con il club toscano, ma il Milan ha l’intesa con Antonio Calendo, agente del calciatore. Situazione di stallo. Da una parte c’è la famiglia Pontello, entrata in affari con la famiglia Agnelli, dall’altra il giocatore e il suo procuratore che intendono prendere la strada verso Milano. Mentre a Firenze scoppia una clamorosa rivolta dei tifosi, l’Avvocato Agnelli mette tutti intorno a un tavolo, e alla fine riacquista Roberto Baggio.
La guerra di mercato non conviene a nessuno, anche perché la Fiat non deve momenti particolarmente brillanti, e la Juventus - di conseguenza - non intende partecipare all’asta per i calciatori da acquistare. Per questo - due anni dopo - l’estroso centrocampista del Torino Gianluigi Lentini, finisce al Milan. E’ uno scippo di mercato consensuale, del resto Berlusconi si è fatto da parte per Roberto Baggio, e il patto di non belligeranza va rispettato.
Che bagarre per Ronie!
Dall’altra parte di Milano, non la pensano alla stessa maniera; quando Massimo Moratti prende l’Inter, non guarda in faccia a nessuno. Tanto meno a Sergio Cragnotti, già top manager di Enimont - che ha acquistato la Lazio. Lo scontro frontale arriva nell’estate del 1997. Il presidente dell’Inter da anni sta investendo buona parte del suo patrimonio senza mai sfiorare lo scudetto, quello laziale ha vissuto per vent’anni in Brasile, dove ha consolidato la sua posizione imprenditoriale.
L’obiettivo comune si chiama Luis Nazario da Lima. Semplicemente Ronaldo. Quello vero, per dirla come la pensano i nostalgici del calcio, lontani anni luce da selfie e sopracciglia ad ali di gabbiano. La battaglia per l’acquisto di Ronaldo è senza esclusione di colpi. Il giocatore è in rotta di collisione con il Barcellona, e vuol essere ceduto.
La Lazio non vuol farsi sfuggire l’opportunità, anche perché Ronaldo potrebbe essere il testimonial perfetto per le aziende brasiliane di Cragnotti. Il presidente biancoceleste prende subito contatti con gli agenti brasiliani del centravanti, Pitta e Martina, e con loro arriva a trovare un accordo economico a tutto tondo.
Ma la Lazio non ha fatto i conti con Giovanni Branchini, agente italiano che - sotto traccia - lavora per l’Inter. E lavora molto bene, perché da una parte si confronta con i suoi colleghi brasiliani, conoscendo ogni mossa di Cragnotti, dall’altra piazza le contromosse per favorire l’azione di Moratti. La svolta dell’operazione la dà Marco Tronchetti Provera, amministratore delegato della Pirelli che coinvolge la propria azienda nell’operazione-Ronaldo, e soffia il giocatore al club romano.
Derby di mercato
Ma anche la Lazio non resta a guardare: Cragnotti, imparata la lezione, strappa sul filo di lana un accordo con Dejan Stankovic, pronto a imbarcarsi dall’aeroporto di Belgrado per Fiumicino, con destinazione finale Trigoria. La Roma di Sensi è da tempo sul giovane capitano della Stella Rossa, che quando si presenta agli imbarchi internazionali dell’aeroporto di Belgrado, trova ad attenderlo Sergio Cragnotti: il blitz va a buon fine, Dejan Stankovic firma per la Lazio. La Roma acquista Tomic, ma non è la tessa cosa.
Ancor prima dell'arrivo di Kumbulla, il club giallorosso avrà modo di vendicarsi qualche anno dopo; le proprietà dei due club sono cambiate: da una parte - sul fronte laziale - ora c’è Claudio Lotito, dall’altra l’americano James Pallotta. Estate 2014, il ds albanese Igli Tare è convinto di aver chiuso la trattativa con il Cagliari per il compianto difensore Davide Astori: ha il giocatore in pugno.
Ma il colpo di coda del collega romanista Walter Sabatini stravolge le carte in tavola: Astori firma per la Roma, spiazzando la dirigenza laziale. A quel punto, il direttore sportivo della Lazio - in piena notte - va nel ritiro del Cagliari per riaprire la trattativa, ma il calciatore ha già fatto la valigia.
L’anno dopo - siamo nell’estate 2015 - il braccio di ferro va in scena tra Milan e Inter. Le due squadre sono alla ricerca del nuovo Pogba, talento francese approdato alla Juventus. I direttori sportivi dei due club milanesi individuano lo stesso giocatore: si chiama Geoffry Kondogbia, e gioca nel Monaco.
Galliani anche qui pensa di avere il giocatore in mano, ma Ausilio e Fassone rilanciano ulteriormente fino a 35 milioni più cinque di bonus: dopo Cristian Vieri, è il calciatore più costoso della storia dell’Inter, prima rivale della Juventus per le scommesse Serie A . “Chi vince si dissangua - profetizza Galliani - e non è detto che sia il vero vincitore”. Quanta saggezza nell’uomo con la cravatta gialla!
*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo; la seconda è uno scatto di AP Photo.