Zeman aveva torto: un derby, soprattutto a Roma, non vale solamente tre punti. Nelle sfide tra giallorossi e biancocelesti, infatti, si condensano scelte di vita, storie di famiglia, ricordi d’infanzia e appartenenza, sentimenti puri e identitari che le rendono uniche al mondo.
Abbiamo intervistato, in esclusiva per 888sport.it, due giornalisti che seguono Roma e Lazio, Gabriele Fasan de Il Romanista ed Emiliano Bernardini de Il Messaggero, per raccontarci come si vive il derby su entrambe le sponde del Tevere e per farci raccontare, dal loro punto di vista, le cinque stracittadine più belle.
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Cosa rappresenta, in generale, il derby per i tifosi delle due squadre?
Fasan: “Il derby non è una partita come tutte le altre. Per i tifosi soprattutto, ma in breve tempo il messaggio diventa chiaro per i giocatori che arrivano a Roma, non solo italiani ma anche stranieri, che magari non hanno ancora imparato la lingua ma sanno già che cos'è la stracittadina.
Per la gente il derby non è solo calcio: è tradizione familiare, a volte è "conflitto" familiare, è una passeggiata nel centro storico, è una scritta su un muro, è lo sfottò con i colleghi che dura tutto l'anno e trova l'apice nelle almeno due partite di ogni stagione.
Bernardini: A Roma il calcio si vive in maniera diversa. Una passione viscerale, quasi primordiale. Appena nasci, a casa è una corsa a dire: è laziale, è romanista. Una sorta di imprinting. E da quando scegli la squadra è una lotta continua. A casa, a scuola, al parco. Non finisce mai”.
Se pensi al derby, quali giocatori ti vengono in mente in particolare?
Fasan: “Abbiamo ancora negli occhi i simboli della romanità che nei derby sono stati sempre nel bene o nel male protagonisti: Totti e De Rossi. Ma nei derby di solito diventano protagonisti, oltre ai grandi bomber (penso a Da Costa, Prati, Pruzzo, Voeller, Delvecchio, Montella, Batistuta) che regolarmente timbrano il cartellino, soprattutto i cosiddetti "carneadi" come Giovannelli, Di Carlo, Piacentini, Cassetti, Balzaretti, Yanga-Mbiwa”.
Bernardini: “Per quanto riguarda la Lazio, dico Chinaglia, Di Canio, Signori e Castroman”.
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I 5 derby più belli per Gabriele Fasan (Il Romanista)
“Lazio-Roma 2-2 gennaio 2015: la doppietta di Totti (ultimi due gol al derby, di cui il secondo spettacolare in mezza rovesciata volante) che rimonta dallo 0-2. Significativo soprattutto per Totti, il più temuto da sempre dalla tifoseria laziale, che era considerato ormai un "vecchio" e che risultò ancora decisivo.
Roma-Lazio 2-0 22 settembre 2013: un derby importante perché il primo dopo la vittoria della Lazio in finale di Coppa Italia del 26 maggio 2013. Segnano Balzaretti e Ljajic e la Roma - come aveva chiesto la Curva Sud - rimedia a quella sconfitta, tra l'altro inanellando a seguire solo vittorie nei derby per tre anni e mezzo.
Lazio-Roma 1-2 aprile 2010: con la doppietta di Vucinic e rigore parato da Julio Sergio a Floccari, con quella vittoria la Roma diventa prima in classifica nella rimonta all'Inter di Mourinho che poi vincerà lo scudetto. Ranieri a metà tempo, tra l'altro, ebbe il coraggio di sostituire gli appannati e troppo tesi Totti e De Rossi.
Lazio-Roma 1-5 marzo 2002: con la Roma scudettata che vuole riconfermarsi tale, Montella segna 4 gol e Totti realizza il cucchiaio a Peruzzi da fuori area. Una partita perfetta.
Lazio-Roma 3-3 novembre 1998: la Roma di Zeman, in vantaggio con Delvecchio, incassa tre gol e poi rimonta contro una Lazio in ascesa dal 1-3 al 3-3. Con Wome espulso, Di Francesco accorcia e Totti pareggia segnando il suo primo al gol, forse il più brutto e fortunoso segnato in carriera, al derby e avvia la risalita. La Roma pareggia e vince addirittura la partita segnando ancora con Delvecchio il quarto gol ma il guardalinee inspiegabilmente annulla”.
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I 5 derby più belli per Emiliano Bernardini (Il Messaggero)
“Lazio-Roma 1-0 6 marzo 1994: gol decisivo di Signori nella nebbia. Dopo anni di pareggi una vittoria. Il primo gol di Beppe, il mio idolo da bambino.
Lazio-Roma 1-1 29 novembre 1992: è stato il derby di Gazza. L’acquisto di Paul Gascoigne fu il primo passo con cui la Lazio entrò in un’altra dimensione. Minuto 88, un salto e poi quella corsa scatenata braccia al cielo.
Lazio-Roma 3-1 6 gennaio 2005: Paolo Di Canio. “Bella palla di Liverani per Di Canioooo! Un gol pazzesco!” L’ho visto da tifoso, ricordo di essere caduto almeno 6 o 7 file più in basso.
Lazio-Roma 2-1 25 marzo 2000: Il derby di Veron dello scudetto. Venivamo da una partita con la Roma persa malissimo e tutti i tifosi della Lazio penso ricordino lo striscione “quattro salti in padella” esposto dai romanisti. Ecco, questo iniziò allo stesso modo. Poi la luce. Juan Sebastian, il gol decisivo e la corsa con le braccia a mimare un volo. Scudetto!
Roma-Lazio 0-1 26 maggio 2013: Se dico Lulic 71? Non credo ci siano altre parole per descriverlo meglio”.
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*La foto di apertura è di Alessandra Tarantino (AP Photo); la seconda di Andrew Medichin
(AP Photo) e l'ultima di Riccardo De Luca (AP Photo).