"Siamo partiti da un pensiero elementare: Juventus = calcio. E partendo da qui abbiamo costruito tutto il resto". Parola di Andrea Agnelli, da 10 anni, 19 maggio 2010, alla guida della società bianconera. Un decennio in cui il calcio, dopo gli anni difficili del post Calciopoli, è stato rimesso al centro del progetto.
Dire che la Juventus sia soltanto una società sportiva è limitato. Quanto fatto in termini di crescita economica e tecnica, infatti, mostra quale sia la dimensione reale.
I bianconeri, oltre ad avere, rispetto alla prima squadra, una rosa di livello superiore rispetto alle altre dirette concorrenti, vantano una struttura tecnico - societaria avanzata, rappresentando una realtà virtuosa, oltre che vincente, del calcio italiano.
La dimensione Juventus risulta essere all’avanguardia dal punto di vista delle strutture, con i vari ‘JMedical’, ‘JHotel’, la Continassa e, ovviamente, l’Allianz Stadium che rappresentano i fiori all’occhiello della famiglia Agnelli. Altra realtà consolidata è ormai anche la squadra femminile che, così come la prima squadra, domina la sua categoria fin dal primo anno della sua fondazione.
Ma, ancor più legata alla prima squadra, risulta la Juventus U23, guidata da Fabio Pecchia. La realtà delle squadre B è ancora semi-inesplorata dal calcio italiano, ma la Juventus ha deciso di intraprenderla fin dagli albori per dare spazio ai propri giovani. Certo, i risultati non ricordano quelli del ‘Team A’, essendo questa una squadra che naviga nel centro classifica, ma l'obiettivo è chiaramente quello di puntare alla crescita dei giovani talentini.
Per loro, la realtà della Serie C risulta difficile, essendo ricca di insidie, considerato che sono presenti compagini comunque importanti. Ma questo non può che rappresentare una buona scuola per chi aspira a posizionarsi e stabilizzarsi a livelli alti del calcio. Basti pensare che, anche a causa dei termini restrittivi riguardanti le seconde squadre, i bianconeri hanno, anche per ragioni di regolamento, la rosa con l’età media più bassa del girone (21,3). Ed è difficile, per una squadra così giovane, chiedere una certa costanza di rendimento. La volontà di credere in questa realtà però è visibile a tutti, nella speranza che qualche calciatore cresca con la gestione dell'ex centrocampista!
In attesa di valutare il possibile riscatto di Rolando Mandragora dall'Udinese, la società pone attenzione anche ai prestiti per sostituire qualche partenza o per cercare di fare plusvalenze, in un mercato, come il prossimo, che sarà, inevitabilmente, più di idee che di bonifici!
I PRESTITI
È già un tesserato della Juventus Dejan Kulusevski: l’attaccante del Parma, prelevato nella scorsa sessione di mercato per una cifra di quaranta milioni, è pronto a giocarsi le proprie carte nella speranza di ritagliarsi un posto importante nelle gerarchie di mister Sarri. Non è completamente esclusa per lui, però, un’altra stagione in prestito, magari proprio al Parma, realtà in cui l’ex Primavera dell’Atalanta è esploso.
Altro calciatore interessante, momentaneamente altrove, è il terzino Luca Pellegrini. Quest’ultimo è riconosciuto come uno dei terzini più promettenti del panorama calcistico italiano, ha già all'attivo trentacinque presenze in Serie A e ha già mostrato qualità importanti. Arrivato a Torino nello scambio con la Roma, che ha visto Leonardo Spinazzola fare il percorso inverso, il classe ‘99 è attualmente nelle fila del Cagliari. Il DS Paratici da Torino lo scruta, tant’è che non è utopica l’ipotesi di ‘promozione’ in bianconero.
Christian Romero è un altro tesserato bianconero che ancora deve fare il suo debutto con la maglia dei campioni d’Italia. Nello scorso anno è stato acquistato a titolo definitivo dalla Juventus per ventisei milioni di euro e successivamente girato nuovamente in prestito annuale al Genoa con premi a favore dei liguri per un massimo di 5,3 milioni di euro. Per lui, al momento, appare complicato un posto stabile in squadra, vista la folta concorrenza del pacchetto arretrato a disposizione dei bianconeri, ma nulla è precluso.
Due giocatori che invece si sono visti costretti ad andare via per cercare uno spazio di visibilità maggiore sono Mattia Perin e Marko Pjaca. Il primo, in prestito al Genoa così come Romero, è tornato in Liguria per cercare di ritrovare la titolarità, considerata la presenza stabile tra i pali di Szczesny. L’attaccante croato invece, complici anche i numerosi guai fisici, non si è mai realmente inserito nel mondo Juventus, che lo ha mandato in prestito all’Anderlecht per cercare quantomeno di non svalutare il valore del cartellino.
Tante quindi le potenziali soluzioni interne che la società bianconera ha a disposizione per continuare a crescere. E in tempi come questi, in cui le garanzie economiche sono ai minimi storici, questo fattore potrebbe essere di non poco conto.
Tra giovani e calciatori in prestito, la Juventus ha tante risorse e non solo in prima squadra.
*Il testo dell'articolo è stato curato da Le Bombe Di Vlad; l'immagine è di Claude Paris (AP Photo).