C'è chi dice incidano solo per il 20% sul rendimento e quindi le fortune di una squadra. Chi invece sale al 50% e chi, addirittura, è convinto che il loro lavoro sia decisivo per il 70%. Di sicuro gli allenatori hanno un potere mediatico che non accenna a diminuire.
Giornali e tv si occupano più di loro che dei campioni, ne raccontano manie e moduli, cercano di anticiparne scelte e destinazioni. Una volta non era così. Contava, anche mediaticamente, il calciatore con le sue prodezze, con i suoi errori. Adesso al centro del palcoscenico c'è lui, il direttore d'orchestra.
Non a caso, sempre più spesso viene definito “guru”. Perché l'allenatore, oggi, deve occuparsi di mille aspetti diversi, molto più che in passato: studia tattica e avversari, certo, ma soprattutto lavora sulla testa dei suoi uomini. È un esperto di psicologia, ormai, non a caso spesso si rivolge a un mental coach. Per aiutare se stesso e imparare a capire meglio i suoi calciatori.
La teoria... del Professore - Più potere mediatico, più oneri e quindi decisamente più onori. Tradotto in termini economici, i migliori tecnici guadagnano cifre faraoniche, talvolta anche senza... lavorare! Va sempre più di moda la teoria secondo cui il professore deve avere un ingaggio superiore agli allievi, una regola per potersi imporre con maggiore autorità sullo spogliatoio. Certo non può essere il caso di Sarri rispetto a Cristiano Ronaldo e Setién nei confronti di Messi, ma nei top club di solito funziona proprio in quel modo.
Il regime fiscale varia da paese a paese, parleremo solo di cifre nette. Il primo esempio significativo è l'Atletico Madrid, che considera l'allenatore il vero “top player” della squadra: non a caso, il Cholo Simeone è il tecnico di calcio più pagato al mondo con i suoi 3,6 milioni al mese, addirittura 43 all'anno. Solo Messi, a quota 50, guadagna più di lui nel dorato circo del pallone.
E poi ci si chiede perché, nonostante il corteggiamento insistente di altri top club, l'allenatore argentino continui la sua avventura all'Atletico: senso di appartenenza, certo, ma anche un trattamento economico di altissimo profilo. Da record, appunto.
Al secondo posto, dopo il Cholo, c'è Pep Guardiola, che di milioni al mese ne guadagna 1,94, quindi 23 a stagione. Dopo la decisione dell'Uefa di escludere il suo City dalle Coppe, è grande l'attesa per capire cosa sceglierà per il futuro: l'orgoglio lo convincerà a restare e battersi al fianco del club per evitare quella che i dirigenti catalani del City ritengono un'ingiustizia, oppure chiuderà il suo ciclo al Manchester per intraprendere altre avventure, magari in Italia?
Mou e Klopp praticamente appaiati - Sul gradino più basso del podio, quello che una volta era il grande nemico di Guardiola, ovvero Josè Mourinho (ma adesso hanno fatto pace, assicurano, e si mandano perfino messaggini): il Tottenham gli garantisce 1,46 milioni al mese, quasi 18 all'anno. Il conto in banca del portoghese, che ovunque ha ottenuto ingaggi super, dall'Inter di Moratti e il Real Madrid di Florentino Perez fino allo United, è da tempo a livelli stellari. Ma a far presa sui giocatori resta comunque il suo carisma unico, al di là dell'aspetto economico.
Mou deve dividere il terzo posto con quel fenomeno di Jurgen Klopp, arrivato anche lui a 18 milioni annui grazie al rinnovo dello scorso dicembre: il tecnico del Liverpool ha firmato fino al 2024, ma solo dopo aver avuto la garanzia che anche i suoi fidatissimi amici dello staff avrebbero continuato la loro avventura nel club campione d'Europa, e con adeguato trattamento in busta paga.
Che compensi in Cina - Quinto in classifica è una sorpresa: Rafa Benitez, che ha scelto la Cina attratto dall'ingaggio monstre offerto dal Dalian Yifang: 13,5 milioni netti a stagione. Subito dopo c'è Fabio Cannavaro, che guida il Guangzhou Evergrande alla modica cifra di 12 milioni annui. Stessa cifra percepita da un mostro sacro come Zinedine Zidane, il guru del Real Madrid, che arriva però facilmente a 20 grazie a bonus e sponsor.
Alle spalle di Zizou troviamo il primo italiano in classifica, Antonio Conte, il nababbo della Serie A con i suoi 10 milioni netti più 2 di bonus garantiti dall'Inter, . Ma per convincerlo, Beppe Marotta gli ha dovuto promettere l'acquisto di Lukaku, vanamente inseguito da Conte ai tempi del Chelsea: con 65 milioni più 10 di bonus versati allo United, l'Inter ha accontentato il suo (esigente) tecnico portando a Milano il centravanti belga, quotato @19 come capocannoniere per le scommesse Serie A!
A quota 9 milioni c'è Tuchel del Psg: ma c'è chi, pur di allenare fenomeni come Mbappé e Neymar, lo farebbe gratis.
*L'immagine di apertura dell'articolo è di Matt Dunham (AP Photo); la seconda di Martin Meissner (AP Photo.)