In principio fu Francesco Romano. All'epoca, siamo nel 1986, il mercato cosiddetto di riparazione era fissato a ottobre: al Napoli di Ottavio Bianchi serviva un regista, dalla Triestina – che militava in Serie B - arriva questo ragazzo di 26 anni (per 2,1 miliardi di lire) e la squadra cambia marcia, conquistando alla fine il primo scudetto della sua storia.
Sembra la favola del tassello della felicità, quello che cercano tutti gli allenatori – anche se adesso il mercato invernale si svolge a gennaio – per cambiare la stagione. E' esattamente ciò che si aspetta Antonio Conte da Eriksen, per esempio, o il Milan da Ibrahimovic. Romano resta il caso più eclatante, ma in passato altre volte giocatori presi nella sessione invernale sono stati importanti, fondamentali o addirittura decisivi per chi li ha comprati.
Il colpo della Juve - Il caso più clamoroso si chiama Edgar Davids, il mastino olandese, di scuola Ajax, che giocava con gli occhiali. Nel '96 il Milan, che con i “tulipani” aveva un certo feeling visti i precedenti con quei marziani di Gullit, Rijkaard e Van Basten, lo portò in Italia, ma il centrocampista si rivelò un flop: appena 19 presenze in A e 0 gol, rendimento insufficiente e problemi disciplinari che portarono Costacurta a definirlo “una mela marcia”.
Però succede che nel dicembre '97 lo acquista per 9 miliardi la Juve, che scommette sulle sue qualità, e Davids – per ben 7 anni - diventerà uno dei giocatori più importanti della squadra bianconera, con 3 scudetti vinti e 2 finali di Champions. Al Milan non rimase che macerarsi tra i rimpianti.
Decisivo, il 13 gennaio 2000, anche l'acquisto di Nakata da parte della Roma. Fu proprio il giapponese, anche se l'anno successivo, a segnare un gol determinante nel confronto diretto a Torino con la Juve, quello che riaprì la gara, consentendo poi ai giallorossi di pareggiare (2-2): Nakata – che era entrato al posto di Totti - mise così la firma sul terzo scudetto della Roma. Un colpo invernale importante, peraltro, il club di Trigoria lo aveva già messo a segno nel '97 con Candela, altro protagonista del titolo 2001.
Inter sempre attiva a gennaio - A proposito di difensori, acquisto preziosissimo per l'Inter fu Cordoba nel gennaio 2000: il colombiano, preso dal San Lorenzo, sarebbe diventato una colonna dei nerazzurri. Come Pandev nel 2010: il macedone nel dicembre 2009 vinse la controversia con la Lazio e subito divenne pedina irrinunciabile dell'Inter di Mourinho, quella che pochi mesi dopo conquistò il Triplete.
Pandev andò a completare un formidabile ed equilibrato trio che giocava alle spalle del Principe Milito: Eto'o e Sneijder gli altri due fuoriclasse ed una finale di Champions chiusa senza subire gol per le scommesse live.
Spesso l'Inter è stata protagonista del mercato di gennaio con colpi che poi si sono rivelati determinanti per il resto della stagione. Due anni fa, per esempio, Rafinha fu tra gli artefici della qualificazione in Champions, soffiata alla Lazio all'ultimo respiro: paradossale che poi, per i paletti imposti dal Fair Play Finanziario, il club nerazzurro non riscattò il trequartista arrivato dal Barcellona.
Dalla stessa Lazio, nel gennaio 2004, l'Inter prelevò Dejan Stankovic, che divenne uno dei pilastri della squadra che vinse 5 scudetti, 4 Coppe Italia e la Champions League del 2010: il serbo restò in nerazzurro addirittura per 9 stagioni, fino al 2013. La sua ex squadra, la Lazio, “pescò” bene nel 2012, quando l'ultimo giorno di mercato prese Candreva, tra i protagonisti della vittoria del 26 maggio 2013 nella finale di Coppa Italia contro la Roma.
Subito decisivo fu Balotelli nel Milan. Arrivato dal Manchester City il 31 gennaio 2013, a poche ore dalla fine delle trattative, il centravanti fu autore di una seconda parte di stagione da assoluto protagonista. Già il 3 febbraio piegò l'Udinese con una doppietta, compreso il rigore del 3-2 decisivo al 93'. Praticamente come Pazzini nel 2011: approdato all'Inter il 28 gennaio 2011 dalla Samp, due giorni dopo colpisce due volte il Palermo, più un rigore procurato, ed era entrato nell'intervallo con i nerazzurri sotto 2-0!
Colpi... mancini con Adriano e Salah - Finì 3-2 per la sua squadra. Un altro che riuscì a segnare un gol fondamentale a 48 ore dal suo acquisto fu Adriano “l'Imperatore”: dall'Inter alla Fiorentina il 13 gennaio 2002 e subito a segno – rigore del 2-2 al 90' - contro il Chievo. Sempre in una sessione invernale, ma del 2004, Adriano tornò poi all'Inter.
Da applausi il colpo del Palermo nel 2007, quando puntò sul giovane Cavani, all'epoca promettente attaccante del Danubio. E sappiamo poi che carriera ha fatto, tra Napoli e Psg, il micidiale Matador. Nell'inverno 2014 si scatenò un'asta per Nainggolan, che faceva faville al Cagliari: la spuntò la Roma di Sabatini.
Grande intuizione quella della Fiorentina l'anno successivo: Salah non era l'attaccante di oggi in corsa per un clamoroso double per le scommesse calcio e stentava nel Chelsea di Mourinho. Nella squadra toscana trovò l'ambiente ideale per il decollo. Cinque mesi da fenomeno, con 6 gol in 16 gare da urlo, tra sprint e assist. Peccato che poi la storia d'amore tra l'egiziano e la Viola finì male: ne approfittò la Roma per portarlo nella Capitale, già nell'estate del 2015.
I colpi del “mercato di riparazione” nascono spesso così, dalla volontà di scommettere su un giocatore a disagio in un certo ambiente. Come appunto Salah al Chelsea. O dalla bravura nell'intuire l'occasione, come Marotta e Paratici quando presero Barzagli con appena 300mila euro il 27 gennaio 2011 dal Wolfsburg: affare da standing ovation, visto quanto ha dato il difensore alla Juventus in 8 anni di trionfi e di pronostici a senso unico per le scommesse Serie A.
Altro affare clamoroso lo ha fatto la Samp nel gennaio 2016, quando fu acquistato Skriniar dallo Zilina. Il costo? Un milione di euro. Ferrero lo ha poi venduto all'Inter, nell'estate 2017, quindi appena un anno e mezzo dopo, per 34 milioni. Una plusvalenza da brividi. Perché succede anche questo, che i colpi di gennaio si rivelino decisivi non solo per i risultati sportivi, ma pure per sistemare i bilanci.
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*La foto di apertura dell'articolo è di Massimo Pinca (AP Photo); la seconda di Alessandro Fucarini (AP Photo).