Le competizioni calcistiche nazionali come la FA Cup, la Coppa di Francia e la Coppa del Re si giocano ormai dall’alba dei tempi. Questi tornei storici, spesso, hanno dato la possibilità a squadre di seconda fascia di competere contro le grandi della nazione. Con l’aumentare del piatto messo in palio in campionato e in Champions League, gli allenatori sembrano prestare, però, sempre meno attenzione alla posta inferiore offerta dalle coppe nazionali.
L’interrogativo sorge dunque spontaneo: le principali competizioni più importanti hanno definitivamente spodestato le coppe nazionali, derubandole del loro prestigio?
La magia delle Coppe
Le competizioni nazionali sono sempre state considerate come occasioni speciali e l’atmosfera che si respirava negli incontri veniva definita come “la magia della Coppe”. La FA Cup è la coppa nazionale più antica del mondo, istituita nella stagione 1871-1872, seguita poi dalla Coppa del Re spagnola, primissima competizione del Paese disputatasi nel 1903, e dalla Coppa di Francia, che ha compiuto 102 anni.
Tutte e tre le coppe sono aperte a qualsiasi squadra del Paese: questo significa che anche le squadre che non militano nelle prime due serie del relativo calcio nazionale possono prendere parte e provare a raggiungere le fasi salienti del torneo. Ecco perché si parla di occasioni magiche, in quanto squadre che altrimenti non avrebbero alcuna chance possono giocarsela con le big del proprio Paese. Gli appassionati di calcio vivono per i risultati a sorpresa e per le battaglie tra Davide e Golia, in cui le sfavorite riescono ad abbattere i giganti.
Le coppe sono, altresì, opportunità entusiasmanti per scommettere online, sfruttando le quote proficue degli sfavoriti. Queste occasioni sono certamente ancora magiche e anche di recente non sono mancati risultati imprevedibili. Per esempio, solo due anni fa il Cesena è riuscito ad arrivare fino ai quarti di finale battendo squadra di tutto rispetto nel suo cammino e cadendo solo in casa della Roma.
La Coppa di Francia è forse la competizione migliore per le squadre di seconda fascia: la struttura del torneo è stata pensata per dare sempre un leggero svantaggio alle squadre di fascia superiore, che devono giocare in trasferta se si scontrano con un club che milita due serie più in basso.
Questo meccanismo dà una chance alle squadre più piccole di affrontare i pesi massimi sul proprio terreno di gioco, e regala ai tifosi l’opportunità di vedere i propri beniamini giocare contro i migliori giocatori del Paese.
Non a caso, l’anno scorso una squadra di dilettanti è riuscita ad arrivare fino in finale: Les Herbiers VF hanno affrontato nello Stade de France niente meno che il PSG, perdendo però per 2 a 0. Se la piccola squadra francese fosse riuscita ad alzare la coppa si sarebbe trattato di uno dei più grandi risultati inaspettati nella storia delle scommesse calcistiche.
L’opulenza della Champions League
Nonostante parte di questa magia delle coppe sia rimasta intatta, è certo che le competizioni nazionali stiano perdendo risalto perché le squadre di prima fascia non gli dedicano la stessa attenzione delle squadre minori, in quanto per loro ha più senso puntare alle ingenti ricompense legate alla vittoria del campionato e della Champions League.
Quest’ultimo è poi di sicuro la competizione per club più prestigiosa che ci sia. Rinata nella forma che tutti noi conosciamo oggi dalle ceneri della Coppa dei Campioni d’Europa nel 1992, rispetto all’antenata prevede una fase a gironi e vi partecipano più squadre di diversi campionati. Chi riesce ad arrivare fino alla fine e a sollevare la coppa dalle grandi orecchie ritorna a casa quasi con 100 milioni di euro di ricavi ulteriori.
Queste somme non solo permettono ai club di essere competitivi durante le finestre di calciomercato, ma la continua partecipazione alla competizione permette di attrarre l’interesse dei migliori calciatori.
D’altro canto, se una squadra riuscisse a progredire fino alla finale di Champions giocherà nel corso della stagione ben 13 partite in più tra partite di campionato ma anche di coppe nazionali, esponendo l’intera rosa a una pressione notevole in termini di sforzo fisico.
Gli allenatori che puntano alle fasi finali delle competizioni europee devono saper gestire i propri giocatori ed apprendere l’arte del turnover, in modo da concedere ai propri giocatori chiave il riposo necessario per competere al meglio. Nonostante ciò, il Barcellona ha vinto le ultime quattro edizioni della Coppa del Re ed è inoltre favorita dalle quote per La Liga per vincere nuovamente il campionato. Vista la qualità e la quantità della rosa del Barcellona, non c’è da stupirsi che i blaugrana possano competere su tutti i fronti.
Un’occasione per il turnover
Per i giocatori che non trovano regolarmente spazio nella formazione titolare, le coppe nazionali sono l’occasione perfetta per scendere in campo. Alcune squadre sono infatti impegnate su quattro fronti diversi per buona parte della stagione calcistica e per evitare di affaticare alcuni giocatori, gli allenatori non possono che ricorrere al turnover quando possibile. Visti i premi in palio per Premier League, Serie A, La Liga, Ligue 1 e Champions League, gli allenatori delle principali squadre del panorama europeo non considerano le coppe nazionali come delle priorità.
Anche i tifosi preferiscono vedere le proprie squadre andare avanti nelle competizioni principali, ma non disdegnano di certo la vittoria di qualsiasi trofeo ed è dunque normale che nascano malcontenti quando il turnover porta a brutte sorprese per le squadre di prima fascia.
Nel 2018, José Mourinho ha affermato che la coppa non fosse “molto importante” dopo la vittoria dello United contro il Tottenham in semifinale. Anche Mauricio Pochettino ha di recente affermato che, per quanto lo riguarda, qualificarsi fra i primi quattro della Premier è più importante di un trionfo in coppa, il che ha anche senso dal punto di vista finanziario. Rimane il fatto che i tifosi vogliano vedere i propri giocatori provare a vincere il maggior numero di medaglie possibile.
Ovviamente, quando i tifosi pagano per vedere la propria squadra giocare, è normale che si aspettino di veder scendere in campo la miglior formazione possibile e di certo non si recano allo stadio solo per assistere all’eliminazione dalla coppa della seconda squadra solo perché l’allenatore ha preferito un turnover aggressivo per preservare le energie dei titolari.
Il problema è che questa sembra la tendenza dominante in molte coppe, considerate l’occasione per dare minuti ai non titolari per dimostrarsi pronti alla prima squadra, il che toglie prestigio alla competizione in generale.
Per le squadre che però non riescono ad entrare nell’olimpo del calcio europeo, le coppe regalano ancora notti magiche. Il problema di fondo però rimane lo stesso: se le squadre più importanti non tengono in considerazione le coppe con lo stesso interesse, queste competizioni perdono di prestigio e viene data anche meno importanza alle vittorie in coppa delle squadre minori. Le grandi dei campionati dovrebbero mostrare più rispetto nei confronti di queste competizioni storiche e dare i propri tifosi lo spettacolo che si meritano