C’era una volta un petroliere, un imprenditore e un costruttore, e tutti avevano la passione per il calcio. Nel corso degli anni, la figura del presidente dei club calcistici non è poi cambiata di molto; petrolio e mercato immobiliare continuano a farla da padrone, ma il ventaglio delle professioni dei massimi dirigenti che possono essere accostate al mondo del pallone sono aumentate.
L’e-commerce e la telefonia mobile hanno affiancato le attività che da sempre primeggiano nei club calcistici, ma in alcuni casi - sono scese in campo vere e proprie famiglie reali.
La Regina Elisabetta d’Inghilterra - in tal senso - non c’entra nulla, anche se la Casa Reale inglese è sentimentalmente legata all’Arsenal da almeno tre generazioni.
Cifre da Premier - La Premier League è il campionato più ricco del mondo, dove da anni il Manchester City fa incetta di campioni grazie a Mansour bin Zayd Al Nahyan, fratello dell’emiro di Abu Dhabi: la famiglia può vantare risorse per oltre 650 miliardi di euro, buona parte dell’indotto arriva dal ramo petrolifero.
Roman Abramivich è il secondo proprietario più ricco della Premier League; ha comprato il Chelsea quasi per caso, fin qui ha speso quasi 2 miliardi di euro per rafforzare la squadra che negli anni è arrivata sul tetto d’Europa, conquistando Champions League ed Europa League, oltre a cinque titoli della Premier League, quattro Coppe d’Inghilterra e tre coppe di Lega.
Anche qui, le risorse dell’oligarca russo arrivano principalmente da giacimenti di petrolio e di gas che gli hanno consentito di scalare la classifica degli uomini più ricchi del mondo.
L'imprenditore statunitense Stan Kroenke è il proprietario dell’Arsenal: deve il suo impero finanziario al mondo immobiliare che gli ha consentito di entrare come protagonista del mondo sportivo; oggi è l’azionista di maggioranza anche dei Denver Nuggets, squadra di basket dell’NBA, dei Colorado Avalanche, squadra di hockey dell’NHL statunitense e della squadra di calcio dei Colorado Rapids.
Ma In Premier League ci sono anche investitori insospettabili, come Lebron James, il campione di basket dei Los Angeles Lakers che ha deciso di regalarsi una quota minoritaria delle azioni del Liverpool, la squadra Campione d’Europa; la passione per il calcio e il tifo per i “Reds” hanno spinto il fuoriclasse a investire sul club inglese.
Eppure, osservando la classifica degli uomini più ricchi del mondo secondo le stime della rivista Forbes, ci sono due miliardari che - nonostante i loro capitali - non sono stati ancora in grado di conseguire risultati sportivi significativi con le loro squadre di proprietà.
Gli insuccessi di Slim - Il caso lampante è quello di Carlos Slim, quinto uomo più ricco della terra. Il messicano, proprietario della più grande azienda di telecomunicazioni dell’America Latina (America Movil) ha acquistato nel 2012 il Real Oviedo, squadra che milita nella Segunda Division spagnola (un campionato similare alla Lega Pro italiana) e che rischia addirittura di retrocedere nella Tercera Division. Il magnate sudamericano era intervenuto per salvare dal fallimento la società, ma fino a questo momento non ha mai inciso in maniera concreta sulla crescita del club.
Una storia simile è quella di Francois Pinault, considerato tra i tre uomini più ricchi di Francia. Il suo patrimonio è legato al mondo della moda (Yves Saint Laurent, Alexander McQueen, Gucci), ma il successo da imprenditore non si sta riflettendo sul suo percorso sportivo da presidente del Rennes.
Un altro nome di spicco del mondo sportivo è quello dell’austriaco Dietrich Mateschitz, che deve la propria fortuna alla bevanda energetica Red Bull. Oltre alla scuderia di Formula 1, il miliardario ha acquistato anche il Lipsia e il Salisburgo. A livello di risultati la sua scalata nel mondo dello sport è costante: il Lipsia, dopo aver battuto il Tottenham, a sopresa per i nostri lettori che amano scommettere on line sul calcio potrebbe accedere per la prima volta nella storia ai quarti di finale della Champions League.
E i presidenti Italiani? Se le attività imprenditoriali di Andrea Agnelli sono note a tutti, meno conosciute sono le professioni di altri presidenti della Serie A. Il patron dell’Atalanta Antonio Percassi ha una holding (Odissea SRL) che include diversi marchi internazionali; Joey Saputo, presidente del Bologna, è diventato miliardario grazie alle industrie casearie, il proprietario del Cagliari Tommaso Giulini ha ereditato una società che si occupa di estrazione e lavorazione del fluoro, e ha implementato i suoi affari nel settore chimico ed estrattivo.
Il presidente della Fiorentina Rocco Commisso iniziò a lavorare alla Pfizer (industria farmaceutica che produce il Viagra) ma trovò il suo Eldorado con le tv via cavo: oggi è proprietario di Mediacom, azienda all'ottavo posto fra gli operatori via cavo negli Stati Uniti con un fatturato annuo di oltre 1,6 miliardi di dollari. Il tesoro di Steven Zhang, numero uno dell’Inter spazia tra investimenti finanziari e attività immobiliari, oltre che nell’e-commerce, la vendita di prodotti on line.
Il presidente del Lecce Saverio Sticchi Damiani è un avvocato e un professore universitario con la cattedra all’Università del Salento. La famiglia Pozzo, proprietaria dell’Udinese, deve le proprie fortune agli utensili industriali per la lavorazione del legno, prodotti e venduti su scala internazionale. Il patron del Verona Maurizio Setti è un imprenditore immobiliare che ha sviluppato i propri affari anche attraverso investimenti finanziari.
*La foto di apertura dell'articolo è di Matt Dunham (AP Photo).