La cancellazione di un torneo come Wimbledon è una delle tante "prova provate" di come ci si trovi al cospetto di un periodo storico difficile. Eventi di così ampio indotto e respiro e, soprattutto, dall'ingente valore economico si cerca, fino all'ultimo di tenerli in vita. Un esempio? Sempre rimanendo nel tennis, gli ultimi Australian Open, disputati comunque nonostante le condizioni ambientali definibili eufemisticamente "al limite" a causa di un Paese in fiamme a causa degli incendi quasi inestinguibili.
In questo caso si presenta la chance di un "atterraggio col paracadute", materializzatosi grazie alla stipula della giusta polizza. Il torneo di Wimbledon è assicurato: un premio del costo di 1,6 milioni l'anno e che, oggi, come confermato al "The Guardian" da Richard Lewis, ex amministratore delegato dello slam londinese, dovrebbe portare nelle casse del torneo verde-viola, circa 100 milioni di euro, a fronte dei 260 milioni che lo stesso genera nel complesso giro di affari.
Ora, è interessare andare a scoprire anche i casi di premi assicurativi ed eventuali i 5 risarcimenti nel mondo sportivo che, nel corso degli anni hanno fatto parlare di sé:
1. LE GAMBE DEI CALCIATORI PIU' ILLUSTRI
Ai tempi del Real Madrid, Cristiano Ronaldo godeva di un'assicurazione sulle proprie gambe che, in caso di indennizzo, avrebbe versato 100 milioni di Euro. Sempre meno di David Beckham, che ai tempi dei Galacticos era "protetto" per 150 milioni di euro. Le gambe di Lionel Messi, invece, valevano - nel 2017 - "appena" 50 milioni.
Altri esempi tra passato e presente: Zidane e Raul (da calciatori) rispettivamente 75 e 70 milioni, Gareth Bale, probabile partente per le scommesse e quote per il calcio 91... Il computo di tali premi assicurativi è dettato da precedenti infortuni, valore effettivo del calciatore e stile di vita.
2. IL PASTICCIO GROSJEAN IN F1
Nel GP del Belgio 2012, a bordo della sua Lotus, il ginevrino Romain Grosjean provoca per l'ennesima volta un incidente in partenza. Ma in quell'occasione la combina davvero grossa: alla prima curva dopo il via, crea una carambola in cui diverse monoposto vengono coinvolte e alcune delle quali sono da buttare. Si arrivano a contare circa 3 milioni di danni: chi pagò? Non le assicurazioni, bensì la squadra che, di fatto, non può rivalersi nemmeno sul pilota. Il "rischio", negli sport motoristici, è una variabile da mettere automaticamente in conto...
3. IL CASO ALONSO
Restando nel giro della Formula Uno, nel 2015 a Fernando Alonso - dopo l'incidente ai test al Montmelò del 22 febbraio, fu imposto lo stop dai dottori, anche sulla base del fatto che nei contratti con le squadre, il pilota McLaren è obbligato - per correre - a presentarsi in condizioni idonee. Ebbene, oltre all'assicurazione privata sulla salute stipulata dal pilota, ne esiste un'altra coi team definita "per race missed", che interviene nell'eventualità che lo stesso pilota sia costretto a saltare uno o più gran premi a causa di un incidente.
Il premio si calcola sulla base dell'ingaggio del tesserato: nel caso di Alonso, venne pagata una cifra pari a 1,8 milioni. A farlo furono proprio le assicurazioni, anche perché non vennero riscontrati malfunzionamenti della monoposto nell'incidente di Montmelò.
4. IL CASO GALLINARI (E NON SOLO) IN NBA
Anno 2014: il talentuoso cestista italiano dei Denver Nuggets Danilo Galinari si rompe il crociato anteriore sinistro e inizia un lungo calvario riabilitativo. Dopo la 41esima partita non giocata, in NBA, le assicurazioni intervengono pagando il 50% dell'ingaggio del giocatore calcolato sulla base di ogni partita. In questo caso 61mila dollari - entrati a gettito continuo per tutto l'inverno e la primavera di quell'anno nelle casse del team del Colorado - per ogni match non disputato.
5. IL CASO SUNDERLAND E LA POLIZZA "NON SCRITTA" IN CASO DI FIGURACCE
Esistono anche "polizze non scritte", "assicurazione tra galantuomini", come solo in Gran Bretagna si sa essere. Ottobre 2014: 2500 tifosi del Sunderland seguono la propria squadra nella trasferta a Southampton, dall'altro capo del Paese. Solo che i "Black Cats", in campo, fanno una pessima figura, perdendo ben 8-0. Su suggerimento del portiere italiano Vito Mannone e comunicato dal capitano John O'Shea, i giocatori risarciscono biglietti e costi di trasferta ai propri sostenitori, per una cifra pari a 60mila sterline. Somma che verrà devoluta ad un reparto pediatrico.
* La foto di apertura dell'articolo è di Kirsty Wigglesworth (AP Photo).