Dopo una sfida a eliminazione diretta, un doppio turno di coppa in totale parità, una finale di un Europeo o di un Mondiale. I calci di rigore hanno contraddistinto i momenti non solo più emozionanti, ma quelli più "al cardiopalma" dei tifosi, tra gli spalti o davanti alla tv, senza fiato e in attesa del feroce verdetto! A tal proposito, dalla redazione di 888Sport.it siamo andati a spulciare tra i casi di penalty interminabili..
1) Euro U.21 2007 - Olanda-Inghilterra 13-12
E' il 20 giugno 2007 all'"Abe Lenstra" Stadium di Heerenveen va in scena la semifinale del campionato europeo Under 21. A sfidarsi, i padroni di casa dei Paesi Bassi e l'Inghilterra, in vantaggio fino a un giro di lancette dal novantesimo grazie alla rete di Leroy Lita, attaccante di origini congolesi classe 1984 e all'epoca del Reading, tanto promettente quanto, successivemante, deludente nel corso della sua carriera, tanto che da tempo frequenta la pancia più profonda del dilettantismo d'Oltremanica, e oggi giochicchia al Nuneaton Borough, in settima serie. All'89', si diceva, il pareggio di Maceo Rigters, altra meteora del calcio ma capocannoniere di quel torneo.
E' 1-1 e, dopo gli infruttuosi tempi supplementari, si va ai calci di rigore. Apriti cielo: per risolvere la contesa ce ne vogliono ben 32! Un autentico record, tanto che ci sarà gente che verrà chiamata in causa due volte dagli undici metri e con esiti opposti. Ad esempio, tra i giovani Orange, Royston Drenthe (che in quella stessa estate si trasferì dal Feyenoord al Real Madrid) prima sbagliò e poi segnò. Sequenza contraria, invece, per Daniël de Ridder.
Nell'Inghilterra, andò alla battuta (segnando) il portiere Scott Carson (stesso discorso per il dirimpettaio Waterman), James Milner (oggi al Liverpool) segnò due volte, mentre ad essere decisivo alla lotteria infinita, furono le battute a vuoto di Matt Derbyshire (parata di Waterman) e di Anton Ferdinand, che colpì la traversa. Sarà il gol di un altro carneade, come il difensore Gianni Zuiverloon, a porre la parola fine alla sequenza da record che vide 13 rigori trasformati per i Tulipani e 12 per gli inglesi.
I Paesi Bassi, 4 giorni dopo, batterono da favoriti per le scommesse calcio la Serbia 4-1 e si laurearono campioni continentali di categoria.
2) Coppa d'Africa 1992: Costa d'Avorio-Ghana 11-10
Tornando parecchio indietro nel tempo, parliamo del 26 gennaio 1992, una sequenza interminabile di calci di rigore, decise addirittura la vincitrice della Coppa d'Africa per nazioni. A sfidarsi, di fronte a una bolgia di 47mila 500 spettatori dello stadio Léopold Sédar Senghor di Dakar, Costa d'Avorio e Ghana. Sul campo, un match scorbutico, senza gol, un derby particolarmente sentito dell'Africa occidentale, che non produce vincitori, né vinti, nemmeno al 120'.
Ai penalty, invece, non si smise più di segnare: finì 11-10 per gli Elefanti, dopo che tutti i 22 in campo si erano incaricati almeno di una battuta e con un errore per parte: Asara per le Black Stars e Tiéhi per gli ivoriani. Ironia della sorte, decisivi furono i giocatori che aprirono la sequenza: da una parte, l'ivoriano dell'ASEC Abidjan Basile Aka Kouamé, difensore che trasformò due volte i propri rigore.
Dall'altra, un altro componente della retroguardia, il ghanese Antony Baffoe (attuale vice-segretario della Confederazione calcistica africana e all'epoca giocatore del Fortuna Düsseldorf, in Germania, dov'era nato) si fa parare la propria seconda conclusione dal portiere del Raja Casablanca, Alain Gouamené. Curiosamente, la Costa d'Avorio vinse al termine di un'altra serie infinita di rigore: 12-11 contro il Camerun, nei quarti di finale della Coppa d'Africa 2006.
3) Il record assoluto è in Namibia
Attualmente, però, il primato calcistico fin qui ufficialmente riconosciuto anche per gli esperti di scommesse sportive, appartiene a una partita della Coppa di Namibia - si resta quindi sempre all'interno del continente africano - in cui il KK Palace s'impose 17-16 nei confronti dei Civics Windhoek, al termine di 48 tentativi dagli undici metri. Per citare un altro caso che coinvolge le squadre di club, infine, particolarmente indicativa fu la lotteria dei rigori che caratterizzò la finalissima-derby di Coppa di Grecia tra Olympiacos e AEK Atene, in cui i biancorossi trionfarono al termine di una sequenza che li vide vittoriosi 15-14. Non per deboli di cuore, insomma.
Nuove regole e casi più unici che rari
In tempi modernissimi, si sono aggiunte ulteriori regole alla formula dei rigori. Nel 2017, agli Europei femminile Under 17, si varò la formula "ABBA" (battuta della squadra "A", due della squadra "B" e controrisposta della squadra "A") in sostituzione della classica "ABAB". A partire da quella stessa estate, la Football Association adottò l'idea per le proprie competizioni. E stupì che la patria del calcio e dei puristi di questo sport decise per questo "Coup de theatre". Che, infatti, non riscosse particolare successo.
Tra le nuove regole, il portiere oggi è chiamato a mantenere almeno un piede sulla linea di porta: in caso contrario l'arbitro potrà utilizzare il VAR (qualora la competizione in questione lo consenta) per decidere se far ripetere oppure no l'esecuzione. Nel caso in cui ci sia un espulso nei 90' o 120', poi, la lista di battitori sarà di 10 per squadra (a scalare, quindi, a seconda dei cartellini rossi).
Ancora, nel caso di parità dopo tutte le esecuzione, eventuali serie di tiri ad oltranza possono venire effettuate con un ordine di tiratori diverso.
Tra gli episodi più curiosi, manifestatosi per giunta in un quarto di finale con Zico da una parte e Platini dall'altra, Mondiale, a Messico 1986, fece particolarmente discutere quello battuto dal laterale transalpino Bruno Bellone: sinistro rasoterra con pallone che prima colpisce in pieno il palo, poi tornando indietro, rimbalza sulla spalla del portiere verdeoro Carlos e si insacca.
Fu un episodio talmente inedito, che dopo mille discussioni, ci volle un anno e una nota ufficiale dell'International Football Association Board prima di stabilire che l'arbitro, il rumeno Ioan Igna, fece bene a convalidare.
*La foto di apertura dell'articolo e' di Sergey Ponomarev (AP Photo). Prima pubblicazione 13 agosto 2020.