Ci sono moltissime voci nella stesura di un contratto di trasferimento di un calciatore professionista, e anche per questo, anche trattative che appaiono in teoria molto semplici da portare a termine, vanno avanti per diversi giorni. Tra le voci “minori”, ma molto importanti, c’è quella del Premio di solidarietà che - da regolamento FIFA - viene versato dal club che cede il proprio tesserato ad un’altra società.
Tale contributo è previsto nel caso in cui un calciatore venga trasferito prima della scadenza del suo contratto, e viene distribuito in favore dei club coinvolti nella formazione del giocatore nel corso delle stagioni dal 12° al 23° anno di età del calciatore.
La norma ed il carattere "internazionale" del trasferimento - La norma della Federazione Internazionale Football Association parla chiaro:
“Se un calciatore professionista si trasferisce nel corso di un contratto, il 5% di qualsiasi compenso, ad eccezione dell’indennità di formazione, corrisposto alla società precedente deve essere detratto dal totale di tali compensi e distribuito dalla società di destinazione come contributo di solidarietà alla (o alle) società che hanno provveduto alla formazione e all’istruzione del calciatore nel corso degli anni.
Tale contributo di solidarietà tiene conto del numero di anni durante i quali il calciatore è stato tesserato per la (o le) società in questione nelle stagioni comprese tra il 12° e 23° anno di età".
Il trasferimento in questione deve essere di natura internazionale, ovvero deve avvenire tra due squadre che fanno parte di due federazioni differenti, e può essere sia a titolo definitivo che temporaneo. Il Premio di Solidarietà viene corrisposto ogni qual volta un giocatore si trasferisce da un club a un altro, ed è certificato da una tabella che legifera in maniera esplicita la ripartizione di tale premio:
- dalla stagione del 12º anno di età del calciatore, fino al 15º anno, al club spetta per ogni stagione lo 0,25% del costo totale del trasferimento.
- dal 16º anno di età del calciatore, fino al 23º anno di età, il Premio di solidarietà che va alla società (o alle società nelle quali il ragazzo ha militato) è equivalente allo 0,50% dell’intero importo del trasferimento moltiplicato per ogni stagione trascorsa nel club, o nei club passati.
Tutto ciò comporta un guadagno indiretto per i club che hanno avuto modo di far crescere nel proprio settore giovanile (o hanno tesserato fino al 23º anno di età) calciatori successivamente al centro di trasferimenti di carattere internazionale.
Il Premio di solidarietà - stabilito dalla FIFA per i trasferimenti di natura internazionale - non va confuso con l’indennità di formazione che viene corrisposta solo in occasione del primo contratto da professionista e per i trasferimenti avvenuti fino al 23° anno di età.
L'esempio - L’esempio più eclatante, in termini di Premio di Solidarietà riguarda il trasferimento internazionale di Cristiano Ronaldo dal Real Madrid alla Juventus che ha sconvolto il mercato delle scommesse online dei madridisti; il costo del cartellino del portoghese - com’è noto - fu di 100 milioni di euro. Ma di questi cento milioni, il 5% è stato destinato allo Sporting Lisbona e al Manchester United, i due club che avevano tesserato il calciatore all'età coperta dalla norma.
In sostanza, entrambi i club hanno ricevuto 2,5 milioni di euro. Vediamo, perché.
La società lusitana - che aveva avuto Ronaldo dal 12° anno di età fino al 18º anno, ha incassato una quota parte del contributo pari allo 0,25% nelle prime 4 stagioni in cui il giocatore ha vestito la maglia biancoverde (dal 12° al 16° anno di età), sommato alle altre tre stagioni (dai sedici anni in avanti), il cui contributo è valutato dalla norma al 0,50%. Il club inglese - che ha avuto modo di tesserare Ronaldo dal 18° anno di età (per poi cederlo a 24 anni) ha ottenuto i cinque anni di contributi relativi al Premio di Solidarietà (dai 18 ai 23 anni) che hanno contribuito ad arricchire le casse dei Red Devils.
Lo sviluppo dei settori giovanili porta ai club dei grossi vantaggi nei ricavi economici, al di là delle plusvalenze: per questo andrebbero sempre incentivati.
*La foto di apertura dell'articolo è di Antonio Calanni (AP Photo).