La questione del modulo di gioco di una squadra di calcio è sempre molto interessante. A seconda di come l’undici si schiera in campo, si può cercare di capire che tipo di partita farà. Chi si presenta con un 5-4-1, tanto per fare l’esempio più lampante, difficilmente ha in mente di giocare un match offensivo. Allo stesso modo, chi si sistema con più di tre punte in un momento in cui è necessario segnare sa benissimo che avrà molta più potenza d’urto davanti, ma parecchi buchi dietro. Ma nel 2022 ha ancora senso parlare di moduli? Per molti allenatori, decisamente sì.
Alcuni tecnici sono parecchio dogmatici e non possono fare a meno delle proprie “creature”. In Italia c’è Zeman, che non ha mai abbandonato in carriera il suo 4-3-3, ma anche il maestro del 4-2-3-1 Spalletti. Per non parlare poi di Sacchi, che aveva calibrato il suo 4-4-2 sulla zona pressing che ha fatto le fortune del Milan.
Pep maestro del calcio liquido
L'evoluzione di Guardiola tra Bayern e City
Le proposte italiane di calcio liquido
Il concetto di calcio liquido
Eppure c’è chi la pensa molto diversamente e ha sviluppato la sua idea, quella che parla di…calcio liquido. Il concetto è molto semplice: la disposizione dei calciatori in campo non può essere rigidamente predefinita, perchè ogni partita fa storia a sé e quello che contro un avversario è un punto di forza, contro un’altra squadra può diventare una falla da coprire il prima possibile.
Dunque, il ragionamento è che il modulo, così come il calcio stesso, non può essere una scienza universale ma che debba adattarsi per forza di cose alla situazione in campo. Esattamente come fa un liquido, che prende la forma del suo recipiente, pur mantenendo le sue caratteristiche senza snaturarsi.
Anche il ruolo, nel calcio liquido, non è fisso, ma viene regolato dai compiti e dalle funzioni che l’allenatore affida al singolo calciatore. Dunque, addio, o quasi, agli specialisti, perchè se a seconda del match il tecnico può far fare a un giocatore cose diversissime tra loro, saperne fare alla perfezione soltanto una diventa controproducente. Su questo dobbiamo ponderare anche quale marcatore scegliere per le quote calcio oggi , perché è molto probabile che la rete verrà effettuata dopo un inserimento da dietro!
Pep maestro del calcio liquido
Il maestro assoluto del calcio liquido è Pep Guardiola. Il tecnico catalano ha cominciato la sua carriera da allenatore al Barcellona, in una squadra talmente piena di calciatori di talento che imbrigliarli in un determinato ruolo o confinarli in una zona di campo poteva essere uno spreco. E se ci sono figure, come quelle di Xavi o di Sergio Busquets, che nel corso degli anni di Guardiola hanno mantenuto compiti pressoché fissi, ci sono anche esempi, che si chiamano Leo Messi o Andres Iniesta, di talenti che sono stati utilizzati in diversa maniera.
La stessa scoperta della Pulce come Falso Nueve è legata proprio alla capacità innata del sette volte Pallone d’Oro di adattarsi a quello che accade in campo. Dunque, in partite contro squadre molto chiuse poteva accadere di vedere Messi andarsi a prendere il pallone a centrocampo, mentre nei match di cartello l’argentino operava più vicino all’area avversaria, pronto ad accendersi all’occorrenza.
È però anche vero che il Barcellona di Guardiola ha quasi sempre giocato con quello che sembrava un 4-3-3.
L'evoluzione di Guardiola tra Bayern e City
Lo step successivo del suo studio, infatti, Guardiola lo ha proposto a Monaco di Baviera. Al Bayern il catalano ha trovato materiale forse non tecnicamente valido come quello che aveva a disposizione al Camp Nou, ma ha anche individuato qualche elemento che dal punto di vista tattico valeva oro.
E la…liquidità si è vista subito, perchè alcuni dei terzini di quel Bayern, come Kimmich o Alaba, hanno cambiato ruolo. O, per dirla alla Guardiola, compiti. L’ex Lipsia e Stoccarda si è trasferito a centrocampo a far valere il suo senso della posizione e dell’inserimento, mentre l’austriaco è diventato un difensore centrale, anche per la sua capacità di far partire la manovra dal basso.
Un lavoro, quello di Guardiola, che è proseguito anche a Manchester, sponda City.
Impossibile stabilire il modulo fisso dei Citizens, se non facendo valere quelle che sono considerate le posizioni “di base” di chi scende in campo.
E se Cancelo da terzino sinistro a volte si ritrova a fare il trequartista, è proprio per i compiti che gli ha dato il tecnico. Una situazione che è già tatticamente poco prevedibile, ma che grazie alle capacità tecniche del portoghese (e dei compagni, che a loro volta hanno compiti speciali come Gabriel che parte largo) diventa assolutamente devastante.
Le proposte italiane di calcio liquido
Certo, non è sempre detto che le intuizioni di Guardiola e dei molti tecnici che cercano di proporre questo tipo di calcio (come Roberto De Zerbi, ma anche Andrea Pirlo, che sul calcio liquido ha basato la sua tesi per il patentino a Coverciano) funzionino, il che lascia il fianco scoperto alle critiche. Ma del resto, proprio il catalano lo ha spiegato benissimo qualche tempo fa.
Quando le sue mosse molto particolari portano risultati, si fa presto a definirlo genio. Quando invece le cose non vanno come previsto, l’accusa è quella di voler innovare a tutti i costi, andando a snaturare una squadra che in altre maniere aveva dimostrato di poter vincere. Eppure, assicura il tecnico del City, ogni idea ha assolutamente la sua ragione d’essere.
Guardiola spiega di non essersi inventato nulla, anche perchè le basi del calcio liquido sono molto legate alla storia del Calcio Totale, che Johan Cruijff ha contribuito a modellare prima in campo e poi in panchina, dove ha guidato tra gli altri proprio il catalano. Il concetto su cui si basa il modo di giocare del City (e non solo) è quello di analizzare se stessi e l’avversario, adattando ogni volta i compiti dei calciatori e il loro raggio di azione a seconda di quello che potrebbe funzionare o meno.
Quindi spostamenti repentini e decisamente inattesi, come l’utilizzo di Bernardeschi come falso nueve o Danilo regista proposti da Pirlo, o l’assenza di un attaccante di ruolo nella finale di Champions persa da favoriti per il sito scommesse calcio dal City contro il Chelsea nella stagione 2020/21 non sono…tentativi buttati lì per dimostrare di essere speciali, quanto il risultato di uno studio profondo di entrambe le squadre che andranno in campo.
Poi, visto che nulla è universale, neanche il calcio liquido, può succedere di vincere ma anche di perdere. Ma guai a pensare che Pep e gli altri siano…scienziati pazzi del pallone!
*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.