Valencia, Italia. No, non è un errore geografico, ma calcisticamente parlando è un dato di fatto. La squadra bianconera è il club di Liga che nella sua storia ha avuto più calciatori italiani.
Il mercato di gennaio ha permesso ai Pipistrelli di completare il proprio…dieci perfetto con l’arrivo in prestito secco di Alessandro Florenzi dalla Roma. Il classe 1991 ha scelto il Mestalla per giocarsi le sue possibilità di giocare con più continuità e rendersi, quindi, convocabile da Mancini per Euro 2020. E non sorprende che a cercarlo sia stato proprio il Valencia, che nella storia recente ha dimostrato di avere una gran passione per i calciatori tricolori. Al punto che qualcuno è anche entrato nella storia del club.
Seconda giovinezza - Il fortunato è anche il primo italiano a volare da quelle parti: Amedeo Carboni, che fa lo stesso percorso di Florenzi. Dalla Roma al Valencia nel 1997. A 32 anni potrebbero essere gli ultimi fuochi di una buona carriera, ma si trasformano in un amore bello e vincente. Carboni resta al Mestalla da calciatore fino al 2006, quando appende gli scarpini al chiodo con al braccio la fascia da capitano. E quello è il periodo più florido della storia del club, che con Carboni in rosa porta a casa due campionati, una Copa del Rey, una Supercoppa di Spagna.
Anche in Europa i Pipistrelli si fanno rispettare: un Intertoto, una coppa UEFA e la successiva Supercoppa Europea. Il mancino sbaglia un rigore nella finale di Champions di San Siro contro il Bayern. Dopo l’addio, il toscano prova anche per un anno l’esperienza da DS del club, per poi dedicarsi ad altro.
Il periodo al Valencia di Carboni è così ampio che l’ex romanista fa da chioccia a molti altri italiani che decidono di provare l’esperienza nel club. Il primo a seguire l’esempio del terzino è Cristiano Lucarelli. A portarlo al Mestalla è Claudio Ranieri, il primo dei due allenatori italiani che hanno guidato la squadra. Quella 1998/99 però per l’attaccante livornese si rivela una pessima stagione, condizionata da un grave infortunio. Lucarelli si fregia comunque della vittoria sia in Copa del Rey che in Intertoto, ma dopo appena un anno preferisce tornare in Italia, accettando l’offerta del Lecce.
A proposito di Ranieri, il tecnico italiano torna nel 2004 per sostituire Rafa Benitez e c’è un vero e proprio esodo tricolore dal campionato italiano al Valencia. Arrivano ben quattro calciatori dal nostro torneo e tutti di un certo spessore.
Più che il Valencia, sembra... la Lazio! - Ad aggiungersi a Carboni ci sono Stefano Fiore, Marco Di Vaio, Emiliano Moretti e Bernardo Corradi. Le loro storie in quel di Valencia sono molto diverse, ma hanno un punto in comune: la stagione 2004/05 è quella…degli italiani, perché in rosa ce ne sono cinque, più il tecnico. Inizia bene, con la vittoria della Supercoppa Europea, ma finirà malissimo, con Ranieri esonerato prima dell’arrivo della primavera.
In ogni caso il momento è storico. Fiore, dopo anni in cui ha brillato con le maglie del Parma, della Lazio e della nazionale, non riesce a sfondare in Spagna. Rimarrà sotto contratto fino all’agosto 2007, ma le due stagioni successive a quella in Spagna le gioca tra Fiorentina, Torino e Livorno. Storia simile per Corradi, anche lui arrivato dalla Lazio. Un anno per lui, in cui segna appena 4 reti in 29 presenze, poi il prestito al Parma e la cessione al Manchester City.
Non va molto meglio a Di Vaio, che rimane al Mestalla una stagione e mezzo. Nella prima mette a segno 15 reti, ma poi a dicembre 2005 viene ceduto in prestito al Monaco e poi tornerà in Italia, al Genoa.
Moretti, professionista esemplare - Chi a Valencia ci resta di più è Emiliano Moretti, difensore sempre affidabile e uomo spogliatoio in Spagna ed Italia. Per lui cinque anni in bianconero, dal 2004 al 2009. E il difensore, in un certo senso, prende l’eredità di Carboni, visto che riesce a imporsi nell’undici titolare e nella stagione 2007/08 è protagonista della cavalcata della squadra di Koeman, che riesce a vincere la Copa del Rey. Nel frattempo, al posto di Di Vaio è arrivato ed è subito andato via un altro attaccante italiano, Ciccio Tavano.
Il Valencia lo acquista dall’Empoli, ma finisce subito ai margini della rosa. Il club spagnolo lo presta alla Roma, che non lo riscatta, e poi dopo appena un anno lo rimanda definitivamente in Italia, al Livorno.
Sarà che, escludendo Moretti, il gruppo di italiani portati da Ranieri non convince per nulla, ma per rivedere un calciatore tricolore indossare la maglia del Valencia bisogna aspettare il 2017. Un anno prima, nel frattempo, dura pochi mesi l’avventura al Mestalla di un tecnico italiano, Claudio Cesare Prandelli, che subentra ad Ayestarán a settembre e lascia dopo appena otto partite.
La stagione successiva si rivede la nostra bandiera, grazie a Simone Zaza. L’attaccante arriva nel gennaio 2017 e gioca una stagione e mezza in Spagna, mettendo a referto un totale di 19 gol il 53 partite, con una rete straordinaria al Real che ha invertito le quote delle scommesse calcio. Quanto basta per convincere il Torino a riportarlo in Italia.
L’unico connazionale nonché compagno di reparto…e di ruolo per Florenzi resta dunque Cristiano Piccini, acquistato dal Valencia nel 2018. Per lui il club spagnolo sborsa 10 milioni allo Sporting Lisbona e sul suo contratto c’è una clausola da 80 milioni di euro. Dopo aver giocato da titolare nella scorsa stagione, Piccini si è però fratturato la rotula e quindi ha lasciato un posto in rosa scoperto, proprio quello che si è preso ora l’ex romanista.
E chissà che, nel caso il Valencia volesse provare il riscatto del numero 25, la prossima stagione la fascia destra dei pipistrelli non parli totalmente italiano.
*La foto di apertura dell'articolo è di Ramon Espinosa (AP Photo); la seconda di Claude Paris (AP Photo).