Daniel Carriço, difensore portoghese di 31 anni, passa dal Siviglia al Wuhan Zall. In tempi di coronavirus, c'è quasi da non crederci. Ma è tutto vero, come ha confermato lo stesso club cinese. Difficile capire cosa possa portare un calciatore a trasferirsi nella squadra della città in cui ha avuto inizio l’epidemia, ma il ragionamento dell’ex calciatore biancorosso in fondo non fa una piega.
Intanto, il Wuhan Zall è tranquillamente ad allenarsi in Spagna e, considerando che il campionato è stato rinviato a data da destinarsi, tornerà in Cina quando la situazione non sarà più pericolosa. E poi, in fondo, bisognerà pur tornare a giocare da quelle parti prima o poi e solitamente gli stipendi della Chinese Super League sono importanti per chi viene dall’estero.
E poi, a dirla tutta, il portoghese non è neanche l’unico ad aver accettato le lusinghe del Wuhan Zall. Anche l’ex Napoli e Palermo Eddy Gnahoré giocherà, non appena riprenderà il torneo, con la squadra cinese. In ogni caso, quello di Carriço entra decisamente a far parte dei trasferimenti più assurdi e inaspettati della storia del calcio.
Barça, che confusione - Del resto, nell’ultima sessione di mercato, persino il Barcellona ha deciso di sorprendere, anche se già lo scorso anno l’acquisto di Boateng dal Sassuolo aveva fatto parlare parecchio. Ma almeno il buon Boa un minimo di pedigree calcistico importante ce l’aveva. E invece a febbraio 2020, fuori tempo massimo grazie all’infortunio di Dembele, in blaugrana arriva Martin Braithwaite.
Chi? Ecco, esattamente la domanda che si sono fatti i tifosi del Barça. Che magari si aspettavano un nuovo centravanti di nome e si ritrovano in attacco a duettare con Messi un ragazzo danese di 29 anni che in carriera ha giocato e segnato (a dire la verità neanche troppo) con Esbjerg, Tolosa, Middlesbrough, Bordeaux e Leganés. Il campo poi darà il suo giudizio, ma intanto non è che al Camp Nou siano felicissimi e le quote dei blaugrana nelle scommesse online crescono...
Giudizio ampiamente negativo che invece è stato dato invece oltre un decennio fa a Julian Faubert, che nel 2018 ha giocato in Indonesia e che invece nel 2009 era in prestito al Real Madrid e si allenava accanto a Sergio Ramos, Sneijder e Robben. Tutto merito di una buona stagione con il West Ham, coincisa con un momento di emergenza dei Blancos sulla fascia destra.
A gennaio, il francese si ritrova catapultato al Bernabeu, forse senza neanche sapere perchè. Alla fine gioca appena due partite e se ne torna in Premier League, retrocedendo due anni dopo e finendo anche in Francia, Turchia, Scozia e Finlandia. Santo protettore…dei Galacticos per caso.
Benefits da rockstar - E visto che si parla di Liga, impossibile non menzionare Samuel Eto’o che arriva all’Inter dopo una carriera già vincente e porta a casa il secondo Triplete. Appena un anno dopo lascia la Serie A…per l’Anzhi, squadra praticamente sconosciuta che però può offrirgli uno stipendio da capogiro grazie ai fondi del magnate russo Sulejman Kerimov. A invitarlo nella Premier Liga russa ci pensa Roberto Carlos, anche lui emigrato in cerca di un ultimo contratto da nababbo.
Una storia pazzesca, così come i benefit per la firma del camerunense: il club è di Machačkala, capitale del Daghestan. Ma Eto’o di vivere sul Caucaso non ha alcuna intenzione e quindi ha casa e si allena a Mosca, con l’aereo personale che lo porta alle partite. Questa strana storia dura due anni, poi gli stipendi cominciano a diminuire e ora la squadra è fallita e si trova in terza divisione, mentre Eto’o torna al Chelsea per poi passare all’Everton, alla Samp, in Turchia e persino in Qatar.
Una sindrome, quella della scelta particolare, che non risparmia nemmeno i Palloni d’Oro o i campioni conclamati. Ecco qualche esempio. Anno di grazia 1982, il Barcellona acquista Diego Armando Maradona e per Allan Simonsen, miglior giocatore d’Europa nel 1977, non c’è più posto. E lui, ad appena trent’anni, dove se ne va? Clamorosamente al Charlton, nella Serie B inglese.
Un altro Maradona, quello dei Carpazi, fa uno strano giro. Gheorghe Hagi fa grande la Steaua e finisce al Real Madrid, salvo due anni dopo ritrovarsi al Brescia, disputando persino una stagione in B. E poi, tanto per completare l’assurdità della questione, fa talmente bene in Lombardia che viene acquistato dal Barcellona.
In Inghilterra, poi, sono davvero straordinari quando si tratta di acquisti e cessioni capaci di lasciare perplessi. Due casi su tutti. Stagione 2010/11, quella di Dale Jennings, 18 anni, e il suo trasferimento shock: dal Tranmere Rovers, League One, al…Bayern Monaco. I tedeschi lo comprano (per motivi ancora poco comprensibili) e lo dirottano immediatamente nella squadra riserve. Non ne uscirà mai, neanche per un minuto con i grandi. E ora, a 27 anni, gioca nella nona divisione inglese.
Pressioni "politiche" - Peggio, se possibile, la figuraccia del Southampton, che nel 1996 regala al calcio un momento storico. L’esordio di Ali Dia, finto cugino di George Weah, che il club inglese mette sotto contratto dopo una telefonata da parte di una persona che si spaccia per l’attuale presidente della Liberia. E nel match contro il Leeds United, succede l’impensabile. Ali Dia, che in carriera al massimo ha giocato al massimo con squadre di categorie parecchio inferiori, scende in campo in Premier, prendendo il posto di un infortunato Matthew Le Tissier.
Bastano 53 minuti per capire che forse l’acquisto è stato abbastanza incauto. Ma insomma, di fare scelte strane succede anche ai migliori calciatori. E ai migliori club.
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*La foto di apertura dell'articolo è di Miguel Morenatti (AP Photo).