"Guardami! Guardami! Vai ancora... Ancora un po'... Due passi a sinistra e fermo li!" Scene tipiche da costruzione di una barriera, nel calcio.
Il caso Ilunga e le nuove regole
Uno di quegli atti durante una partita che, per davvero, sono uguali a se stessi dalla Serie A alla Terza categoria. "Immagini che si possono sentire", in cui il portiere - più o meno ansiogeno a seconda delle circostanze - perde le corde vocali dando indicazioni al "primo" uomo di una schiera di altri compagni di squadre che dovrà garantirgli la giusta copertura, una sorta di scudo, in caso di calcio di punizione avversario.
Gli urlacci e la tensione in campo
La barriera non trasmette pathos allo spettatore ma, assolutamente, è uno dei momenti più stressanti per chi vi è coinvolto. Istanti che sembrano non finire mai col timore, per chi è "telecomandato" dall'estremo difensore, di non esaudire con esattezza le indicazioni urlate da un uomo disperato a 15-20 metri di distanza.
Ed è così che, quando si sente l'eco del "Fermo!" o "Non muoverti!", si sa di aver fatto giusto.
Diversamente, in genere si viene apostrofati da espressioni scurrili dettate dal momento. E lì sono guai, perché significa non averci capito niente. Ma, si diceva, capita a tutti: dalle arene di Champions League ai campetti fangosi di provincia.
Distanza in barriera
Un calcio di punizione viene assegnato dopo che l'arbitro ha fischiato un'infrazione da un qualsiasi giocatore della squadra che ha subito il fallo. I calci di punizione fanno riferimento alla regola 13 del regolamento del gioco del calcio.
A quale distanza, a questo punto, la barriera deve posizionarsi dalla battuta del piazzato? Tutti i calciatori avversari devono stare almeno a 9,15 metri dal pallone.
Non ci si può staccare, per "attaccare" prima della battuta dell'avversario, pena l'interruzione del gioco e, a discrezione dell'arbitro (che ragionerà, in questo caso, sull'atteggiamento più o meno recidivo del giocatore in barriera), il cartellino giallo.
Il caso Ilunga e le nuove regole
A questo proposito, non si può non fare cenno a ciò che accadde al Mondiale di Germania 1974 in cui Joseph Mwepu Ilunga, difensore dello Zaire - prima nazionale africana a una competizione iridata - scattò dalla barriera e calciò con tutta forza la punizione che, invece, avrebbe dovuto battere il brasiliano Rivelino.
Scatenando l'ilarità generale, perché tutti attribuirono alla selezione di Kinshasa una scarsa conoscenza delle più basilari regole del pallone.
Ilunga fu ovviamente ammonito, ma dietro il suo gesto non c'era nulla di spiritoso. Anzi. Si venne poi a sapere che il dittatore zairese minacciò di morte i giocatori se avessero perso con più di tre reti di scarto, e il giocatore sperò in questo modo - e ottenne - di salvare la propria vita e quella dei compagni.
Il Brasile, in quel momento della partita, stava conducendo proprio per 3 a 0. Barriera compatta, fitta, barriera sfilacciata, barriera che cambia, anche a seconda delle epoche calcistiche.
Dal 2019, infatti, c'è una regola in più, infatti, da rispettare. Su calcio punizione dal limite, i giocatori della squadra che batte non potranno più entrare direttamente in barriera al fine di esercitare azioni di disturbo.
La "mossa del coccodrillo" (o della lucertola)
Certo, se si tratta invece della squadra che difende, i più attenti avranno certamente notato un trend sviluppatosi nell'ultimo anno e mezzo: se il portiere lo richiede, un compagno di squadra di movimento dovrà fare la "mossa del coccodrillo" o "mossa della lucertola".
In cosa consiste? In teoria, per fornire una spiegazione chiara, basterebbe fornire un nome. Anzi, un nome e un cognome: Lionel Messi.
E' proprio la Pulce argentina, infatti, che si è inventata una particolare tecnica per sorprendere la barriera dal basso, anziché dall'alto con la classica traiettoria a giro.
In pratica Messi, fintando la parabola, sfrutta quel secondo sfuggevole in cui la barriera si alza in salto per contrastare la parabola aerea, per ingannarla dal basso, con un rasoterra che coglie impreparato anche la barriera.
Chi l'ha detto ❓❔❓
"Le Roi" ? Michel Platini pic.twitter.com/I6qKHuq2lL
— 888Sport.it (@888sport_it) October 29, 2020
Ovviamente, la leggenda argentina del Barcellona ha creato proseliti, in questo senso: per contrastare questa eventualità, un giocatore avversario andrà letteralmente a coricarsi alle spalle della barriera, posizionandosi proprio alla moda del coccodrillo (o di una lucertola), creando una sorta di cerniera di chiusura.
Da "Epic" Brozovic a Douglas Costa
Il primo a inventarsi questa mossa in barriera? Marcelo Brozovic durante un Barcellona-Inter di Champions nell'ottobre 2018. In realtà la punizione non la batté Messi (indisponibile e divertito in tribuna dall'accaduto), bensì Luis Suarez.
Una fragorosa risata la strappò, invece, più di recente, Douglas Costa in un Arminia Bielefeld-Bayern Monaco di Bundesliga, in cui l'ex Juve, deputato a "spalmarsi" a terra, non sapeva quale posa assumere a terra per evitare di essere colpito in faccia o nelle parti basse, decidendo all'ultimo istante di voltarsi e dare le spalle alla barriera.
Storie di calcio moderno con i bavaresi sempre favoriti per le scommesse calcio, che cambia, anche in uno dei momenti più classici di una partita...
*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo. Prima pubblicazione 4 novembre 2020.