Che Riccardo Calafiori fosse un talento puro era abbastanza chiaro sin da quando era ancora giovanissimo, ma l'evoluzione del nuovo centrale della Nazionale è travolgente e parte dalla ferrea volontà di un ragazzo che ha saputo ripartire dopo esperienze deludenti, con la convinzione di avere tutto per farcela ed uscire fuori davvero alla grande!

Il difensore romano classe 2002 è entrato a far parte del settore giovanile della Roma quando aveva appena 9 anni e ha fatto tutta la trafila delle squadre di categoria, sia in giallorosso che con la nazionale, giocando da terzino sinistro.

La trasformazione di Cala in difensore centrale

Eppure ci è voluta un’alchimia tattica di Thiago Motta per lanciarlo definitivamente tra i migliori difensori italiani. Il tecnico a Bologna lo ha trasformato in difensore centrale e di impostazione, un po’ sulle orme di quanto fatto a Manchester da Pep Guardiola con John Stones.

In questo ruolo Calafiori si è distinto con la precisione del suo sinistro e con importanti sortite offensive, diventando uno dei protagonisti della stagione dei felsinei terminata con la qualificazione, impensabile ad inizio stagione per le scommesse europei, alla prossima Champions League.

Cala esulta con i tifosi del Bologna

E queste prestazioni così importanti hanno convinto Luciano Spalletti a convocarlo per Euro 2024, nella consapevolezza di avere a disposizione un vero e proprio jolly, capace sia di giocare nella difesa a 3 come centrale che, all’occorrenza, di riprendere la posizione in campo in cui è cresciuto nel caso il CT dovesse optare per la retroguardia a 4 elementi.

Come detto, Calafiori ha cominciato la sua carriera da professionista della Roma, firmando il suo primo contratto con la società giallorossa nel 2018, prima ancora di fare il suo esordio in prima squadra.

La trafila di Calafiori fino alla prima squadra giallorossa

Esordio che è stato ritardato da un infortunio molto grave, rimediato durante un match di Youth League qualche mese dopo: la rottura di tutti i legamenti del ginocchio.

Lo stop per il difensore è stato molto lungo, ma una volta tornato in campo Calafiori non ha perso tempo, esordendo tra i professionisti nell’agosto 2020 all’Allianz Stadium, giocando da titolare contro la Juventus (e segnando una rete, che però gli viene annullata).

Nella stagione successiva viene utilizzato con frequenza da Paulo Fonseca, esordendo anche in Europa League (realizzando anche un gran gol) e convincendo la Roma a prolungare il suo contratto, con un accordo fino al 2025 e uno stipendio lordo che si avvicinava al milione e mezzo di euro.

Calafiori in giallorosso

In quel periodo il valore di mercato del terzino romano si aggira sui 4 milioni di euro. Nella stagione 2021/22, agli ordini di Josè Mourinho, non trova tantissimo spazio, anche se le tre presenze in Conference League gli permettono di fregiarsi del titolo vinto dai giallorossi. A gennaio 2022 viene ceduto in prestito al Genoa, ma in Liguria non trova spazio tra infortuni e scelte tecniche.

Il fondamentale anno in Svizzera al Basilea

Nella sessione estiva 2022 Calafiori lascia Roma a titolo definitivo, con il club capitolino che lo cede al Basilea per 1,5 milioni, a cui va aggiunto il 40% di una possibile rivendita.

L’esperienza in Svizzera, nonostante uno stipendio più basso rispetto a quello percepito nella Capitale (550mila euro netti) è positiva, con il difensore che fa anche le sue prime esperienze in una retroguardia a tre, giocando, anche da braccetto difensivo, 34 partite tra campionato, coppa nazionale e Conference League.

Abbastanza per attrarre l’interesse di un esperto di mercato come Giovanni Sartori, che al termine del mercato estivo 2023 lo riporta in Italia.

Al Basilea vanno 4 milioni, mentre il calciatore firma un contratto da circa 750mila euro netti a stagione con i felsinei fino al 2027. È l’inizio di una scalata vertiginosa, che porta Calafiori ai vertici del calcio italiano e lo trasforma in una delle stelle del mercato della Serie A.

Il valore di mercato di Riccardo Calafiori

La stagione 2023/24 lo vede tra i titolarissimi di Thiago Motta, che rompe gli indugi quasi immediatamente, spostando Calafiori al centro della difesa già dalle prime giornate di campionato. La metamorfosi porta i suoi frutti, sia per il Bologna che per il valore del calciatore.

La stagione termina per l’ex romanista con 33 partite tra campionato e coppa, condite da due reti, entrambe, anche da primo marcatore per le scommesse calcio, nel match contro la Juventus, oltre a ben 5 assist; numeri che lo rendono oggetto dell’attenzione di parecchie big, sia italiane che europee.

Una delle due reti realizzate da Calafiori alla Juve

E il club emiliano già comincia a pregustare un’asta per il suo calciatore, anche di quelle importanti. Basta considerare che il difensore è passato da un valore di mercato di 5 milioni al suo approdo al Dall’Ara ai 13 dell’inizio del mercato invernale 2024.

Qualche mese dopo il valore del calciatore romano sale a 25 milioni, che diventano 30 al momento in cui Spalletti lo inserisce tra i convocati per gli Europei in Germania, dopo averlo fatto esordire con la maglia azzurra nel match contro la Turchia e avergli concesso i 90 minuti nel test contro la Bosnia.

E proprio in nazionale Calafiori trova alcuni colleghi che come lui sono passati a Trigoria attraverso la formazione sapiente di eccellenze assolute come Alberto De Rossi e Bruno Conti, salvo poi trovare poco spazio alla Roma e dover cercare la consacrazione altrove: insomma, oltre un blocco Inter, si parla romano nel ritiro degli Azzurri!

Da Alberto De Rossi e Bruno Conti alla Nazionale

Le storie di Lorenzo Pellegrini e Davide Frattesi sono collegate tra loro. L’attuale capitano giallorosso è infatti stato ceduto al Sassuolo a titolo definitivo nel 2015 per appena 1,25 milioni di euro, con i capitolini che si sono comunque riservati la possibilità di riacquistarlo per 10 milioni.

Dopo due stagioni in neroverde la Roma si è convinta a esercitare la recompra, con Pellegrini che si è man mano ricavato sempre più spazio tra i titolari, fino a prendersi la fascia da capitano e a diventare il primo romanista a sollevare un trofeo dopo oltre un decennio con la vittoria della Conference League.

Mister Alberto De Rossi

Ma i 10 milioni che la Roma versa al Sassuolo sono in parte pagati con il cartellino di Davide Frattesi, che vola in Emilia proprio nel 2017 con una valutazione di 5 milioni, più il 30% su una futura cessione.

A differenza di Pellegrini, il centrocampista non tornerà più a Roma, ma dopo qualche stagione in prestito e due ottime annate con il Sassuolo viene acquistato dall’Inter, in un’operazione complessiva (tra prestito oneroso e riscatto) da 28 milioni di euro, più 5 in possibili bonus, laureandosi campione d'Italia alla prima stagione in nerazzurro.

E poi c’è Gianluca Scamacca, che invece da Trigoria se n’è andato giovanissimo (a 16 anni) prima ancora di firmare il primo contratto da professionista, cedendo alle lusinghe del PSV. Nel 2017 è stato acquistato dal Sassuolo, che lo ha mandato parecchie volte in prestito prima di utilizzarlo da titolare nella stagione 2021/22.

Le sue prestazioni gli sono valse l’acquisto da parte del West Ham per 36 milioni più 6 di bonus, ma l’esperienza in Premier League non è andata come sperato, anche se con gli Hammers, favoriti in finale contro la Fiorentina per le scommesse sportive, l'azzurro ha comunque vinto, non da protagonista assoluto, la Conference League.

Bruno Conti

E quindi il centravanti è tornato in Italia, all’Atalanta, che lo ha pagato 25 milioni, ma che ha visto il suo esborso ripagato dai gol che tra le altre cose hanno permesso alla Dea di trionfare in Europa League.

Insomma, Spalletti si ritrova tra le mani ben quattro calciatori cresciuti a Trigoria da Bruno Conti ed Alberto De Rossi tra i 26 di Euro 2024.

A dimostrazione che il settore giovanile giallorosso è tra i migliori in Italia quando si tratta di costruire futuri campioni…

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da Alamy.

Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.