Il Bayern Monaco ha conquistato, nei giorni scorsi, l’ottavo titolo nazionale consecutivo (30° nella storia del club). Un risultato, per certi versi, atteso dalla maggioranza degli addetti ai lavori, anche se la ripartenza della stagione poteva nascondere delle possibili sorprese. Così, invece, non è stato: hanno vinto i bavaresi come da copione. C’è però da sottolineare la crescita del Borussia Dortmund e del RB Lipsia, possibili contendenti per il titolo e protagoniste di buone campagne europee. 

Sempre il Bayern è oggi il brand di punta e sta aprendo la strada, all’estero, per il prodotto calcio tedesco (considerato nel suo complesso). Secondo un recente report, i campioni di Germania in carica possono vantare più 120 milioni di fan/simpatizzanti solo in America Latina e hanno investito di recente soprattutto in Nord America (ha inaugurato il suo primo ufficio internazionale a New York). E' stata aperta così una prima struttura di rappresentanza in Nord America, per poi replicare il “modello” in America Latina, con l’obiettivo finale di coprire l'intero continente americano.


Cresce il valore dei diritti tv

La Bundesliga, primo campionato a ripartire nella primavera del 2020, aveva come obiettivo primario mettere in sicurezza, come in tutta Europa, un intero sistema economico-sportivo. Anche in questo caso a fare la “parte del leone” sono i diritti audiovisivi, che, nella stagione in corso, valgono più di 1,44 miliardi di euro, di cui 1,16 mld per i diritti “domestici” e 280 milioni di euro per la fetta della “torta” destinata ai mercati esteri. 

Se si analizza il mercato delle “Big Five” (le cinque più importanti serie calcistiche europee) la massima Bundesliga è al terzo posto complessivo dietro a Premier League (3,41 mld) e Liga (2,04 mld), ma davanti a Serie A (1,34 mld) e Ligue1 (806 milioni di euro). Oltre a ciò, se ci si concentra sull’analisi del valore dei diritti “domestici”, la Germania è al secondo posto (superata solo dall’Inghilterra). 

Ripartire, per i vertici del campionato tedesco, era imprescindibile. In caso di blocco definitivo, come avvenuto nella massima serie d’oltralpe, si stimavano 750 milioni di perdite. Circa 350 milioni di mancati guadagni da diritti tv, mentre le sponsorizzazioni e gli altri ricavi commerciali non avrebbero superato i 250 milioni. Più contenuti invece gli introiti da “ticketing”: circa 150 milioni di euro. In ogni caso al termine di questo campionato si stimano mancati guadagni per oltre 300 milioni di euro. 

Il titolo del Bayern nel 2013!

A differenza dell’Italia, in Germania non esistono solo i ricavi da diritti audiovisivi. Le sponsorizzazioni, infatti, sono una risorsa strategica per i club della Bundesliga1. Campionato che, sfruttando la presenza di stadi hi-tech e polifunzionali, intercetta aziende nazionali e multinazionali pronte ad investire.

Il football teutonico, nell'ultima stagione, ha chiuso 623 accordi di sponsorship, per complessivi 734 milioni di euro, contro, per esempio, i 439,3 milioni della Serie A tricolore. Il vantaggio competitivo di poter disporre di un'impiantistica moderna, oltre che idonea per attività di ospitalità, trova la sua declinazione nella possibilità di legarsi a realtà di alto profilo. 

A sorpresa è il VfL Wolfsburg al primo posto nella classifica delle partnership di maglia (jersey-sponsorship). ll marchio Volkswagen (il colosso automobilistico è nato e si è sviluppato proprio nel distretto di Wolfsburg) investe più di 53 milioni di euro per essere visibile durante le gare di campionato.

In seconda posizione i sempre campioni di Germania del Bayern Monaco, favoriti anche per la Champions 2020 per le scommesse calcio, sponsorizzati da Deutsche Telekom (attraverso il brand T-Mobile) per 45 milioni, e, a seguire, Il RB Lipsia sostenuto da Red Bull (per 35 milioni), sponsor-proprietario del club. Il Borussia Dortmund e il Bayer Leverkusen, rispettivamente in quarta e quinta posizione, con Evonik (20 milioni) e Barmenia (6 milioni), completano questa speciale classifica della Bundesliga. I cinque contratti in esame sviluppano investimenti complessivi per 159 milioni di euro.

*Il testo dell'articolo è stato curato da Marcel Vulpis, direttore di SportEconomy; l'immagine di apertura è di Thomas Schmidtutz, la seconda di Matthias Schrader, entrambe distribuite da AP Photo.

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