Quando si parla di tennis maschile, la precocità non è davvero scontata. Persino campionissimi come Federer, Djokovic, Nadal, quando avevano meno di 18 anni trovavano parecchie difficoltà a battere avversari più avanti con l’età.
Nessun campione più giovane di Boris
1989 l'anno migliore per Bum Bum
I guai di Boris fuori dal campo
La bancarotta ed i trofei all'asta
La maturità, fisica e tattica, è fondamentale, dunque è raro trovare qualcuno in grado di vincere tornei di altissimo livello quando è ancora un teenager, figurarsi se si parla di quelli del Grande Slam. Eppure, nonostante abbia giocato in un'epoca in cui i campioni erano tantissimi, Boris Becker può vantarsi di un record che neanche i migliori di sempre hanno: aver vinto due tornei dello Slam prima di compiere 19 anni.
Nessun campione più giovane di Boris
Che Becker fosse un talento lo sapevano tutti, al punto che il Ministero della pubblica istruzione tedesca ha deciso di concedergli una dispensa per terminare la scuola dopo le medie e dedicarsi solamente al tennis. Ottima idea, considerando che l'esordio arriva nel 1984, con tanto di quarti di finale alla prima partecipazione agli Australian Open.
L'anno successivo la consacrazione arriva sull'erba di Wimbledon, dove Becker diventa il più giovane vincitore di sempre del torneo londinese, primato che detiene tuttora, ad appena 17 anni e 227 giorni. Un anno dopo si ripete, in un’edizione che lo vede affrontare in finale il ceco Ivan Lendl. Sempre nel 1986, il tedesco ottiene un altro record abbastanza particolare: trionfando a Sydney, Tokyo e Parigi, riesce nell'impresa di vincere tre tornei in tre settimane in tre continenti diversi.
1989 l'anno migliore per Bum Bum
L'anno migliore della sua carriera però è certamente il 1989, in cui vince per terza volta a Londra, da favorito per le quote Wimbledon e coglie il suo unico successo agli US Open, a cui aggiunge la Coppa Davis, già vinta con la Germania Ovest anche nell'annata precedente.
Da lì in poi arriveranno anni difficili, in cui gli infortuni e una certa propensione alla vita mondana (soprattutto dopo il matrimonio con la modella Barbara Feltus) creano parecchi problemi al tennista tedesco. Che non riuscirà più a vincere Wimbledon, nonostante si presenti in finale tre volte tra il 1990 e il 1995. In compenso arriva l’oro olimpico nel doppio nel 1992 a Barcellona con il collega…e rivale Michael Stich, ma ci sono anche due vittorie agli Australian Open, nel 1991 e nel 1996, ultima grande impresa della carriera.
Per Becker sarà sempre impossibile imporsi al Roland Garros, dove arriva per tre volte in semifinale, senza mai però riuscire ad andare a giocarsi il titolo. E dopo tanta precocità a inizio carriera, anche quando c'è da appendere la racchetta al chiodo Becker si porta…avanti con il lavoro. Il suo ultimo torneo è datato 1999, quando sta per compiere appena 32 anni.
Il record e le statistiche però raccontano di una carriera tanto breve quanto fulminea e vincente. In un periodo in cui le stelle del tennis erano tantissime e di rivali pericolosi ce ne erano su ogni superficie, Becker è comunque riuscito a portare a casa ben 49 titoli e a mantenere la testa del ranking mondiale per 12 settimane, unico tedesco nella storia a raggiungere il numero 1.
Per lui c'è anche il quattordicesimo posto nella lista di tutti i tempi per guadagni dai premi dei tornei, con oltre 25 milioni di dollari incassati in un periodo in cui certamente le somme messe in palio erano decisamente più basse rispetto ai tempi attuali. Impossibile pensare che BB non finisse nella Hall of Fame del Tennis, in cui infatti è stato introdotto nel 2003.
I guai di Boris fuori dal campo
Non che però a Becker siano mancati i problemi, sia nei tempi in cui giocava che, in particolare, dopo il ritiro. Il primo grande caso che lo coinvolge riguarda l'evasione fiscale negli anni Novanta, quando tra 1991 e 1993 il tedesco aveva ufficialmente la residenza a Montecarlo, ma continuava a vivere a Monaco di Baviera. Nel 2002 è stato condannato a due anni dal tribunale di Monaco, ma la pena è stata sospesa.
Anche per quanto riguarda la vita privata e quella sentimentale, il classe 1967 non si è davvero fatto mancare nulla: diversi matrimoni (e divorzi complicati), una foto di nudo sulla copertina di una rivista, e addirittura un tentativo di suicidio nel 1991, rivelato poi parecchi anni dopo. Tra le sue passioni c'è anche il poker e il tedesco ha preso parte a parecchi eventi dell'European e del World Tour, riuscendo anche di tanto in tanto a qualificarsi per le finali.
Becker Super Coach
Impossibile poi non sottolineare il suo lavoro da allenatore, perché tra il dicembre del 2013 e quello del 2016 è stato il coach di Novak Djokovic.
Il periodo in cui è stato allenato dal tedesco è per Nole quello con la maggior continuità di risultati, considerando che di mezzo c’è anche una delle stagioni in cui il serbo è andato più vicino al Grande Slam (2015) E in cui, vincendo il Roland Garros, si è aggiudicato il Career Grand Slam. In totale, in tre stagioni, Djokovic ha vinto l'incredibile numero anche per le scommesse tennis di 25 tornei sotto la guida di Becker, prima che a dicembre 2016 i due decidessero di terminare il loro rapporto di lavoro.
La bancarotta ed i trofei all'asta
Nel 2017 poi è arrivata la bancarotta. Becker è stato dichiarato insolvente per un debito da 14 milioni di dollari nei confronti di una banca, mentre il suo ex agente gli ha intentato causa in Svizzera per 41 milioni di dollari. Il tedesco ha negato la sua insolvenza, ma in compenso a provato a richiedere l'immunità diplomatica in quanto ambasciatore sportivo della Repubblica Centrafricana, con tanto di passaporto contraffatto.
Tutti i tentativi di Becker di evitare la bancarotta sono falliti e quindi nel 2019 il curatori fallimentari hanno deciso di cominciare a mettere all'asta alcuni dei trofei e dei ricordi del tennista. Chi sperava però che l'incasso permettesse di ripagare il debito è rimasto deluso, perché dalle prime aste il ricavato è stato inferiore al milione di sterline. E in ogni caso, il tedesco si è rifiutato di consegnare il materiale che era finito all’incanto.
Cosa combina dunque il buon Boris al giorno d’oggi, oltre a combattere queste battaglie legali? Fa il commentatore televisivo (dopo che aveva smesso con la TV per seguire Djokovic), ha incarichi da parte delle federtennis tedesca e vive a Londra.
Ma del resto, da uno che in carriera ha abituato tutti a stupire dentro e fuori dal campo, ci si poteva aspettare anche un finale del genere…
*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.