Si scrive Gabriel Omar Batistuta, si legge “gol”. Il centravanti argentino classe 1969 è stato uno dei migliori bomber degli anni Novanta, sia con i club che con la nazionale argentina.
Batigol ha scritto pagine importanti della storia della Fiorentina ed è stato protagonista dello scudetto della Roma, sempre contribuendo con tantissime marcature ai successi delle sue squadre. I numeri dell’argentino parlano decisamente da soli: tra squadre di club e nazionali, Batistuta ha esultato per ben 355 volte in 632 partite.
Batigol tra River e Boca
La prima stagione da professionista di Batistuta è quella 1989/89, con la maglia del Newell’s Old Boy, sotto la guida di Marcelo Bielsa. I gol arrivano subito e sono 8 in 28 presenze tra il campionato argentino e le competizioni continentali. Le prestazioni del centravanti gli valgono l’interesse del River Plate, che lo acquista nel 1989.
L’esperienza al Monumental però è breve e poco soddisfacente per entrambe le parti, terminando con appena 4 reti in 24 match. A quel punto Batistuta salta…la barricata, diventando un giocatore del Boca Juniors. In una stagione e mezza alla Bombonera segna 19 gol in 47 partite, vincendo il campionato argentino e guadagnandosi anche la convocazione per la Copa America 1991, vinta dall’Argentina, di cui è capocannoniere.
Il primato delle 11 partite in gol di Batistuta
Nell’estate 1991 lo acquista la Fiorentina, che lo paga 12 miliardi di lire. La stagione d'esordio in Serie A termina con 13 reti in 27 partite, con la prima in Italia realizzata contro il Genoa alla seconda presenza, con un totale di 14 marcature in 30 presenze.
Nella stagione 1992 i numeri sono ancora migliori, visto che l’annata termina con 19 gol in 35 presenze tra Serie A e Coppa Italia. Ma la Fiorentina, nonostante le reti di Batistuta, retrocede clamorosamente in B.
Nonostante abbia la possibilità di lasciare Firenze, il centravanti decide di rimanere e affrontare il campionato cadetto. Neanche a dirlo, i viola tornano immediatamente nella massima serie, anche grazie ai 26 gol di Batistuta, che chiude la stagione con 28 marcature in 37 partite.
L’annata del ritorno in A, il 1994/95, è trionfale per l’argentino, che si laurea capocannoniere della Serie A con 26 reti e che chiude la stagione con 28 gol in tutte le competizioni su 37 partite giocate. Nello stesso anno stabilisce un primato ancora imbattuto, ovvero andare in gol per 11 partite consecutive all’interno di un campionato, un nome sicuro come marcatore per le quote Serie A!
Batistuta ha segnato 208 reti con la Fiorentina
L’anno dopo i gol in campionato sono 19, ma Batistuta aumenta eccome il totale stagionale con le reti in Coppa Italia. Anche grazie ai suoi 8 gol, che lo fanno arrivare a 27 reti in 39 partite, la Fiorentina vince la Coppa Italia, il secondo trofeo vinto dall’argentino in Italia dopo il campionato di Serie B.
Pochi mesi dopo la Fiorentina vince anche la Supercoppa, ma la stagione 1996/97 è in tono relativamente minore, con 19 gol in 41 partite, la prima annata sotto i 20 dal 1993.
Batistuta si rifà con gli interessi nella stagione 1997/98, che si chiude con 24 gol in 46 partite, di cui 21 in campionato. Nel campionato 1998/99 la Fiorentina a lungo sogna lo scudetto, anche grazie ai 17 gol di Batistuta in 17 partite di campionato nel girone di andata.
Poi l’argentino si infortuna e la squadra di Trapattoni perde il passo, riuscendo comunque ad arrivare terza e qualificandosi per la Champions League. Il centravanti chiude la stagione con 26 gol in 41 partite, nonostante i problemi fisici.
Quella 1999/2000 è l’ultima annata dell’attaccante a Firenze, quella in cui Batistuta esordisce in Champions League (segnando 6 gol in 11 partite) e sfiorando quota 30, chiudendo a 29 marcature in 43 partite. Il totale dell’argentino con la maglia della Fiorentina è dunque di 208 reti in 333 partite, numeri che lo rendono il miglior marcatore di sempre della storia del club viola.
I gol di Bati decisivi per lo Scudetto della Roma
Nell’estate 2000 lo acquista la Roma per 70 miliardi di lire. I giallorossi devono rispondere alla Lazio, appena diventata campione d’Italia e che ha acquistato Crespo per 110 miliardi.
E l’arrivo di Batistuta porta i risultati sperati, perché la squadra di Capello si laurea campione d’Italia anche grazie alle 20 marcature in campionato dell’argentino, che trascina la squadra nel girone d’andata e chiude l’annata scudettata con 21 gol in 32 partite.
I guai fisici però cominciano a farsi sentire per l’attaccante, con i problemi al ginocchio che lo limitano fisicamente. La seconda stagione in giallorosso termina con appena 6 reti in 35 partite, stesse cifre della prima metà della stagione 2002/03.
A gennaio 2003 la Roma lo cede all’Inter, facendo fermare il conteggio capitolino di Batistuta a 33 reti in 87 partite. I sei mesi in nerazzurro sono deludenti, con 2 gol in 12 partite, che gli fanno chiudere la carriera in Serie A con 183 gol, cifra che lo spedisce al tredicesimo posto di sempre tra i marcatori del massimo campionato.
Batistuta appende gli scarpini al chiodo nel 2005, dopo due anni in Qatar, all’Al-Arabi, con cui segna 27 gol in 24 partite. In totale, con le maglie dei club con cui ha giocato, l’argentino ha segnato 301 reti in 555 partite.
I record di Batistuta con l'Albiceleste
E poi c’è la nazionale. Prima dell’arrivo di Messi, Batistuta è stato a lungo il miglior marcatore dell’Argentina, avendo concluso la sua carriera con l’Albiceleste con 54 reti in 77 partite. Con la selezione sudamericana ha vinto due volte la Copa America (1991 e 1993), laureandosi capocannoniere dell’edizione 1991 e di quella 1995, oltre alla prima edizione della Confederations Cup.
Il bomber di Reconquista è stato anche primatista argentino di reti ai mondiali (10 in due edizioni, compresa quella 1998, in cui è arrivato secondo nella classifica marcatori), un altro record che gli ha tolto Messi. In compenso, un qualcosa che neanche la Pulce è riuscita a fare è segnare una tripletta in due edizioni della Coppa del Mondo.
Batistuta invece ce l’ha fatta, una con la Grecia nel 1994 e una con la Giamaica 1998. E avere un record a livello internazionale che non appartiene a Messi o a Cristiano Ronaldo vuol dire decisamente molto!
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