Non bastano poco più di una dozzina di partite per tirare le prime somme della stagione in NBA, ma di sicuro iniziano a rappresentare una tendenza.
Che nella Eastern Conference ci siano solamente sei squadre con un record vincente non sorprende, forse ad eccezione solamente dei Brooklyn Nets. Eletti da tutti come i vincitori della Off-season, i bianconeri di New York hanno iniziato al rilento con un record di cinque vittorie e sette sconfitte. Chiaramente influisce l’assenza di Durant (out fino a fine stagione, come ha lui stesso confermato) e qualche acciacco di Irving, ma al momento sembra mancare la chimica a Brooklyn.
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Record di 11-2 per Boston - Chimica che, invece, sembra aver trovato Boston proprio dopo l’addio di Kyrie. Una vera e propria rifondazione vista la partenza di Al Horford, con un nuovo protagonista come Gordon Hayward nelle prime partite. L’ex Jazz sembrava tornato il giocatore di Utah, prima di un ulteriore brutto infortunio, questa volta alla mano che lo terrà ai box per diverse settimane.
Nonostante il ko di Hayward e la sconfitta di Sacramento i Celtics sono la prima squadra nella Eastern Conference ad aver raggiunto le dieci vittorie in stagione (tra l’altro consecutive dopo la sconfitta nell’opening night contro i Sixers).
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Candidato a MVP - Molto bene anche i Bucks di Giannis Antetokuompo, ancora su livelli incredibili dopo l’annata da MVP della scorsa stagione. Chi sorprende è sicuramente Toronto, che nonostante le perdite di Kawhi Leonard e Danny Green in estate rimane nella top-4 dell’est grazie a un Pascal Siakam versione All-Star.
Oltre ai chiacchierati e discutibili Sixers, ad avere un record positivo ci sono anche gli Indiana Pacers e i Miami Heat. Se per la squadra di Indianapolis è l’ennesima conferma di solidità, per la franchigia della Florida è una piacevole partenza dopo il grande investimento estivo per portare a Miami Jimmy Butler.
In fondo alla classifica poche sorprese, a cominciare dall’ennesimo avvio di stagione disastroso dei Knicks accompagnati da Washington, Detroit, Chicago, Cleveland e Atlanta, tutte destinate presto a dire addio ai sogni di Playoff.
La semidelusione Phila - Il record è chiaramente influenzato dal calendario, ma l’inizio dei Sixers nell’anno della consacrazione è tutt’altro che positivo. Dopo un’estate di cambiamenti con gli addii di Redick e Butler e i conseguenti arrivi di Richardson e Horford, nella città dell’amore fraterno c’era tanto entusiasmo. O meglio, c’è ancora tanto entusiasmo per la sconfinata passione della città per i Sixers, ma i risultati non arrivano.
Dopo 13 partite il record dice otto vittorie e cinque sconfitte, con un bilancia di 4 successi e 5 ko nelle nove gare giocate lontano da Philadelphia. Il calendario ha già portato i Sixers ad ovest, ma il bilancio di una sola vittoria contro Portland e le sconfitte con Phoenix, Denver e Utah pesano sulla classifica di Philly.
Le speranze e le attese sono intatte, ma iniziano ad arrivare alcuni dubbi sulla franchigia della Pennsylvania. Due su tutti, la mancanza di tiratori affidabili sia in quintetto che in panchina e la capacità di coach Brown di gestire una squadra con ambizioni da titolo, o quantomeno da Finals.
Per i pronostici NBA, Phila è ancora la quarta favorita assoluta per il titolo, @8!
I giocatori sorpresa - Il già citato Siakam merita un capitolo a parte, per questo partiamo dalle due principali sorprese. Il primo è Kendrick Nunn, rookie dei Miami Heat che sta guidando insieme a Jimmy Butler la squadra di coach Spoelstra. Quasi 18 punti di media per un giocatore che non era stato scelto al draft del 2018, finendo poi nella squadra della G-League Santa Cruz Warriors.
L’altra grande sorpresa è la guardia al secondo anno dei Charlotte Hornets Devonte Graham, già principale candidato al titolo di Most Improved Player. Dopo un primo anno difficile con 46 gare giocate e meno di cinque punti di media, Graham quest’anno viaggia a oltre 32 minuti di media con quasi 19 punti a gara, numeri straordinari che lo rendono il principale attaccante degli Hornets.
Come detto, discorso a parte per Pascal Siakam, diventato ufficialmente il Go-to-Guy dei Toronto Raptors dopo l’addio di Kawhi Leonard. Reduce dal titolo di MIP nella scorsa stagione dopo un anno da 17 punti e 7 rimbalzi a gara, quest’anno Siakam ha fatto un altro salto di qualità. Ventisei punti a partita, quasi nove rimbalzi e il 35% da tre punti che lo rendono di fatto un attaccante completo, oltre che un ottimo difensore viste le sue braccia lunghissime.
*La foto di apertura dell'articolo è di David Zalubowski (AP Photo).