Quando uno sport consiste nell’andare a oltre 300 km all’ora su una pista all’interno di una vettura, la comunicazione è difficile. I piloti di Formula 1 sono costantemente in uno stato di concentrazione totale e qualsiasi cosa è in grado di far perdere decimi preziosi.
Ecco perchè molte delle stelle del Circus, soprattutto nei momenti salienti delle gare, chiedono (più o meno gentilmente) ai box di non disturbarli via radio. Ma c’è qualcuno per cui deve sempre essere possibile comunicare con i piloti: la direzione gara.
E come si fa, senza accavallarsi con le trasmissioni delle squadre ed evitando di stressare ulteriormente i piloti? Con le bandiere e i segnali luminosi, che vengono mostrati in diversi punti della pista dai commissari di gara. Ecco un ripasso del loro significato.
La mitica bandiera a scacchi
La bandiera più celebre, ovviamente, è quella a scacchi, che segnala la fine del Gran Premio o della sessione di prove.
La sua particolarità è quella di essere il segnale definitivo, nel senso che la sua apparizione soprassiede qualsiasi altra situazione.
Un esempio? Se viene per sbaglio (ed è accaduto!) sventolata ai piloti un giro prima del dovuto, la gara è comunque finita, anche se le vetture secondo il programma avrebbero dovuto compiere ancora un giro della pista: vi ricorda qualcosa la sensazionale top model Winnie Harlow nel GP canadese del 2018 vinto, da favorito per le scommesse sportive, da Sebastian Vettel!
La bandiera gialla nella F1
La bandiera che i piloti vedono più spesso è invece quella gialla, che arriva in parecchie maniere diverse.
Il significato è semplice, c’è un pericolo in pista di qualsiasi tipo e i piloti devono rallentare in quel punto, con i sorpassi che sono vietati. La bandiera gialla può essere doppia e in quel caso indica che c’è una vettura ferma in pista e che potrebbero esserci sul tracciato anche i commissari incaricati di spostarla.
Anche in questo caso i piloti devono rallentare e anche essere pronti a cambiare traiettoria o addirittura a fermarsi. Le bandiere gialle sono spesso accompagnate dal segnale SC, che sta per Safety Car.
In questo caso, vista la necessità di sgombrare il tracciato da detriti o vetture che si sono fermate in posti pericolosi, entra in pista la vettura di sicurezza, a cui i piloti devono accodarsi, senza possibilità di superarsi.
Nella moderna Formula 1 è poi nata anche la Virtual Safety Car, segnalata con VSC, ovvero un regime della corsa secondo cui le vetture, anche in assenza della macchina di sicurezza, devono compiere il giro all’interno di un intervallo di tempo teorico (detto “Delta”), senza poter sorpassare.
Se le condizioni atmosferiche o della pista o degli incidenti gravi non permettono la normale ripresa del Gran Premio, i commissari sventolano poi un’altra bandiera, quella rossa, che indica la sospensione della gara.
Le vetture tornano ai box e devono essere pronte a riprendere la gara secondo le indicazioni dei commissari, che possono decidere di far ripartire il Gran Premio dalla pit-lane o dalla griglia di partenza, a seconda delle posizioni in cui i piloti si trovavano un giro prima dell’esposizione della bandiera rossa.
In caso di totale impossibilità di ripartenza, la gara può essere dichiarata conclusa, con assegnazione di punti a metà se sono stati percorsi meno del 75% dei giri previsti.
Quella verde multiuso e le altre bandiere
C’è infine un’altra bandiera che indica una particolare condizione della pista, ovvero quella gialla a strisce rosse.
Quando viene esposta significa che quel punto del tracciato è diventato improvvisamente scivoloso per la presenza di olio sulla pista, di ghiaia portata dai piloti dopo qualche escursione o a causa della pioggia.
Quando ogni pericolo è terminato, i commissari sventolano la bandiera verde, che segnala la possibilità per le vetture di tornare ad andare a velocità normale. Ma non è l’unico caso in cui spunta la bandiera verde, visto che serve anche a dare il via alle sessioni di prove e al giro di formazione prima della gara.
Ci sono poi bandiere che vengono esposte direttamente ai piloti, segnalando la necessità di compiere una determinata azione. La bandiera bianca segnala che in pista c’è un veicolo lento e che bisogna sorpassarlo facendo molta attenzione.
Quella che si vede più spesso è la bandiera blu, che indica a un pilota che sta sopraggiungendo una vettura più veloce che lo sta per doppiare e che quindi deve spostarsi dalla traiettoria. Se un pilota ignora tre bandiere blu consecutive, la direzione gara può prendere provvedimenti nei suoi confronti.
Le bandiere in pista di colore nero
E infine, arrivano le bandiere peggiori, quelle che nessun pilota vorrebbe vedere esposte associate al proprio numero: quelle che vedono la presenza del nero.
Meglio iniziare da quella…meno definitiva, ovvero quella bianca e nera, divisa a metà in senso diagonale.
Quando viene esposta a un pilota segnala che la vettura in questione è sotto controllo dalla direzione gara per comportamento che è stato ritenuto antisportivo. Una ripetizione della situazione può portare a penalità o addirittura alla squalifica dal Gran Premio.
La bandiera nera con il cerchio arancione segnale invece che una vettura ha un problema che potrebbe rappresentare un pericolo per il pilota stesso oppure per gli altri sul circuito, come accade per esempio nel caso in cui la macchina ha la parte anteriore che rischia di staccarsi dopo una collisione.
In questo caso, al pilota è fatto obbligo di recarsi immediatamente ai box per cercare di risolvere la problematica in questione e, in caso di mancata aderenza all’imposizione, il pilota e la squadra possono essere sanzionati, con la vettura che rischia anche in questo caso la squalifica.
Squalifica che viene indicata attraverso una bandiera totalmente nera, accompagnata da un cartello che indica il numero della vettura in questione.
Quando un pilota la vede, non ha altre possibilità se non quella di recarsi immediatamente ai box e successivamente dai commissari, perchè il suo comportamento ritenuto antisportivo ha portato all’esclusione dalla gara.
Può essere mostrata quando un pilota ignora volutamente le penalità che sono imposte dalla direzione gara, oppure se qualcuno esce in pista in regime di parco chiuso (ovvero quando il semaforo alla fine dei box è rosso).
Insomma, di bandiere durante una gara di Formula 1 ce ne sono molte, ma non sempre risolvono le problematiche.
Anche perchè per un pilota che va a 300 all’ora, non è poi così difficile dire di non aver avuto la reattività di notare la bandiera esposta o la segnalazione elettronica. Peccato però che, tanto per i protagonisti del Circus che per tutti nella vita reale, la legge non ammetta ignoranza o…distrazione!
*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.