Non è un caso, calcisticamente parlando, che il numero 8, se girato, si trasformi nell’infinito. Infinite sono infatti le qualità che deve avere chi, nella numerazione classica, si prende quella maglia. Il centrocampista centrale, un po’ interditore, un po’ regista, un po’ goleador, parecchio tuttocampista.

L'8 con la vecchia numerazione

I numeri ad USA 1994

Antonio Conte, numero 8

Gattuso: il legittimo proprietario

Marchisio, degno erede della 8

Tonali e Frattesi gli 8 del futuro

Ci sono 8 più talentuosi, come Don Andres Iniesta e Hristo Stoichkov, altri vecchio stile, come Gerrard. E poi… ci sono i numeri 8 della nazionale italiana!

Calciatori che non sempre hanno rappresentato, come caratteristiche, il numero che hanno indossato, ma che a modo loro hanno scritto la storia azzurra tra Mondiali ed Europei proprio con quella maglia.

L'8 con la vecchia numerazione

Il problema… di ruolo nasce dalla decisione di utilizzare criteri molto particolari nell’assegnazione dei numeri di maglia negli appuntamenti internazionali.

Per non fare torto a nessuno, esclusi i portieri (1, 12 e 22 o 23), si utilizza a lungo un metodo incontestabile: l’ordine alfabetico. A creare un po’ di confusione, però, c’è anche la scelta di ordinare i giocatori nelle liste per reparto.

Mussi nel 1996

Non è quindi un caso che fino alla fine del ventesimo secolo i numeri 8 della nazionale italiana siano dei difensori.

Considerando che solitamente le convocazioni per i grandi tornei prevedevano 3 portieri, 7 calciatori nel reparto arretrato, altrettanti a centrocampo e 5 in attacco, la matematica vuole che a beccarsi la numero 8 fosse quasi sempre l’ultimo della lista alfabetica dei difensori.

Ecco perché nel vittorioso mondiale del 1982 il numero 8 dell’Italia di Bearzot è lo Zar Pietro Vierchowod. Il difensore, che all’epoca aveva appena giocato un’ottima stagione con la Fiorentina, lo eredita dal compagno di reparto Scirea, che stavolta non è l’ultimo dell’elenco e diventa Campione del Mondo numero 7.

Anche nell’edizione 1986 il numero 8 tocca allo Zar, che nel frattempo ha vinto uno Scudetto con la Roma ed è già diventato una colonna insostituibile alla Sampdoria. Vierchowod si permette anche un tris a Italia ’90, prima di lasciare quella maglia a qualcun altro.

Per qualche anno, però, Vierchowod non viene convocato in nazionale, quindi l’Europeo 1988 fa eccezione.

Nella giovane e divertente squadra di Vicini che arriva sino alla semifinale, i convocati sono 20 invece che 22, ma alla legge dei numeri non si sfugge. Stavolta l’ultimo difensore in ordine alfabetico è Paolo Maldini, che rinuncia al suo classico 3, finito sulle spalle dello Zio Bergomi.

I numeri ad USA 1994

A USA ’94 Paolino ha il 5, solo a Baresi e Baggio viene concessa la facoltà di indossare il numero preferito e l’8 spetta a un altro difensore che sarà più che utile nel corso della caldissima manifestazione.

Sacchi fa uno strappo a una regola non scritta e ne convoca ben otto. Dunque il numero 8 negli Stati Uniti non è Tassotti, che gioca il mondiale… da numero 9, bensì Roberto Mussi, pupillo del tecnico di Fusignano sin dai tempi del Parma ed uomo assist per il gol del pari di Baggio alla Nigeria.

Il difensore classe 1963 mantiene la maglia anche a Euro ’96, per poi cederla, ai Mondiali del 1998, a un altro terzino della squadra di Maldini (Cesare), Moreno Torricelli.

Gli undici Azzurri in campo ai Mondiali!

 

Antonio Conte, numero 8

Ci vuole Euro 2000 per vedere…un vero numero 8 con la maglia della nazionale. Dopo aver fatto alcune eccezioni nei tornei precedenti (come Maldini con la 3 e Del Piero con la 10 in Francia), la FIGC opta per la scelta libera dei numeri di maglia per l’Europeo in Belgio e Olanda.

La numero 8 finisce così sulle spalle di Antonio Conte e l’attuale tecnico dell’Inter la inaugura benissimo, segnando contro la Turchia il primo gol della cavalcata degli azzurri, che arriverà a un passo dalla gloria, prima del pareggio di Wiltord e del Golden Goal, praticamente unico della storia delle scommesse, di Trezeguet nella finalissima di Rotterdam contro la Francia.

Gattuso: il legittimo proprietario

Nel 2002 poi si prende la maglia quello che è il numero 8 per eccellenza del nuovo millennio, almeno per ciò che riguarda l’Italia.

In Corea e Giappone Rino Gattuso indossa nel suo primo grande appuntamento internazionale il numero che porterà fino ai mondiali del 2010. Ringhio è il numero 8 di Trapattoni anche a Euro 2004 ed è proprio quella maglia che indossa nella notte di Berlino quando gli azzurri vincono i mondiali nel 2006.

Gattuso in azione durante i Mondiali del 2010!

La storia d’amore di Gattuso con il “suo” numero continua anche a Euro 2008 con Donadoni, nella Confederations Cup 2009 e nella pessima avventura dei Mondiali in Sudafrica nel 2010 ancora con Lippi. Per l’attuale allenatore del Napoli, ben 73 presenze con la nazionale italiana, la maggior parte delle quali arrivate da numero 8.

Marchisio, degno erede della 8

Anche un calciatore indistruttibile come Ringhio, però, non è eterno e dopo la pessima spedizione degli Azzurri in Sudafrica la carriera in Nazionale di Gattuso ha fine.

La sua maglia la eredita, come da soprannome, un Principino. A indossare la numero 8 negli anni successivi è Claudio Marchisio.

Claudio Marchisio, centrocampista sublime!

Il centrocampista della Juventus è tra i protagonisti dell’Italia di di Cesare Prandelli che nel 2012 arriva a giocarsi la finale europea contro la Spagna.

Marchisio mantiene la numero 8 anche nella Confederations Cup del 2013 e nella clamorosa eliminazione per le scommesse calcio ai Mondiali 2014 in Brasile. Probabilmente la indosserebbe anche a Euro 2016, quando il CT della nazionale è il suo mentore Antonio Conte, ma un grave infortunio qualche mese prima del calcio d’inizio lo costringe a dare forfait.

La numero 8 azzurra passa quindi ad Alessandro Florenzi, che gioca titolare come esterno di destra nel 3-5-2 del tecnico leccese. L’ex capitano della Roma, però, a differenza dei suoi predecessori nel nuovo millennio, non è un centrocampista centrale.

Dopo l’esperienza più che positiva di Jorginho agli Europei, la maglia numero 8 è finita sulle spalle di Sandro Tonali. 

Tonali e Frattesi gli 8 del futuro

Il centrocampista classe 2000 del Milan, che veste quella casacca anche in rossonero, è una delle sorprese più liete del vivaio azzurro degli ultimi anni e ha fatto un po’ di necessaria gavetta, sia nei club che in nazionale, visto che è stato convocato da Mancini quando era ancora in B con il Brescia, ma non è stato poi inserito nella lista per la campagna europea vincente dell’estate 2021. 

Tonali contro la Germania

Tonali però ha superato la delusione e ha dimostrato, guidando il Diavolo allo Scudetto 2021/22, di potersi anche mettere alla prova sui palcoscenici più importanti, prendendosi quindi il suo posto all’interno della rosa azzurra. 

Un altro che per ruolo e tipologia di calciatore è candidato alla numero 8 azzurra è Davide Frattesi, centrocampista (anzi, tuttocampista) del Sassuolo. Più vecchio di un anno di Tonali, il classe 1999 si è preso la mediana neroverde ed è finito nel mirino dei più importanti club della Serie A, oltre che nella lista di Mancini. 

Per lui è arrivato l’esordio nei match validi per la Nations League 2022/23, con tanto di prima presenza da titolare contro l’Inghilterra.

Vista la storia dei numeri 8 azzurri, però, non c’è poi molto da sorprendersi…

*Tutte le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo. Prima pubblicazione 13 luglio 2020.

Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.