La decisione di Luciano Spalletti di lasciare il Napoli dopo averlo portato ad uno scudetto mai in discussione neanche per le quote Serie A ha certamente fatto discutere. E quello che ha sorpreso tutti è che il tecnico toscano ha deciso di prendersi un anno sabbatico, per riposarsi dopo le due stagioni passate sotto al Vesuvio.
Ma non è una rarità che un allenatore scelga di sua spontanea volontà di allontanarsi dalla panchina. Anzi, è una pratica abbastanza comune, soprattutto negli ultimi anni, quando lo stress della competizione ad alto livello sembra avere avuto parecchio impatto persino sui tecnici più quotati.
Le pause di Allegri e Conte
Uno degli ultimi a prendersi una pausa è stato Max Allegri, che dopo l’addio alla Juventus nel 2019 è rimasto fermo per ben due stagioni. E dire che le offerte non sono mancate, ma il tecnico toscano ha deciso di dire di no persino alle big della Premier League (come il Manchester United o il Tottenham) per allontanarsi per un po’ dal calcio giocato.
Per convincerlo a tornare in panchina ci è voluta di nuovo la Signora, che l’ha richiamato dopo le gestioni Sarri e Pirlo. Certo, gli anni sabbatici sembrano aver avuto un impatto non proprio positivo su Allegri, che è sembrato un po’…arrugginito nella seconda esperienza in bianconero.
L’anno sabbatico ha invece certamente fatto bene ad Antonio Conte, che se lo è preso nel 2018, dopo l’esperienza biennale al Chelsea. Il tecnico leccese è rimasto fermo per una stagione, salvo poi accettare l’offerta dell’Inter, dove ha sostituito proprio Spalletti.
Lo stop è stato rigenerante, perché i due anni in nerazzurro hanno prima portato al secondo posto dietro alla Juventus di Sarri e poi soprattutto allo Scudetto dell’annata 2020/21, che ha riportato il tricolore in casa Inter dopo i fasti del Triplete firmato Josè Mourinho.
A proposito dello Special One, persino il portoghese, che sembra non saper stare lontano dalla panchina, ha tirato il freno a mano.
Quando anche Mou ricarica le batterie
E anche in quel caso è andata abbastanza bene, perché dopo la rescissione del contratto con il Chelsea di Abramovich nel settembre 2007 il tecnico si è preso del tempo lontano dal campo, anche per preparare la sua successiva avventura.
Nell’estate 2008 Mou diventa l’allenatore dell’Inter, che in due stagioni porterà ai nerazzurri due campionati vinti, ma soprattutto la Champions League conquistata contro il Bayern Monaco.
Anche la stagione 2019/20 lo Special One la inizia senza panchina per sua scelta dopo l’esonero subito dal Manchester United a dicembre 2018, ma tempo qualche mese e il portoghese vola a Londra, al Tottenham, per sostituire Mauricio Pochettino.
L'anno sabbatico di Guardiola
Anno sabbatico meritatissimo anche quello che si prende Pep Guardiola nella stagione 2012/13.
Il tecnico catalano lascia il suo Barcellona campione di tutto nelle mani dello sfortunato Tito Vilanova e decide di riposarsi per un’annata, dopo aver portato nella bacheca del Camp Nou ben 14 titoli in appena quattro stagioni.
In quel periodo Guardiola si dedica al golf e alla famiglia, ma anche a lavorare in vista del suo nuovo impegno: nell’estate 2013 Pep si prende un compito gravoso, ovvero sostituire a Monaco di Baviera un certo Jupp Heynckes, l’artefice del Triplete del Bayern fatto poche settimane prima.
Ma anche se Guardiola non riuscirà mai a vincere la Champions con il club tedesco, con tre campionati in altrettante stagioni non si può certo parlare di fallimento…
E sempre rimanendo in tema di allenatori che hanno portato a casa il Triplete, anche quello del Barcellona 2015 nasce da un anno sabbatico. Se lo prende Luis Enrique dopo la stagione alla guida della Roma, terminata con le dimissioni del tecnico asturiano, che spiega di non essere in grado di continuare ad allenare i giallorossi.
Dopo aver ricaricato le batterie, Luis si accomoda sulla panchina del Celta Vigo, che porta tranquillamente alla salvezza nella Liga 2013/14, al termine della quale viene annunciato come nuovo tecnico dei blaugrana.
E tempo neanche un anno, al Camp Nou arriva un altro Triplete, segnale che Luis Enrique forse ha fatto davvero bene a fermarsi per una stagione…
Quale sarà la prossima panchina di Spalletti?!
Volendo chiudere con un altro esempio tricolore, impossibile non pensare a Fabio Capello. Il tecnico di Pieris vince tutto il possibile con il Milan, vola a Madrid e porta a casa la Liga, poi torna in rossonero ma fatica. E quindi la stagione 1998/99 la passa fermo ai box, cominciando la sua carriera da opinionista televisivo.
Il richiamo del campo però è troppo forte e il friulano si fa affascinare dalla proposta della Roma. Nella prima annata in giallorosso, Capello mette le basi per la squadra della stagione 2000/01, quella che ai capitolini porterà il terzo tricolore della loro storia.
Insomma, Spalletti può riposarsi con tutta calma e con una certezza: allenare è come andare in bicicletta e non basta un anno fermi per dimenticare come si fa!
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