Ora che Valentino Rossi si è ritirato dopo oltre venticinque anni di corse, il grande vecchio del motociclismo italiano nel Motomondiale è certamente Andrea Dovizioso. Classe 1986, il romagnolo ha esordito nel 2001 in sella a un’Aprilia e, escludendo la prima metà della stagione 2021, è sempre stato protagonista, partendo dalle classi inferiori fino a provare più volte a vincere (anche se senza successo) il mondiale in quella regina.
Nel 2008 Dovi esordisce in MotoGP
Il primo passaggio di Dovizioso in Yamaha
Il mega contratto di Dovi con la Ducati
E la stagione 2022 è quella del suo grande ritorno a tempo pieno, per dimostrare a tutti che nonostante i 36 anni appena compiuti, l’entusiasmo è ancora quello del ragazzino di Forlimpopoli che oltre vent’anni fa muoveva i suoi primi passi nell’universo del Motomondiale.
Il ritorno di Dovi
E il ritorno è arrivato non certo in punta di piedi. Dopo aver sostituito Franco Morbidelli nella seconda parte del Motomondiale 2021, con l’italo-brasiliano che è passato al team ufficiale Yamaha, Dovizioso ha firmato un contratto annuale con la casa del Diapason, come pilota della WithU Yamaha RNF, scuderia cliente, ma con moto ufficiale e aggiornamenti solo un po’ ritardati rispetto ai piloti di punta, cioè il campione del mondo Fabio Quartataro e Morbidelli.
Per il Dovi, che fa coppia con il sudafricano Darryn Binder, l’ingaggio è decisamente di quelli importanti, 2 milioni di euro per il 2022. E chissà che, nonostante un inizio non proprio pazzesco, non ci sia spazio per un rinnovo.
Dovizioso tra 125 e 250
Del resto la carriera di Dovizioso è fatta di lunghi periodi di fedeltà a una casa, spesso con risultati importantissimi.
Dopo l’esordio in 125 con l’Aprilia come wild card al Gran Premio d’Italia, a puntare su di lui è stata la Scot Racing, che nel 2002 gli ha affidato una Honda, portata al quindicesimo posto della classifica iridata. L’anno successivo arrivano le prime gare degne di nota, con due secondi e tre terzi posti che gli permettono di scalare le gerarchie della classifica iridata: la stagione 2003 Dovizioso la termina al quinto posto mondiale.
È solo l’anticipo della pazzesca annata 2004, in cui il pilota romagnolo vince le sue prime gare (cinque, a partire dall’esordio in Sudafrica), per terminare la stagione come campione del mondo della 125, con quasi 100 punti di distacco nei confronti del suo primo rivale, lo spagnolo Barberà.
Ce n’è abbastanza per fare il grande salto, sia per il pilota che per la Scot, che continua ad accompagnarlo anche in 250. Il primo anno è di apprendistato, senza vittorie, ma con una buona serie di piazzamenti che permette a Dovizioso di strappare un ottimo terzo posto dietro a campioni come Pedrosa e Stoner.
Il 2007 è invece sia appassionante che deludente, perché Dovi mantiene una continuità di rendimento incredibile, che gli permette di salire sul podio in tutte le gare tranne cinque, ma che non basta: davanti Lorenzo è ancora più forte e precede il pilota italiano di 12 punti in classifica.
Una situazione che si ripete anche nel 2008, anche se stavolta il distacco tra lo spagnolo e Dovizioso è ancora più alto. Ma i piloti 250 possono stare tranquilli, perchè entrambi stanno per fare il grande salto.
Nel 2008 Dovi esordisce in MotoGP
Nella stagione 2008 Dovizioso esordisce in MotoGP con un team clienti Honda, la JiR, che si unisce con la Scot. Il primo anno tra i grandi è molto buono, con un quinto posto in classifica generale e tanti piazzamenti importanti, compreso il primo podio. Abbastanza per ricevere nel 2009 la chiamata dal team ufficiale, la Repsol Honda, accanto a Dani Pedrosa.
Per quanto arrivi la prima vittoria nella classe regina (nel GP di Gran Bretagna), la stagione è meno soddisfacente di quella precedente e termina con un sesto posto iridato. La situazione migliora nel 2010, quando arriva il quinto posto e, paradossalmente, nell’ultima stagione in Honda, quando il team Repsol non schiera solo Pedrosa, ma anche Stoner. L’australiano vince il mondiale, Dovi però arriva terzo, davanti allo spagnolo.
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Il primo passaggio di Dovizioso in Yamaha
Il primo approdo in Yamaha, che precede quello del 2021, è nel 2012 con il team clienti Monster Tech 3, in coppia con il britannico Cal Crutchlow. Dovizioso conferma la sua capacità di essere continuo nel corso della stagione, ma non infastidisce mai né Lorenzo con la Yamaha ufficiale, né i due ex compagni in Honda.
Ma arriva comunque una chiamata importante, quella della Ducati. Il team italiano offre a Dovi un biennale da 750mila euro sulla sua moto ufficiale. Il forlivese non ci pensa un attimo.
La prima stagione è di assestamento con l’ottavo posto iridato, comunque davanti al compagno di scuderia Hayden. Nel 2014 Dovizioso fa meglio, tornando ai piani alti del mondiale (quinto), con un’annata in cui non scende mai al di fuori della top 10 in tutte le corse terminate. Abbastanza per meritarsi un rinnovo biennale, stavolta a 1 milione di euro a stagione fisso, più bonus a seconda dei risultati. Risultati che arrivano in parte, visto che Dovi inizia il 2015 con tre secondi posti consecutivi, salvo poi calare alla distanza e finire dietro al compagno di box Iannone.
Il mega contratto di Dovi con la Ducati
Il 2016 regala a Dovizioso la prima vittoria sulla Desmosedici, quella nel GP di Malesia, che fa ben sperare per il futuro della Ducati e che permette al pilota di ottenere l’ennesimo rinnovo biennale. Lo stipendio sale ancora, a 3 milioni di euro a stagione. E sono soldi molto ben spesi. Nel 2017 il pilota romagnolo lancia la sua prima vera scalata al titolo mondiale, ingaggiando una lotta senza quartiere contro la Honda di Marc Marquez.
Nonostante ben sei vittorie stagionali per l’azzurro, però, il titolo va allo spagnolo per appena 37 punti. La battaglia si ripropone anche nella stagione 2018, ma stavolta c’è meno storia. Dovizioso parte bene vincendo in Qatar, ma Marquez è troppo in forma e si lascia l’italiano a oltre 70 punti di distacco.
Le ottime prestazioni però valgono un contratto ottimo a Dovizioso, che nei suoi ultimi due anni in Ducati guadagna 6 milioni a stagione. Nel 2019 arriva il terzo secondo posto iridato consecutivo, sempre dietro a Marquez, ma a distanza siderale (149 punti, nonostante due vittorie stagionali e una manciata di podi), mentre il 2020 è deludente, con un quarto posto che fa pensare a Dovizioso che la sua era in MotoGP potesse essere terminata, con tanto di anno sabbatico.
Ma il ritorno a metà 2021 dimostra anche per le quote Moto GP che così non è, perché per un talento come lui una moto si trova sempre…
*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.