Da una decina di anni a questa parte, il calcio italiano ha ritrovato una protagonista importante della Serie A: il Napoli.
Maurizio Sarri ed il record di Higuain
Carlo Ancelotti e la notte di Liverpool
Gennaro Gattuso: un'altra Coppa Italia
Walter Mazzarri e il Napoli
Dopo il fallimento del 2004 e l’acquisizione del club da parte di Aurelio De Laurentiis, gli azzurri ci hanno messo un po’ a tornare ai loro livelli, ma a partire dal 2010 i partenopei sono tornati a lottare per le posizioni che contano e anche a sollevare trofei. Il tutto grazie alla programmazione societaria, ma anche all’apporto di alcuni allenatori che, ognuno a modo suo, hanno scritto le pagine più importanti di queste ultime stagioni.
Senza nulla togliere a chi lo ha preceduto, il ritorno sulle scene del Napoli è certamente legato a doppio filo alla figura di Walter Mazzarri. Il tecnico livornese si siede sulla panchina degli azzurri nell’ottobre 2009, sostituendo Roberto Donadoni, che fino al momento aveva raccolto sette punti in altrettante partite.
L’era Mazzarri comincia con un buon sesto posto e all’insegna di quello che diventerà il marchio di fabbrica della sua squadra: difesa a tre e un tridente in cui i trequartisti spesso fanno più gol degli attaccanti, come dimostrano le 12 reti di Hamsik, capocannoniere della rosa davanti a Quagliarella.
A Napoli arriva anche come DS Riccardo Bigon e uno degli acquisti della stagione successiva scriverà la storia. Arriva Edinson Cavani dal Palermo e i risultati si vedono con 33 marcature stagionali. Il 3-4-2-1 di Mazzarri diventa letale e gli azzurri raggiungono il terzo posto, tornando a qualificarsi in Champions dopo decenni.
L’anno successivo la squadra paga le tre competizioni e in campionato arriva quinta, ma si rifà con la vittoria in Coppa Italia contro la prima Juventus di Conte e con un buon cammino in Champions, interrotto però agli ottavi da un clamoroso rovescio contro il Chelsea, che poi vincerà, a sorpresa le scommesse Italia il trofeo!
La miglior stagione di Mazzarri (e di Cavani) è però l’ultima, quella 2012/13. Anche senza Lavezzi, ceduto al PSG per quasi 30 milioni di euro, gli azzurri arrivano secondi dietro la Juventus, tenendo il passo della Signora fino a marzo, per poi mollare nel finale.
Rafa Benitez al San Paolo
A guidare la squadra nella Champions successiva sarà però Rafa Benitez, già campione d’Europa con il Liverpool. Con il suo arrivo, la squadra partenopea passa al 4-2-3-1 e comincia a parlare spagnolo, nel vero senso del termine. Dopo Lavezzi, anche Cavani vola a Parigi per oltre 60 milioni di euro e per rimpiazzarlo il tecnico sceglie Gonzalo Higuain, chiuso da Benzema e Cristiano Ronaldo al Real Madrid.
Assieme al Pipita arrivano Raul Albiol e Josè Maria Callejon, anche loro dai Blancos, Pepe Reina e Dries Mertens, destinati a essere importanti negli anni a venire, così come Ghoulam e Jorginho, acquistate nella sessione invernale.
Alla prima stagione Benitez fa bene in campionato arrivando terzo, ma esce ai gironi in Champions in maniera perlomeno rocambolesca: il Napoli fa 12 punti come Arsenal e Borussia Dortmund ma viene spedito dalla classifica avulsa in Europa League, dove esce agli ottavi per mano del Porto. In compenso arriva la seconda Coppa Italia in pochi anni, stavolta battendo la Fiorentina.
La seconda stagione dell’era Benitez si apre con una forte delusione, soprattutto per le casse societarie: la sconfitta ai playoff di Champions contro l’Athletic Bilbao. È il segnale di un’annata che nasce male e finisce peggio, con gli unici acuti sul mercato con l’arrivo di Koulibaly e in Supercoppa, vinta contro la Juventus.
Il Napoli arriva quinto e in Europa si ferma in semifinale contro il non irresistibile Dnipro, perdendo così l’occasione di giocarsi di nuovo una finale europea dai tempi di Maradona.
Maurizio Sarri ed il record di Higuain
Il rapporto con Benitez si rompe e De Laurentiis opta per una scommessa: la panchina va a Maurizio Sarri, che ha fatto bene con l’Empoli. Con lui arriva anche il DS Cristiano Giuntoli, che porta Hysaj e Allan.
L’inizio della squadra è balbettante, ma poi il Sarri-ball (che dal 4-3-1-2 di Empoli si trasforma in un 4-3-3) entra a pieno regime e con i gol di Higuain (36 in campionato), la classe di Insigne finalmente promosso a titolare fisso e le geometrie di Jorginho gli azzurri volano.
Complice una partenza pessima della Juventus di Allegri, il Napoli rimane in vetta solitario per alcune partite all’inizio del girone di ritorno. A condannare i partenopei al secondo posto è lo scontro diretto a febbraio, risolto da un gol di Zaza. Le premesse sono quindi ottime, ma a rovinare l’estate al Napoli ci pensa la Juventus, che paga gli oltre 90 milioni di clausola rescissoria e si porta via Higuain.
Giuntoli risponde acquistando Milik (oltre, tra gli altri, a Zielinski e Maksimovic), che però dopo un buon inizio si infortuna gravemente al ginocchio. A quel punto, Sarri si inventa Mertens falso nueve e i numeri gli danno ragione. Grazie al belga arriva il terzo posto e anche la qualificazione agli ottavi di Champions, in cui il Napoli si arrende solo ai futuri campioni del Real. La terza stagione di Sarri è quella del tutto per tutto.
Arrivano solo Mario Rui e Ounas, ma l’ossatura della squadra rimane la stessa e il gioco fa il resto. Il testa a testa con la squadra di Allegri è lungo e nelle prime 27 giornate il Napoli è in testa 25 volte. Una brusca frenata rimanda avanti la Signora, ma alla trentaquattresima il Napoli con uno scatto di orgoglio vince a Torino con gol di Koulibaly.
La giornata successiva, però, arriva una rovinosa sconfitta a Firenze e, nonostante i 91 punti, record societario e anche del campionato per un secondo posto, Sarri e i suoi si devono inchinare.
Carlo Ancelotti e la notte di Liverpool
A fine stagione arriva anche l’addio con il tecnico, che vola al Chelsea. Per sostituirlo, stavolta De Laurentiis va sul sicuro: c’è Ancelotti, forte di un curriculum incredibile. A Re Carlo il club mette a disposizione tra gli altri Fabian Ruiz e Meret, mentre Jorginho segue Sarri a Londra per 60 milioni di euro.
Stavolta la Juventus parte e bene e il Napoli in campionato è costantemente secondo dalla quarta giornata fino all’ultima, non impensierendo mai i campioni d’Italia.
La delusione è in Champions, la specialità della casa di Ancelotti. Il Napoli saluta ai gironi, arrivando terzo in un girone infernale con PSG e Liverpool. E per poco gli azzurri non eliminano i Reds futuri vincitori, visto che ci vuole un miracolo di Alisson su Milik per evitare un pareggio ad Anfield che spedirebbe fuori Klopp e i suoi. In Europa League non va meglio, con la corsa del Napoli che si ferma ai quarti contro l’Arsenal.
La stagione 2019/20 dovrebbe essere quella della riscossa, ma la squadra vira sul 4-4-2 e, nonostante gli arrivi di Di Lorenzo, Manolas e Lozano, ha un crollo di rendimento. Per due mesi non arriva neanche una vittoria in campionato e a novembre la squadra si rifiuta di andare in ritiro dopo il pareggio in Champions contro il Salisburgo.
Il rapporto con il tecnico si incrina e non basta la qualificazione agli ottavi a salvare la situazione. Il giorno dopo la vittoria con il Genk del 10 dicembre, Ancelotti viene esonerato.
Gennaro Gattuso: un'altra Coppa Italia
Al suo posto arriva Rino Gattuso, che si ritrova tra le mani una squadra dalle doti innegabiili, ma parecchio sfiduciata. L’inizio non è dei migliori, con quattro sconfitte nelle prime cinque partite, ma poi il Napoli sembra svegliarsi nel match casalingo contro la Juventus.
In realtà, tra alti e bassi, la stagione termina in maniera per nulla soddisfacente, almeno in campionato, con gli azzurri settimi, e in Champions, con l’eliminazione agli ottavi, dopo un'andata davvero convincente, per mano del Barcellona che pochi giorni dopo avrebbe perso 8-2 contro il Bayern clamorosamente per le quote calcio.
La cura Gattuso dà però risultati in Coppa Italia, con gli azzurri che vincono di nuovo il trofeo ai calci di rigore contro la Juventus di Sarri.
La stagione 2020/2021, nonostante l’arrivo di Osimhen (pagato 80 milioni) è altrettanto altalenante e non scevra di polemiche, per partite non disputate, silenzi stampa e frecciate tra tecnico e dirigenza.
Tra un problema e l’altro, Gattuso fa in tempo a uscire ai sedicesimi di Europa League contro il Granada e in semifinale di Coppa Italia contro l’Atalanta. In compenso, però, gli azzurri sono ancora in corsa, in una stagione davvero pazza, per un posto Champions che vale oro vero!
Allenatore Napoli 2021/2022
E chissà che la grinta di Ringhio non riesca a fare la differenza e guadagnarsi la conferma che, alla data di prima pubblicazione di questo articolo, tra dichiarazioni poco lucide e sconfitte casalinghe evitabili, sembra davvero complicata.
Del resto la panchina dei padroni di casa al Maradona non è da tutti e scegliere il giusto profilo, tattico ma, soprattutto, carismatico, ci sembra un esercizio mentale più complicato di azzeccare una punta da venti gol! …
*Le immagini dell'articolo, entrambe distribuite da AP Photo, sono di Salvatore Laporta ed Andrew Medichini. Prima pubblicazione 5 aprile 2021.