Si può nascere lontano dalle montagne e diventare comunque il miglior sciatore italiano di tutti i tempi e uno dei più grandi al mondo? Certo, basta chiamarsi Alberto Tomba, uno che è nato a Bologna ma che più di tutti rappresenta il connubio tra l’Italia e la neve.
La carriera del classe 1966 è durata 15 anni (dal 1983 e dal 1985) e si è chiusa con un palmares che parla di una Coppa del Mondo generale, 4 coppe di gigante e altrettante di slalom, 50 vittorie nella competizione, tre ori e due argenti olimpici e due ori e due bronzi mondiali, che lo rendono uno dei migliori specialisti delle prove tecniche di sempre.
Tomba la Bomba
Tomba diventa famoso nel 1984, quando ad appena 18 anni (da atleta della nazionale B) si impone nel Parallelo di Natale, esibizione disputata a Milano, battendo tutti i colleghi che facevano parte della squadra A.
A fine 1985 arriva il debutto in Coppa del Mondo, mentre sono del febbraio 1986 i primi punti conquistati, con un sesto posto partendo con il pettorale numero 62. È l’inizio di una carriera fatta di gare dominate o vinte in recupero con seconde manche in cui il bolognese si gioca il tutto per tutto con uno stile molto aggressivo, che assieme al carattere particolarmente estroverso gli vale il soprannome di “Tomba la Bomba”.
Nella stagione 1986/87 ottiene il suo primo podio in Coppa del Mondo, ma anche un bronzo mondiale in gigante a Crans Montana.
Il primo successo di Tomba è a Sestriere
Ma è nella stagione 1987/88 che esplode la Bomba. Tomba vince la sua prima gara in Coppa del Mondo al Sestriere nello slalom speciale e si ripete sulla stessa pista nel gigante.
La stagione è quasi trionfale, perchè 9 vittorie nel circuito non bastano a conquistare la Coppa generale, vinta dallo svizzero Zurbriggen, che a differenza di Tomba eccelleva anche nelle gare di velocità.
La doppietta olimpica di Calgary
Il 1988 resta comunque nella storia dello sci italiano, perchè il bolognese fa doppietta olimpica a Calgary, vincendo prima il gigante dominando la gara e poi lo speciale, rimontando dal terzo posto.
Le sue imprese sono così leggendarie da convincere la RAI a interrompere il Festival di Sanremo per trasmettere la seconda manche dello speciale.
Tra fine 1988 e 1990, però, Tomba perde un po’ di smalto, tra infortuni e le troppe aspettative e la pressione mediatica seguita alle vittorie olimpiche. In quel periodo non arriva neanche una coppa di specialità e anche ai mondiali di Vail la bacheca rimane vuota.
Che duelli con...Girardelli
La stagione 1990/91 è quella del ritorno ad alti livelli, con la seconda coppa di gigante e il secondo posto nella classifica generale, dietro a Marc Girardelli di appena 20 punti. Anche quell’anno, però, ai Mondiali arriva una delusione, con il quarto posto in speciale e un infortunio durante il gigante.
Nell’annata 1991/92 Tomba sfiora di nuovo la Coppa del Mondo, vincendo nove gare e assicurandosi le due coppe di specialità, ma non potendo raggiungere Paul Accola, anche lui polivalente e maestro della combinata.
In compenso, alle olimpiadi di Albertville il bolognese si aggiudica il suo terzo oro in carriera in gigante e recupera fino all’argento, probabilmente il suo risultato più clamoroso di sempre per le scommesse sportive dopo il sesto posto nella prima manche, nello slalom speciale.
Se la stagione 1992/93 è costellata da infortuni, quella successiva vede la terza coppa di slalom speciale ma soprattutto il secondo argento olimpico, sempre in speciale, arrivato a Lillehammer con una rimonta dopo il dodicesimo posto della prima manche.
Nel 1995 Tomba vince l'inedita Coppa del Mondo di sci
È il preludio al trionfo in Coppa del Mondo nella stagione 1994/95, con Tomba che vince 11 gare, si aggiudica entrambe le coppe di specialità e alla fine anche il trofeo di cristallo, gareggiando solo nelle gare tecniche.
Alla bacheca mancano solo i Mondiali e nel 1996 in Sierra Nevada arrivano due ori, prima in gigante e poi in speciale con la classica rimonta. Tomba comincia dunque a pensare al ritiro, ma non prima di partecipare (senza medaglie) alle Olimpiadi di Nagano e di vincere la sua ultima gara in carriera, a Crans Montana.
Il contratto di Tomba con la Barilla
Ma Tomba non è stato solo un fenomeno sportivo. La sua fama lo ha portato a diventare attore (protagonista di Alex L’Ariete), scrittore e testimonial di diverse aziende.
Storico il suo legame con la Barilla, per cui ha interpretato diverse pubblicità tra anni Ottanta e Novanta, che all’epoca gli versava due miliardi di lire all’anno, cifra poi pareggiata negli ultimi anni di carriera dall’azienda tedesca Warsteiner.
Ma anche al termine della carriera, il bolognese è rimasto una figura di spicco dello sport italiano, considerando che sono ancora oggi molte le aziende (del settore sciistico, ma non solo) che si affidano a “La Bomba” per la propria promozione e che nel 2021 è salito sul palco di Sanremo assieme a Federica Pellegrini.
Il valore attuale del patrimonio del campionissimo tricolore, che nel corso degli anni ha avuto qualche incomprensione con il fisco, resta un mistero, ma di certo, viste le vittorie e la fama, l’ex maresciallo dell’arma dei Carabinieri ha certamente trionfato anche nel conto in banca…
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