Quando si parla della Serie A degli anni Novanta, balza subito all’occhio la quantità impressionante di grandissimi centravanti. All’epoca in Italia sono arrivati bomber che al giorno d’oggi avrebbero quotazioni di mercato eccezionali.
E andava anche a finire che qualcuno veniva messo in ombra da quelli decisamente fuori categoria. È probabilmente il caso di Abel Balbo, che ha giocato nel Belpaese per oltre dieci anni e che spesso non viene ricordato con gli onori del merito.
I numeri di Abel Balbo
Abel Eduardo Balbo è nato nel 1966 in Argentina, a Villa Constitución, e in carriera ha realizzato 207 reti in 527 partite disputate tra i club e la nazionale. La sua carriera è cominciata in patria, con le maglie del Newell’s Old Boys (sotto la guida di Marcelo Bielsa nelle squadre giovanili) e successivamente del River Plate.
A credere in lui in Italia è l’Udinese, che lo porta in Serie A all’inizio della stagione 1989/90.
Le 11 reti del centravanti non bastano a evitare la retrocessione, e neanche le 22 segnate l'anno successivo, che lo elevano ad uno dei migliori attaccanti della storia della B, permettono ai friulani di tornare nella massima categoria.
Al secondo tentativo però l’Udinese centra la promozione e la quarta e ultima stagione in bianconero di Balbo lo vede realizzare 22 reti tra campionato e spareggio per la salvezza.
La Roma investe quasi 20 miliardi per acquistare Balbo
Per l’argentino però si spalancano le porte di una big, che in questo caso è la Roma.
I giallorossi lo pagano 18 miliardi di lire e Balbo resta a Trigoria per cinque anni (per poi tornare successivamente), diventando il terminale offensivo della squadra di Carlo Mazzone, facendo spesso coppia con l’altro sudamericano Daniel Fonseca e godendo dei primi passi calcistici di un giovane talento delle giovanili romaniste chiamato Francesco Totti.
Le annate di Balbo alla Roma sono tutte molto positive in quanto a reti realizzate. La migliore è quella 1994/95, in cui il centravanti realizza 22 reti in campionato, venendo superato sul trono dei bomber solo dal connazionale Batistuta con 26 marcature.
In totale, Balbo realizza 87 reti nella sua storia giallorossa, che gli permettono di essere l’ottavo marcatore di sempre della storia del club capitolino.
L’arrivo di Vincenzo Montella nella stagione 1998 significa per Balbo, già trentaduenne, l’addio al posto da titolare e quindi l’argentino decide di provare altre esperienze in Italia, prima con la maglia del Parma, con cui vince una Coppa Italia, e poi con quella della Fiorentina, con cui invece esordisce in Champions League, segnando 4 reti nella competizione.
Con un chirurgico destro al Manchester United campione in carica, Balbo regala una prestigiosa vittoria, da outsider per le scommesse sportive, alla squadra di Trap nel secondo gruppo, secondo la formula dell'epoca della Coppa dalle grandi orecchie!
Il richiamo della Roma però è troppo forte e quando nell’estate 2000 Capello lo chiama, Balbo si ripresenta a Trigoria per altre due stagioni in giallorosso, che saranno quelle più vincenti della sua carriera.
Pur giocando poco e non andando mai in rete, il centravanti si laurea campione d’Italia e vince anche la Supercoppa nella stagione successiva, prima di chiudere la sua carriera nell’annata 2002/03 con qualche fugace apparizione con la maglia del Boca Juniors.
Balbo con l’Albiceleste
Nel raccontare la carriera di Balbo, non si può ignorare l’esperienza con la nazionale argentina.
Il centravanti esordisce con l’Albiceleste nel 1989 e in quasi un decennio gioca tre volte i Mondiali (1990, 1994, 1998) e due volte la Copa America, ma ottiene solamente 37 presenze e 11 reti, sia per la tanta concorrenza che si trovava davanti all’epoca (in primis Batistuta) che per l’ostracismo del CT Alfio Basile, che per oltre tre anni si rifiuta di convocarlo.
Tra le sue reti comunque c’è quella che nel 1993 aiuta l’Argentina a superare i playoff intercontinentali contro l’Australia per ottenere un posto ai Mondiali 1994 negli USA.
Il Balbo di oggi allenatore ed imprenditore
Ma cosa combina oggi Abel Balbo? Si è dato alla panchina, in un percorso iniziato parecchio tempo fa prima a Treviso nel 2009 e poi ad Arezzo e successivamente interrotto nel 2012, per dedicarsi alla carriera da procuratore sportivo.
Il ritorno da allenatore è arrivato nel 2022, alla guida del Central Cordoba, per poi fare un’altra breve esperienza alla guida dell’Estudiantes, termina però dopo appena 7 partite.
Non che l’argentino stia comunque con le mani in mano, considerando che ha messo su una azienda agricola in patria ma che la sua vita si svolge principalmente negli Stati Uniti, dove vivono due dei suoi figli e dove il calciatore ha anche deciso di aprire una scuola calcio a Boston.
Del resto, Balbo ha giocato in un periodo in cui i calciatori guadagnavano molto, ma non certo le cifre attuali.
E si considera che all’epoca del trasferimento di Balbo al Parma Totti aveva appena rinnovato con la Roma ed era quello che aveva lo stipendio più alto in rosa con 3 miliardi a stagione (1,5 milioni attuali), si capisce come i guadagni dell’argentino possano essere stati buoni, ma non eccezionali.
Il coro della Sud per Abel Balbo
Di certo, però, Balbo è rimasto nel cuore di molti appassionati. Al punto che quando da qualche parte parte la canzone No Limit dei 2 Unlimited, di certo ci sarà qualcuno pronto a cantarci sopra “Balbo, Abel Balbo”, come hanno cominciato a fare i tifosi romanisti nel 1993, quando l’argentino è approdato a Trigoria.
Un coro che ha segnato un’epoca del tifo giallorosso e che a volte viene tirato ancora fuori dalla Curva Sud come doveroso omaggio a una vera e propria leggenda del club.
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