Da un ragazzo che di lavoro farà il calciatore, nato nella stessa città del grande prestigiatore Tommy Cooper, ti aspetti un 10, un trequartista tutto tecnica, e perché no, quell’intonazione estrosa che tanto si presta bene ai centrocampisti sudamericani.
Aaron Ramsey trequartista lo è pure, ma di quelli moderni, di quelli che col passare del tempo si sono adeguati al calcio moderno, incarnando il ruolo di interno e di centrocampista offensivo di fascia.
Ramsey nasce a Caerphilly appunto, città dove risiede l’omonimo castello, il più grande del Galles, il secondo per dimensioni del Regno Unito. Un primato non da poco per una piccola cittadina.
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Quest’ultima indole egemonica però, Caerphilly gliela riesce a trasmettere ad Aaron, che in quanto a primati utili ad attestare la precocità, non si farà mancare praticamente nulla.
Su di lui John Toshack, Il cittì gallese che fece esordire Ramsey quando aveva 17 anni, disse: "Nel calcio moderno devi saper ricoprire tanti ruoli ed Aaron è, di sicuro, un giocatore moderno."
Ecco, Aaron non è un prestigiatore come il suo conterraneo altrettanto celebre, ma è un giocatore completo, in armonia col calcio in cui crescerà, il calcio britannico.
Un numero 8 con tanti record
Ma avevamo accennato alla precocità del centrocampista. Ramsey si fa notare ovviamente in un torneo giovanile e viene preso dal Cardiff, così vola nella capitale per fare tutta la trafila delle giovanili sino alla prima squadra, non prima di essere il protagonista di una rissa quando aveva solo 12 anni che gli valse il soprannome tutt’ora in voga di “Rambo” (così lo definì il suo allenatore che fu costretto a toglierlo dal campo).
È proprio nel Cardiff che Ramsey comincerà la trafila di primati: coi gallesi debutta in prima squadra nell’ultima di campionato il 26 aprile del 2007. Un debutto nella sconfitta contro l’Hull City che gli varrà la palma di calciatore più giovane a debuttare in prima squadra con il Cardiff: a 16 anni e 124 giorni.
Con il Cardiff abbatterà un altro record di quelli da far invidia alla copia migliore del ritratto di Dorian Gray: diventa il secondo giocatore più giovane a debuttare in finale di FA Cup.
Lo compra l'Arsenal per 6 milioni di euro
La precocità, che tanto piace ad un certo Arsene Wenger, gli vale il contratto con i Gunners!
Con l’Arsenal diventerà grande ma conoscerà e farà conoscere al mondo anche un’altra predisposizione, quella del calvario, nonché il suo tormentato rapporto con gli infortuni. Con i Gunners si rende protagonista di una piccola curiosità internazionale per le scommesse calcio: nel 2013 ha 6 gol all’attivo nelle competizioni europee e 4 di questi li ha segnati al Fenerbahce.
Può uno così prematuro nel talento, limitarsi a dei Guinness esclusivamente nel raggio d’azione dei club? La domanda è retorica, la risposta scontata.
Ramsey è nato in Galles ma potrebbe scegliere di vestire la maglia della Scozia per via della cittadinanza scozzese del padre che è nato lì e si è trasferito a Caerphilly solo un anno prima della nascita di Aaron. Al centrocampista viene offerta la convocazione con la Scozia che però lui rifiuta gentilmente per giocare con i Dragoni.
La scelta di cuore e appartenenza viene ripagata il 19 novembre 2008 quando raggiunge la maglia della Nazionale maggiore contro la Danimarca: un esordio nell’amichevole vinta per 1 a 0 e un totale di 88 (che bel numero!) minuti in campo.
Con il Galles, guarda un po’, continua ad emergere a livello internazionale, diventando il calciatore più giovane a indossare la fascia da capitano a 20 anni e 90 giorni.
L’esperienza col Team GB e l’Olimpiade del 2012
Non può rinunciare ad una convocazione invece, nel 2012, quando arriva la chiamata della Nazionale Olimpica della Gran Bretagna. Le Olimpiadi di Londra sono un’occasione troppo speciale per Ramsey, così come per gli altri 18 convocati, perché vuol dire rappresentare tutto il territorio dell’isola d’oltremanica nella rara occasione di poterlo fare “in casa”: sarebbe folle rinunciare.
Al fianco del gallese c’è il conterraneo, nonché fuoriquota di lusso, Ryan Giggs insieme a Craig Bellamy con la 10 sulle spalle. Tra gli inglesi a dare manforte alla rappresentativa della Gran Bretagna un Daniel Sturridge appena 22enne, Danny Rose e Micah Richards, tra i pochi insieme a Ramsey che hanno lasciato il segno nel tempo a livello internazionale.
Quell’esperienza culminerà con la sconfitta ai quarti di finale per il Team GB contro la Korea del Sud e 1 gol segnato dal gallese di Caerphilly nella competizione, poi vinta a sorpresa dal Messico sul favoritissimo Brasile per le scommesse sportive online
Ramsey e la Juventus
Nell'estate 2019 passa alla Juventus, ingaggiato a scadenza di contratto, con un ricco pluriennale da 7 milioni di euro netti a stagione.
Quello che stiamo imparando ad apprezzare in Italia è una versione più matura del centrocampista moderno che per 11 anni ha indossato la maglia dell’Arsenal e giocato in uno dei migliori campionati al mondo. In bianconero ha vinto il suo unito titolo di campione nazionale e purtroppo ci è arrivato flagellato dai tanti (duri e lunghi) infortuni accorsi in carriera. Probabilmente avremmo visto un altro calciatore, ma con i se, lo sappiamo, non si va da nessuna parte.
Ad oggi può “accontentarsi” di essere l’unico calciatore britannico ad aver segnato un gol, a Mosca contro il Lokomotiv, in Champions League con la Juventus da quando è stato istituito il nuovo format della competizione, il trecentesimo in totale della storia bianconera nella massima manifestazione continentale dalla stagione 1992/1993.
Aaron Ramsey è un numero 8 affascinante, parola di chi di numeri 8 se ne intende.
*Il testo dell'articolo è di Luigi Di Maso, responsabile editoriale di Social Media Soccer; l'immagine di Luca Bruno (Ap Photo).